I vitigni autoctoni in Calabria, il vino e le denominazioni

La Calabria offre una vasta gamma di vitigni autoctoni: ecco quali sono e qual è la loro storia

La Calabria offre una vasta gamma di vitigni autoctoni;  la cultura vitivinicola calabrese risale al primo millennio a.C., quando la regione era abitata dai Bruzi. Percorrere la storia è, per un vitigno autoctono, un processo normale vista la propria resistenza a cambiamenti climatici e le condizioni naturali che lo rendono tale.

Il popolo italico insediava i territori dell’attuale Calabria, ed era ben predisposto alle colture, specie di olivi e viti. Questo il motivo per cui la produzione di olio e vino era di importanza centrale e caratterizzante per l’economia, basata proprio su questo tipo di merci.

La cultura vitivinicola nella Calabria di Dioniso

Nelle terre di Dioniso, dio del vino, delle viti e del delirio mistico, non possono mancare i vitigni autoctoni.

La storia della produzione vitivinicola calabrese risale alle popolazioni bruzie che colonizzarono le terre ioniche. Le stesse che nel 750a.C. venivano denominate Enotria dai Greci. Il nome della vecchia Calabria è dunque Enotria, nome che fa proprio riferimento alla bevanda, si traduce infatti “Terra del vino“.  Così i Greci hanno lasciato la loro testimonianza alla storia, di una cultura vitivinicola preesistente alla loro stessa colonizzazione. Solo dopo la stessa, si sono formate due tipi diversi di viticoltura: quella più interna e di montagna e quella più marittima, delle coste bagnate dal mare. I centri di commercio erano Crotone, Locri e Sibari, ampi spazi portuali grazie ai quali si è potuto comunicare con il resto del mondo tramite i propri mercati e commerci. Un modo per dare prova della qualità di questo tipo di colture.

L’evoluzione della produzione del vino, la caratteristica dell’Enotria, una vite che rinasce dopo le avversità della storia

La cultura vitivinicola dell’Enotria divenne di secondario interesse al momento della colonizzazione Romana, per lasciare spazio alle colture seminative. A livello enologico si andò verso una sostituzione dei vini greci per andare verso nuove produzioni. Si può parlare di un’evoluzione storica, dunque, rispettivamente i discorsi e le tradizioni legate al vino calabrese. È possibile avere testimonianza della qualità di questi vini anche da Plinio il Vecchio che li citò come “eccellenti” nel suo “Naturalis Historia“, specie in riferimento a:

  • Palmatium;
  • Palmi;
  • Sanatum.

Citabile certamente tra le opere della letteratura sulla viticoltura calabrese. Grazie proprio alla stessa, si fa risalire al 1600 la massima espansione della produzione enologica della zona. Le bottiglie erano largamente apprezzate e, dunque, commerciate, a sostegno anche le menzioni di Sante Lancerio, il bottigliere di Papa Paolo III Farnese. Ma poi il tracollo e la distruzione dell’idillio. Causa del disastroso tramonto di questa florea storia e reputazione ne fu la fillossera, l’insetto infatti distrusse completamente i vigneti calabresi. Non tutto viene perso, lentamente, ma comunque in maniera decisiva, ripartì la ricostruzione del patrimonio vitivinicolo. Ripercorrendo la storia, i produttori calabresi si sono dimostrati tenaci e determinati, oggi sono riusciti a riaffermarsi tra le migliori realtà produttive con vini di tutto rispetto.

