Vini da meditazione: quali sono, cosa sono, che caratteristiche e che mercato hanno

Avete mai sentito parlare dei vini da meditazione? Parliamo di vini molto particolari, cioè quelli strutturati affinché non siano per forza abbinati a delle specifiche pietanze oppure ha dei determinati cibi, quando piuttosto possono essere gustati anche da soli per chi ama questa bevanda.

I cosiddetti “vini da meditazione” sono quelli che hanno caratteristiche particolari ed è possibile assaggiarne tutti i pregi e definire le caratteristiche, anche degustandoli senza alcun cibo di accompagnamento. Questi vini hanno un mercato specifico, devono essere studiati e apprezzati per le loro peculiari caratteristiche.

Quali sono i vini da meditazione

I vini da meditazione sono quelli chiamati con questo nome a seguito della definizione di Luigi Veronelli. Il noto gastronomo, giornalista, editore, conduttore televisivo, filosofo e anarchico italiano, viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio eno gastronomico italiano. Per nobilitare tale categoria di vini, spesso non compresa dai più, l’esperto aveva deciso di identificarli in questo modo facendo riferimento a un tipo di vino molto saporito e dalle caratteristiche particolari.

Nello specifico, rientrano nel panorama italiano, diversi vini da meditazione. Vi sono in primis, i passiti dolci, complessi e molto ampi, come ad esempio il passito di Pantelleria oppure il Picolit dei Colli orientali del Friuli Venezia Giulia. Però, vi sono anche dei vini rossi che rientrano tra quelli “di meditazione”. Ad esempio vi sono:

  • il Barolo riserva;
  • il Brunello di Montalcino;
  • il Sagrantino di Montefalco;
  • il Vin santo del Chianti.

Parliamo di vini che hanno una produzione molto lunga, cioè dalla vendemmia alla bottiglia il percorso è particolarmente tortuoso, in alcuni casi. Per esempio, nel caso del Sagrantino di Montefalco oppure del Vin santo del Chianti, si arriva anche a otto anni di invecchiamento.

Tra gli altri vini da meditazione vi sono:

  • l’Erbaluce di Caluso passito;
  • il Vino Santo del Trentino;
  • il Cinque Terre Sciacchetrà;
  • l’Aleatico passito dell’Elba;
  • la Malvasia di Bosa;
  • il Cannonau di Sardegna riserva;
  • la Vernaccia di Oristano (liquoroso).

Possono essere considerati dei vini di questo tipo anche quelle un po’ più liquorosi, come ad esempio, lo Sherry, il Marsala o il Porto.

Le caratteristiche dei vini da meditazione

I vini di tal genere hanno delle caratteristiche ben particolari. Innanzitutto, si apprezzano soprattutto per dei profumi intensi e i loro sapori unici. Spesso sono anche difficili da abbinare con il cibo, per questo possono essere valutati al meglio, se consumati da soli. Degustare dei vini da meditazione richiede quiete, nonché molto tempo. Questi vini vanno sorseggiati con calma e assaporati in maniera alquanto lenta. Parliamo di vini vellutati che hanno un grado di alcolicità abbastanza alto. Risultano caldi dell’assaggio, ma in ogni caso sono davvero particolari.

Tali tipi di vini hanno tra le loro principali caratteristiche, come accennato, l’appassimento forzato. Molto spesso, infatti, sono soprattutto i passiti quelli che vengono chiamati in questo modo. Tali prodotti, cioè, vengono spesso lasciati per un periodo di tempo in una cassetta di legno con un’umidità al 60% e una temperatura intorno al 30%. Qui si forma una specie di muffa che trasforma gli zuccheri presenti nell’acino e va ad asciugare l’acqua. Quindi, la gradazione alcolica è anche molto alta.

Stesso discorso anche per il passito di Pantelleria o il Vin santo del Chianti. Parliamo di vini che hanno un affinamento molto lento e questo li rende particolari nel gusto. Non è un caso che sono difficili da abbinare. Anche per questo rientrano nella categoria dei vini da meditazione.

Come degustare i vini da meditazione

Se volete degustare in maniera corretta i vini da meditazione dovete rilassarvi fermarvi con calma e riflettere. Solo in questo modo riuscirete a comprendere la complessità e la composizione di tal tipo di vino. È un prodotto che richiede contemplazione, rispetto e tanta quiete. Anche nei ristoranti più affollati, questi vini comunque, richiamano a una pausa di riflessione per godere della storia e della complessità di questo tipo di prodotto.

I vini da meditazione vanno degustati alla sera, specie dopo la cena. Richiedono un ambiente più rilassato. Sono spesso accompagnati a dessert o ai dolci. Non è un caso che molti prodotti del genere sono tra i 10 vini da abbinare ai dolci. Talvolta sono anche da accostare a dei formaggi erborinati oppure al fois gras.

Qual è il mercato dei vini da meditazione

I vini di meditazione hanno un mercato abbastanza vasto che può contare su decine di cantine made in Italy. Questi esperti produttori e venditori aiutano a conoscere tali tipi di prodotti e a degustarli nel modo giusto. Negli ultimi anni si stanno tenendo tante mostre sui vini da meditazione, proprio per promuovere questo prodotto e per far capire, anche i meno esperti, quanto tali vini rappresentino una ricchezza per il mercato vitivinicolo italiano, ma non solo.

Molti vini da meditazione rientrano tra i vini pregiati più famosi in tutto il Mondo. Non è un caso, che spesso sono stati oggetto anche di numerose mostre. A inizio aprile 2023, ad esempio, vi è stata la mostra nazionale dei vini passiti e da meditazione organizzata a Mantova. È stata l’occasione favorevole per parlare di questo mercato e far conoscere le principali 40 cantine italiane che lo promuovono.

Ma in linea di massima, negli ultimi anni, il mondo di vini da meditazione (in particolare i passiti) sta prendendo sempre più piede fino a diventare un punto di riferimento importante per gli appassionati del mondo dei vini. Si tratta di un comparto completamente nuovo e tutto da scoprire!

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