Vitigno autoctono Centesimino: storia, caratteristiche e riscoperta di un eccellente vino romagnolo

Nelle colline di Faenza, in provincia di Ravenna, cresce un vitigno autoctono a bacca nera che custodisce una storia incredibile: si tratta del Centesimino, conosciuto a partire già dagli anni Trenta con il nome di Savignôn Rosso. Attualmente coltivato soprattutto tra Ravenna e Forlì Cesena e nella zona di Oriolo dei Fichi, il Centesimino è iscritto al Registro Nazionale delle Varietà delle Viti dal 2004.

Storia del vitigno Centesimino

Dato che il suo aroma rimanda a quello del Savignôn Blanc, il Centesimino è stato a lungo chiamato Savignôn Rosso, denominazione ancora oggi diffusa tra i vecchi contadini del faentino che, inevitabilmente, crea non poca confusione in chi non conosce la storia di questo vitigno molto speciale.

Esattamente come accaduto per il Bursôn, il destino del Centesimino sembrava ormai segnato fino alle metà del secolo scorso: a causa della fillossera, infatti, le piante si erano quasi completamente estinte e anche la popolazione locale era sul punto di dimenticarne l’esistenza.

Per fortuna, è entrato in scena Pietro Pianori che, per puro caso, ha trovato delle marze sopravvissute all’interno di un antico palazzo al centro di Faenza. Le alte mura poste intorno al giardino, infatti, avevano protetto e salvato il Centesimino dalle intemperie e dall’attacco parassitario della fillossera. Dal momento della scoperta, Pianori ha iniziato a reimpiantare il Centesinimo sui terreni di Santa Lucia, una deliziosa frazione poco distante da Faenza conosciuta per la spettacolare torre medievale di Oriolo dei Fichi. Il vitigno, così come il vino che ne deriva, sono stati rinominati “Centesimino” in onore del soprannome storico dato a Pietro Pianori, un vero e proprio salvatore.

Coltivazione del Centesimino

Rispetto ad altre varietà coltivate nella zona, come il Sangiovese, il Centesimino si mostra meno resistente e adattabile alle condizioni ambientali e di gestione; di conseguenza, le sue gemme basali manifestano meno fertilità e il grappolo ha minori dimensioni, quindi la sua produzione è inevitabilmente inferiore.

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda il suo germogliamento, leggermente posticipato rispetto a quello di altri vitigni, che gli permette di schivare il sopraggiungere di eventuali gelate tardive.

Inoltre, il Centesimino è abbastanza sensibile alla peronospora e, al contrario, molto resistente ai marciumi. Infine, tollera molto bene l’appassimento, il che consente di posticipare la raccolta dei grappoli e produrre vini passiti semplicemente deliziosi, che offrono bicchieri ricchi di finezza ed eleganza.

Caratteristiche del vitigno Centesimino

Come ogni vitigno, anche il Centesimino possiede peculiarità proprie, che lo rendono unico nel suo genere e facilmente riconoscibile:

  • le sue foglie sono medio-grandi, di forma pentagonale e di colore verde scuro;
  • i denti presentano lati principalmente rettilinei, a tratti convessi;
  • il seno peziolare è a lobi sovrapposti e con base a V;
  • il grappolo maturo è medio-piccolo, a forma piramidale e dalla consistenza piuttosto compatta;
  • gli acini si mostrano sferici e di media grossezza;
  • la buccia è tendenzialmente pruinosa e di colore nero-blu;
  • la polpa, infine, è abbastanza molle, incolore e insapore

Tutte queste peculiarità consentono di ottenere un vino a dir poco eccezionale.

Caratteristiche del vino Centesimino

Il primo aspetto da sottolineare del vino Centesimino è la sua capacità di mantenere un buon livello di acidità del mosto anche in una stagione avanzata, il che porta ad assaporare un prodotto ben strutturato e in grado di sostenere un certo invecchiamento.

Visivamente, il vino Centesimino si mostra con un colore rosso rubino cupo e intenso, con riflessi tendenti al violo quando ancora giovane e con sfumature brillanti se conta già 6-8 anni. É profumatissimo, tanto da regalare all’olfatto un mix di note floreali (rose, viole, fiori d’arancio), speziate (liquirizia, anice) e fruttate (more, lamponi, bacche rosse, fragole e ciliegie), arricchito da tocchi di vaniglia e caramello. Il suo retrogusto è leggermente amarognolo, tanto da lasciare il palato totalmente pulito.

Da buon vino secco, il Centesimino è caldo, ampio e presenta una discreta freschezza e tannici tanto vivaci, quanto morbidi.

Come abbinare il vino Centesimino in cucina

Il Centesimino è un vino rosso romagnolo e, in quanto tale, non può non essere in grado di accompagnare i piatti tipici di questa regione; si sposa, infatti, perfettamente con antipasti a base di salumi grassi e saporiti da gustare accompagnati da un’ottima piadina romagnola, con primi piatti caratterizzati da salse rosse di carni, con secondi piatti realizzati con carne grigliata al forno e, per completare in bellezza, con formaggi non troppo stagionati.

Se scelto nella sua versione affinata in barrique, il Centesimino dà il meglio di sé con succulenti arrosti a base di carni importanti (come la selvaggina da pelo) e con formaggi a pasta dura accuratamente stagionati, altamente gustosi. Il miglior modo di gustare il Centesimino ancora giovane è servendolo a una temperatura compresa tra i 14°C e i 16°C, mentre per le bottiglie invecchiate vanno benissimo 18-20°C. Per quanto riguarda il passito, invece, da accompagnare con dolci e dessert, la temperatura ideale oscilla tra gli 8°C e i 10°C.

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