I vitigni autoctoni in Calabria e le denominazioni 

I vitigni calabresi sono numerosi: maggiore la concentrazione di quelli a bacca rossa, solo il 20% è a bacca bianca. Numerosi dunque i nomi che ricorrono nell’enciclopedia autoctoni calabresi in entrambe le categorie:

bacca rossaVitigni autoctoni in Calabria a Bacca Rossa:

  • Calabrese (Nero d’Avola),
    Caratteristiche:
    foglia: grande, orbicolare, intera;
    grappolo: medio, conico, alato, spesso composto e mediamente compatto;
    acino: medio, ellissoidale od ovale;
    buccia: pruinosa, di medio spessore, molto resistente, di colore bluastro.
    Dal vitigno Calabrese (Nero d’Avola) si ottiene un vino dal colore rosso-rubino, asciutto, molto alcoolico, giustamente acido, corposo, di odore e sapore neutro. I vini in purezza si sono rivelati adatti all’affinamento in botte, grazie ad aromi fini e un buon potenziale d’invecchiamento.
  • Castiglione,
    Caratteristiche:
    foglia: media, pentagonale, trilobata;
    grappolo: medio, spargolo, piramidale;
    acino: elissoidali;
    buccia: pruinosa, spessa, di colore blu-nero.
    Dal vitigno Castiglione si ottiene un vino dal colore rosso-rubino, secco e tannico al palato. I vini in purezza rivela caratteristiche organolettiche ben precise.
  • Gaglioppo,
    Caratteristiche:
    foglia: media, pentagonale, pentabolata;
    grappolo: medio, compatto, conico, piramidale;
    acino: ovoidali, sferoidali;
    buccia: pruinosa, di colore blu-nero.
    Dal vitigno Castiglione si ottiene un vino in purezza dal colore rosso-rubino, floreale e fruttato al palato.
  • Greco Nero,
    Caratteristiche:
    foglia: media, cuneiforme, orbicolare, intera, trilobata;
    grappolo: medio, compatto, conico;
    acino: obovoidali;
    buccia: pruinosa, consistente, sottile, di colore blu-nero.
    Dal vitigno Greco Nero si ottiene un vino in purezza dal colore rosso-rubino.
  • Magliocco Canino,
    Caratteristiche:
    foglia: grande, orbicolare, pentabolata;
    grappolo: medio, compatto, conico;
    acino: elissoidali;
    buccia: pruinosa, consistente, di colore blu-nero.
    Dal vitigno Magliocco Canino si ottiene un vino in purezza dal colore rosso-rubino, caldo, fruttato, fine ed elegante al palato.
  • Malvasia Nera di Brindisi,
    Caratteristiche:
    foglia: grande, media, pentagonale, pentabolata;
    grappolo: medio, compatto, conico;
    acino: sferoidali;
    buccia: pruinosa, sottile, di colore blu-nero.
    Dal vitigno Malvasia Nera si ottiene un vino in purezza dal colore rosso-rubino, caldo, fruttato e aromatico al palato.
  • Marsigliana Nera,
    Caratteristiche:
    foglia: grande, media, pentagonale, pentabolata, trilobata;
    grappolo: medio, spargolo, cilindrico, conico;
    acino: sferoidali;
    buccia: pruinosa, consistente, di colore blu-nero.
    Dal vitigno Marsigliana Nera si ottiene un vino in purezza dal colore rosso-rubino, caldo e fruttato al palato.
  • Nocera,
    Caratteristiche:
    foglia: media, cuneiforme, pentagonale, intera, trilobata;
    grappolo: medio, spargolo, cilindrico, conico;
    acino: elissoidali;
    buccia: consistente, di colore blu-nero.
    Dal vitigno Nocera si ottiene un vino in purezza dal colore rosso-rubino, di corpo al palato.
  • Pallagrello Nero,
    Caratteristiche:
    foglia: grande, pentagonale, orbicolare, pentalobata, trilobata;
    grappolo: medio, compatto, cilindrico;
    acino: sferoidali;
    buccia: puntinata, con ombelico evidente, di colore blu-nero.
    Dal vitigno Pallagrello Nero si ottiene un vino in purezza dal colore rosso-rubino, fruttato e speziato al palato.
  • Prunesta,
    Caratteristiche:
    foglia: media, orbicolare, trilobata;
    grappolo: medio, compatto, conico, piramidale;
    acino: elissoidali;
    buccia: pruinosa, di colore blu-nero.
    Dal vitigno Pallagrello Nero si ottiene un vino in purezza dal colore rosso-rubino, secco, tannico e di corpo al palato.
  • Tintore,
    Caratteristiche:
    foglia: media, pentagonale, tre o cinque lobi;
    grappolo: piccolo, cilindrico, spargolo;
    acino: piccolo, rotondo, leggermente ellittico;
    buccia: spessa, di colore quasi nera.
    Dal vitigno Pallagrello Nero si ottiene un vino in purezza dal colore rosso-rubino, con riflessi violacei, un buon tenore alcolico, discreta acidità, tannini morbidi e buona ricchezza estrattiva.

