Vitigno autoctono Cococciola: storia di un eccellente vino bianco abruzzese

La regione dell’Abruzzo è ampiamente rinomata e conosciuta per la sua produzione vinicola, che mette a disposizione di tutti gli amanti del vino etichette DOC semplicemente imperdibili come il Montepulciano d’Abruzzo e il Trebbiano d’Abruzzo.

Eppure, esattamente come altre zone d’Italia, anche il territorio abruzzese ospita al suo interno una serie di vitigni autoctoni spesso sconosciuti che, nonostante siano sottovalutati, sono in grado di regalare delle vere e proprie eccellenze enologiche. Tra queste è doveroso citare il Cococciola, un vitigno autoctono abruzzese che, pur non godendo della stessa fama dei suoi “compagni” regionali, merita di essere raccontato agli estimatori per essere apprezzato in tutta la sua unicità.

Storia del vitigno autoctono abruzzese Cococciola

Le origini del vitigno Cococciola e del suo nome sono abbastanza incerte; basti pensare che non esistono testimonianze in merito, se non una nota contenuta tra le pagine di un’opera monumentale scritta a quattro mani da due studiosi francesi, Viala e Vermorel, che nel 1909 cercavano di ricostruire il patrimonio ampelografico dell’Italia. In ogni caso, l’unica informazione utile fornita è che il Cococciola sia un vitigno autoctono abruzzese (e su questo, quindi, non c’è alcun dubbio).

Scarse anche le documentazioni relative all’origine del nome, sulla quale sono state avanzate quattro ipotesi che, ovviamente, non hanno alcun fondamento storico:

  1. secondo una prima ipotesi, il nome deriverebbe dal termine “chicocce” che, nel dialetto abruzzese, indica le zucche o le zucchine; questo perché le striature tipiche dell’acino del Cococciola rimanderebbero a quelle delle verdure;
  2. la seconda ipotesi, invece, vedrebbe l’origine del nome nel termine “coccia”, cioè “guscio” o “scorza”, facendo riferimento alla buccia molto spessa dell’acino;
  3. una terza ipotesi, poi, parte dal termine “coccione”, cioè “testone” o “dalla testa grande”, sempre per via della grandezza dell’acino;
  4. infine, secondo una quarta ipotesi, il nome sarebbe una conseguenza onomatopeica, per via del rumore generato dalla pigiatura dell’uva del Cococciola.

Insomma, le teorie sono diverse e sembrerebbero tutte valide, ma una cosa è certa: per tantissimo tempo, il vino prodotto con le uve del Cacocciola è stato utilizzato solo come vino da taglio per il Trebbiano d’Abruzzo con l’obiettivo di aumentarne l’acidità. Solo dopo molti anni e grazie all’impegno e alla passione di numerosi produttori e vitivinicoltori, l’uva Cacocciola è stata riscoperta e valorizzata per le sue peculiarità, che consistono in caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche che si distinguono per acidità e grado alcolico naturale.

Dal vitigno Cacocciola, infatti, è possibile ricavare vini in purezza davvero eccellenti e immediatamente riconoscibili tanto che, nel corso del tempo, sono riusciti a ottenere il marchio IGT “Terre di Chieti Cococciola” e il riconoscimento “Abruzzo Cococciola DOC” nel 2010.

Caratteristiche del vitigno e del vino Cococciola

Il Cococciola è un vitigno a bacca bianca particolarmente robusto e vigoroso, che presenta acini di grandi dimensioni, con una buccia spessa e striature marroni che diventano piuttosto evidenti quando l’uva è totalmente matura.

La varietà è molto produttiva, per questo veniva e ancora oggi viene ampiamente utilizzata insieme al Trebbiano d’Abruzzo sia per aumentarne l’acidità, sia per comare eventuali lacune quantitative nella produzione.

Mentre il Montepulciano e il Trebbiano vengono coltivati in modo più o meno omogeneo su tutto il territorio abruzzese, il vitigno Cococciola si trova quasi esclusivamente in provincia di Chieti, nelle zone dell’area teatino-frentana, dove occupa circa 900 ettari. Proprio qui, grazie alla conformazione del terreno, alle condizioni climatiche e alla notevole escursione termica sia diurna che stagionale, il Cococciola può crescere al meglio e dar vita a vini ricchi di elementi distintivi, che consentono di individuare immediatamente i prodotti derivanti dalla coltivazione del Cococciola.

Per quanto riguarda il vino Cococciola, si presenta con un colore giallo paglierino dai riflessi dorati; all’olfatto è vario e intrigante, con note floreali, erbacee, fruttate e agrumate; al palato, invece, si distingue per acidità, freschezza e grande sapidità. Essendo particolarmente acido si rivela ideale per la produzione di spumanti, sia metodo charmat sia metodo classico, caratterizzati da finezza, piacevolezza e infinita freschezza.

Come abbinare il vino Cococciola in tavola

Il vino Cococciola si distingue, come già sottolineato, per la sua aromaticità e per la sua immensa freschezza; proprio per questo, accompagna perfettamente antipasti e crudi di pesce, tanto da essere ampiamente scelto insieme al sushi. La sua capacità di supportare il sapore del pesce senza alterarlo lo nomina “sposo” perfetto.

Al contempo, si abbina piacevolmente anche con i formaggi freschi tendenti al dolce e con buona grassezza come la mozzarella, dato che la sua acidità riesce ad attenuare la sensazione grassa tipica di questi formaggi. Una vera delizia!

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