Vendite record di champagne, boom nel 2022 e scenari futuri

Vendita record di champagne, nel 2022 relativamente al volume e al valore si è registrato il boom delle spedizioni di champagne verso l’Italia. Parliamo, in generale, di 10,6 milioni di bottiglie per un volume d’affari pari a 247,9 milioni di euro. Ci riferiamo al valore franco cantina e tasse escluse.

Le Comité Interprofessionnel du vin de Champagne, ovvero il Comitato interprofessionale del vino di Champagne, nella nota ufficiale sui risulati evidenzia questo importante traguardo. In più, sottolinea che nella classifica dei principali mercati dell’export per lo champagne, l’Italia arriva a quota +11,5 rispetto al 2021 e raggiunge il quinto posto sui volumi.

Rispetto all’anno precedente stabilisce il +19% e il quarto posto relativamente al valore. Vediamo tutti i dettagli sulla vendita record di champagne in Italia e tutte quelle che sono le prospettive future relative a questo comparto.

Vendite record di champagne, i dati

Il Comité Interprofessionnel du vin de Champagne ha evidenziato come nella classifica dei principali mercati dell’export per lo champagne, l’Italia nel 2022 ha avuto un vero e proprio anno record. Infatti, sono state vendute 325,5 milioni di bottiglie. Parliamo di una crescita pari all’11,5% rispetto al 2021 e il valore globale è arrivato a quota 6,3 miliardi di euro. Questi dati positivi erano emersi già a Natale 2022, con un boom di vendite.

L’aumento delle esportazioni

I dati raccolti dal Comité Champagne dimostrano che rispetto allo scorso anno, le esportazioni sono aumentate del 4,3%. È vero però, che in Francia le vendite sono diminuite. Parliamo di 138,4 milioni di bottiglie, ovvero -1,7% rispetto al 2021. Gli esperti hanno sottolineato come la quota generale delle esportazioni sul totale delle vendite superi il 57%. Appena fino a 10 anni fa questa quota era pari al 45%.

Maxime Toubart, Presidente del syndicat général des vignerons de Champagne, ha specificato come il primo mercato di esportazione è quello degli Stati Uniti, ma in realtà, sono anche aumentate le esportazioni verso altri Paesi, come abbiamo sottolineato relativamente al caso italiano. Inoltre, gli esperti hanno anche evidenziato come le riduzioni delle esportazioni verso la Russia non hanno avuto un forte impatto.

Quello dello champagne in Russia è, infatti, un mercato molto ristretto pari a meno di 2 milioni di bottiglie. Però bisogna mantenere un po’ l’ottimismo sotto chiave perché il contesto economico globale e quello geopolitico non sono per nulla rassicuranti, quindi bisogna valutarli con particolare attenzione.

Le preoccupazioni dei produttori di champagne

Questo report positivo per le vendite dello champagne con gli aumenti del 2022 ha fatto molto piacere sia ai produttori che agli stessi gestori del Comitato. Ma, come ha precisato anche Maxime Toubart, i risultati del 2022 sono stati ottimali ma bisogna andare cauti. Restano forti alcune preoccupazioni relative all’aumento del prezzo delle prime materie secche, nonché anche al rialzo dei costi di produzione.

Questo perché il comitato e l’intera Regione si stanno impegnando nel corso degli ultimi anni a mettere in campo delle specifiche pratiche ambientali. Inoltre, complice di questo aumento dei prezzi, è anche il contesto geopolitico con la guerra Russo Ucraina ancora presente, nonché l’inflazione. Per questo, secondo esperti, bisogna stare attenti nonostante l’aumento delle esportazioni faccia ben sperare.

Che cos’è il Comité Interprofessionnel du vin de Champagne e che ruolo ha

Il comitato del vino di Champagne, che in francese si chiama Comité Interprofessionnel du vin de Champagne, riunisce tutti i vincitori e tutte le maison di Champagne. Ha sede a Epernay in Francia ed è stato creato dalla Legge francese del 12 aprile 1941. Questa particolare organizzazione è incaricata di controllare e organizzare la distribuzione, ma anche la produzione e la promozione dei vini di Champagne. In più, conduce delle ricerche.

Fino alla data termine del 1990 era anche incaricata di fissare il prezzo dell’uva e ancora oggi va a regolare la produzione di vino per mantenere i prezzi dei mercati e l’entità del raccolto. Il Comitato, chiamato anche con l’anagramma CIVC, salvaguarda lo champagne, che è una denominazione di origine protetta ed è un marchio dal valore inestimabile.

Chiunque utilizzi il nome “champagne” in maniera non autorizzata è soggetto anche a contenziosi da parte del Comitato stesso. Questo Comitato ha un forte valore storico se si considera che nasce nel 1941 quando la Germania occupava Champagne e altre parti della Francia nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Tale particolare Consorzio è stato un modello per tutti i Comitati interprofessionali nati in diverse Regioni francesi per tutela di altri tipi di vini e anche per il Consejo regulador della Spagna oppure per il Consorzio d’Italia.

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