bacca biancaVitigni autoctoni in Calabria a Bacca Bianca:

  • Greco Bianco,
    Caratteristiche:
    foglia: piccola, pentagonale, pentabolata;
    grappolo: lungo, compatto, cilindrico, piramidale;
    acino: elissoidali;
    buccia: molto pruinosa, di colore verde-giallo.
    Dal vitigno Greco Bianco si ottiene un vino in purezza dal colore giallo-dorato, minerale e fruttato al palato.
  • Guardavalle,
    Caratteristiche:
    foglia: media, pentagonale, pentabolata;
    grappolo: medio, compatto, cilindrico, conico;
    acino: sferoidali;
    buccia: poco pruinosa, di colore verde-giallo.
    Dal vitigno Guardavalle si ottiene un vino in purezza dal colore giallo paglierino, di corpo al palato.
  • Guarnaccia,
    Caratteristiche:
    foglia: media, orbicolare, pentagonale, trilobata;
    grappolo: medio, compatto, cilindrico, conico;
    acino: sferoidali;
    buccia: molto pruinosa, consistente, di colore verde-giallo.
    Dal vitigno Guarnaccia si ottiene un vino in purezza dal colore giallo paglierino, fine al palato.
  • Malvasia Bianca,
    Caratteristiche:
    foglia: grande, pentalobata, pentagonale, trilobata;
    grappolo: medio, spargolo, cilindrico, conico;
    acino: sferoidali;
    buccia:
    Dal vitigno Malvasia Bianca si ottiene un vino in purezza dal colore giallo, caldo, aromatico e floreale al palato.
  • Moscato Bianco,
    Caratteristiche:
    foglia: media, pentagonale, pentalobata, trilobata;
    grappolo: medio, compatto, cilindrico, conico;
    acino: sferoidali;
    buccia: poco pruinosa, di colore verde-giallo.
    Dal vitigno Moscato Bianco si ottiene un vino in purezza dal colore giallo paglierino, fragrante, aromatico e fresco al palato.
  • Pecorello,
    Caratteristiche:
    foglia: media, grande, orbicolare, intera, trilobata;
    grappolo: medio, compatto, cilindrico, conico;
    acino: sferoidali;
    buccia:
    Dal vitigno Pecorello si ottiene un vino in purezza dal colore giallo paglierino, fine al palato.

La concentrazione dei vitigni autoctoni in Calabria in percentuali

vitigni autoctoniÈ evidente che la concentrazione di vitigni sia decisamente alta in Calabria, dalla sua storia a oggi. Per questo, come detto, sono numerosissimi i vitigni autoctoni calabresi, specie quelli a bacca nera, il 77%, quindi 9.100ha, della concentrazione complessiva:

  1. Gaglioppo, 3.530 ha (30%);
  2. Calabrese, 3.180 ha (27%);
  3. Magliocco canino, 1.770 ha (15%);
  4. Nerello Mascalese (nel restante 20%);
  5. Nerello Cappuccio, 942 ha (8%);
  6. Greco Nero (nel restante 20%).

Non solo, anche se in una misura più bassa, la presenza dei vitigni a bacca bianca, 23%, quindi 2.700ha:

  1. Greco Bianco (nel restante 20%);
  2. Trebbiano Toscano (nel restante 20%);
  3. Montonico (nel restante 20%);
  4. Guernaccia (nel restante 20%).

