Una degustazione di vini bianchi italiani ed esteri per riflettere su quanto questa caratteristica incida sulla capacità del varietale di esprimersi e del tratto minerale di emergere.
Varietà, longevità e mineralità. Tre voci quanto mai attuali, con l’attenzione sempre crescente per gli autoctoni, la mineralità usata, abusata e messa all’indice e la longevità cui si ricorre in maniera costante quale termine di paragone per la qualità di qualsiasi vino. In merito a quest’ultima, capisco che il fattore invecchiamento sia degno di nota ma ogni tanto si dovrebbe sottolineare anche l’apprezzabilità del prodotto giovane.
Proprio la longevità, o, meglio, le diverse personalità che un vino può sprigionare nel corso degli anni, sono state al centro della degustazione di Lugana tenutasi a Le Morette la scorsa settimana.
L’azienda veneta che si estende su 32 ettari nella zona fra San Benedetto di Lugana e Sirmione, è guidata da Fabio e Paolo Zenato, figli del fondatore Gino. Obiettivo del’incontro è stato quello di confrontarsi con altri bianchi italiani ed esteri per riflettere proprio di gioventù e longevità, e di come questa incida anche sulla capacità del varietale di esprimersi e del tratto minerale di emergere
La prima batteria ha puntato su 2015 e 2014 con vini entry level, accessibili alle tasche di tutti – perché andrebbe ribadito che per bere bene non serve (per forza) spendere una fortuna, in questo caso i prezzi si aggirano fra i 5 e i 13 euro in cantina – mentre per la seconda ci si è inoltrati indietro sino al 2010.
Prima Batteria: bottiglie sicuramente ben fatte a livello tecnico che talvolta non riescono però a farsi portavoce del territorio.
Fiano di Avellino DOCG 2014 Ciro Picariello
Al naso Zolfo, gesso, pesca a polpa bianca, in bocca fiore bianco, sambuco, intensità e vena sapida che scorre dall’Irpinia al calice.
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. DOC Villa Bianchi 2015 Umani Ronchi
Fiore bianco dal profumo carico, caprifoglio e zagara, pompelmo, sorso che si espande in bocca, nota morbida bilanciata dalla sapidità.
Lugana DOC Mandolara 2015 Le Morette
Fiore primaverile di campo, fragranza e melone bianco. Sorso intenso e giovanissimo, vena citrica e leggera sapidità.
Alto Adige Pinot Bianco DOC 2015 Cantina Terlan
Al naso cera d’api e mela verde, bocca importante e incisiva che punta su una decisa sapidità
Kremstal Grüner Veltliner Point 2015 Mayr
Naso delicato, buccia di pera, bocca scorrevole, pulita, lineare.
Chablis 2014 Daniel Dampt & Fils
Nocciola tostata, burro, polpa gialla, si apre su un incipit fresco e lì rimane assiso.
Seconda Batteria: qui il territorio emerge in maniera più netta.

Fiano di Avellino DOCG 906 2012 Ciro Picariello
Un po’ chiuso, si apre poi rivelando note fumé e bocca di grande soddisfazione, che tuttavia sembra voglia celare ancora un po’ la sua migliore essenza.
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. DOC Casal di Serra V.V. 2010 Umani Ronchi
Burro fuso, fiore grasso, opulento, giglio, e sorso caldo e sicuro.
Lugana DOC Benedictus 2010 Le Morette
Un passo indietro lungo un lustro. Al naso maggiociondolo e caprifoglio, un leggerissimo ricordo di burro fuso, bocca ampia e ancora giovane, notevole freschezza, finale ammandorlato.

Alto Adige Terlano Pinot Bianco DOC Vorberg Riserva 2010 Cantina Terlan
Di sicuro non uno di quei vini che passano inosservati: imponente e possente, sia al naso che in bocca.
Kamptal Grüner Veltliner Lamm Reserve 2010 Hirsh
Selce e polvere al naso, bocca intensa e minerale.
Chablis Premier Cru Fourchaume 2013 Daniel Dampt & Fils
Profumi terziari e fiori gialli, fattura opulenta anche in bocca.