Le denominazioni del vino calabrese: DOC e IGT in giro per la Calabria

Le denominazioni sono quei titoli attribuiti ai prodotti appartenenti alle filiere del food & wine che posseggono date caratteristiche. Per la Calabria si parla di circa 10 denominazioni DOC e altrettante IGT.

DOC:

  1. Terre di Cosenza DOC (CS)
  2. Bivongi DOC (RC);
  3. Lamezia DOC (CZ);
  4. Melissa DOC (KR – CZ);
  5. S.Anna di Isola Capo Rizzuto DOC (CZ);
  6. Greco di Bianco DOC (RC);
  7. Cirò DOC (KR);
  8. Savuto DOC (CS – CZ);
  9. Scavigna DOC (CZ);

IGT:

  1. Arghillà IGT (RC);
  2. Calabria IGT (CS – KR – VV – RC);
  3. Costa Viola IGT (RC);
  4. Lipuda IGT (KR);
  5. Locride IGT (RC);
  6. Palizzi IGT (RC);
  7. Pellaro IGT (RC);
  8. Scilla IGT (RC);
  9. Val di Neto IGT (Valle del Neto IGT);
  10. Valdarnato IGT (CZ).

Le zone di produzione e il vino in Calabria

Magliocco, Greco, Guarnaccia

  • Cosenza, Lamezia, Cirò e le zone della Locride sono le principali terre vitivinicole calabresi. Tra queste, la più estesa zona di produzione è quella cosentina, a nord, proprio al confine con la Basilicata, le sue viti sono poste su alture a 500\700 metri. Il vitigno autoctono ivi maggiormente diffuso è il Magliocco Canino, che risulta, nel calice, di colore intenso e profumato di mora e spezie. Poi, minor saturazione, a livello cromatico, nella Valle dell’Esaro. Invece, dagli 800 metri arrivano vini eleganti e profumati di Greco Bianco e Guarnaccia.

Magliocco, Gaglioppo, Greco, Aglianico, Trebbiano, Malvasia

  • Sul corso del fiume Savuto si trovano le uve nere a denominazione Savuto DOC e Lamezia DOC, oltre al diffuso Magliocco canino, il Gaglioppo, il Greco Nero e l’Aglianico nella Scavigna DOC. Tra le bianche sono presenti Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca, Chardonnay e Traminer Aromatico.

Gaglioppo
vino

  • A Cirò, in provincia di Crotone, quindi sul versante ionico le uve del Cirò DOC che donano vini a base Gaglioppo, un vitigno di antica nascita e odierna rinascita e che richiede migliori tecnologie produttive. Il Cirò DOC mantiene tonalità più trasparenti, che sfumano nell’aranciato, caldo al palato e un apprezzato tannino.
    Poi, di Gaglioppo anche i rosati, freschi e profumati di lampone.

Greco, Nocera, Nerello, Cappuccio

  • A Reggio Calabria il Bivongi DOC, tra vitigni internazionali e uve antiche, il Greco Nero, la Nocera, il Nerello Mascalese e Cappuccio. Inoltre, essi sono l’origine di vini semplici, ma anche di vini più complessi e dalla maggiore struttura e che danno ancor più dopo l’affinamento.

Mantonico

  • Poi nella Locride, terra che va dall’Aspromonte alla costa del Mar Ionio, cresce il vitigno Mantonico, che dà un vino dolce e fresco dopo un leggero appassimento.

Greco

  • I comuni di Bianco e Casignana sono ricchi di vitigni di Greco Bianco, da cui viene il famoso Greco Bianco dolce e ricercato proprio per la sua rarità. I suoi grappoli appassiscono per 10\15 giorni al sole, dando vita a una bevanda dolce, morbida, caratterizzata da note di zagara, bergamotto, albicocca, miele e salvia.

A Reggio Calabria, di recente iniziativa, nasce il Consorzio Tutela Terre di RC, in seguito al riconoscimento ministeriale accordato alle aziende vinicole reggine consorziate. Scopri tutte le ultime notizie nella sezione mondo vino del sito per restare aggiornato su tutte le novità di settore.

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