Fine wines 2022: qualche difficoltà, ma il mercato regge e contro l’inflazione i collezionisti spesso guardano al vino pregiato come a una potenziale copertura
Un mercato quello dei fine wines che regge anche nel 2022, nonostante l’inflazione dilagante, la crisi energetica globale, i timori di recessione e la stretta delle banche centrali. Certo è che la crescita non è esponenziale in questo secondo trimestre come nel primo, né tantomeno come lo scorso anno o come nel 2020.
Indice Liv-ex 1000
A fornirci i dati è Liv-ex 1000 – che tiene traccia della performance di 1.000 vini pregiati leader del settore – è aumentato del 3,6% su base annua in termini di sterline nei tre mesi fino al 30 giugno.
Liv-ex 1000 contiene sette sottoindici:
- Bordeaux 500
- Borgogna 150
- Champagne 50
- Rodano 100
- Italia 100
- Resto del mondo 60
Nello specifico, la Borgogna è stata indiscussa protagonista tra i fine wines nel secondo trimestre 2022, con un aumento dell’8,1% su base annua. Si registra un calo rispetto alla crescita del 14,6% del primo trimestre, ma lascia comunque l’indice complessivo Burgundy 150 in crescita del 23,9% quest’anno.
Il secondo sottoindice più forte nell’ultimo trimestre è il Rhône 100, che ha visto un aumento del 3,5%.
Champagne, Bordeaux, Italia e il resto del mondo hanno registrato una crescita modesta in termini di sterline, ma sono in calo se considerati attraverso la lente del dollaro.
Qual è il vino più performante tra i fine wines nel secondo trimestre 2022?
Si tratta dell’Ermitage Le Pavillon 2014 di Chapoutier: il vino ha visto aumentare il suo valore del 48,2% nel secondo trimestre ed il suo prezzo si aggira sui 2500 euro.
Si tratta di un Syrah in purezza, prodotto da La Maison Chapoutier, i cui vini sono riconosciuti dai migliori intenditori di tutto il mondo per raffinatezza e alta qualità.
Michel Chapoutier, proprietario della Maison, detiene il record mondiale di punteggi di 100/100 assegnati da Robert Parker. Oggi è Mathilde Chapoutier, sua figlia, a dirigere l’iconica casa, che possiede oltre 350 ettari di vigneti nelle denominazioni più prestigiose della Valle del Rodano settentrionale e meridionale.
A dominare la top ten di Liv-Ex 1000 sono i vini della Borgogna e del Rodano.
La maggior parte delle altre regioni ha mantenuto i propri livelli di scambio dal primo al secondo trimestre. Le uniche regioni in calo sono state la California e il Piemonte.
Facciamo il punto sullo Champagne
Lo Champagne di prestigio ha avuto 18 mesi particolarmente intensi sul mercato e il Louis Roederer Cristal 2008 è stato il vino più scambiato in valore su Liv-ex nel secondo trimestre.
A seguire:
- Screaming Eagle 2019
- Cristal 2014
- Château Lafite Rothschild 2019
- Scarecrow 2019
“La debolezza della sterlina rispetto al dollaro significa che i prezzi dei vini pregiati stanno diventando più accessibili per gli acquirenti americani e asiatici”, si legge nel rapporto Liv-ex 1000.
La situazione Italia
L’ Italy 100 è l’Indice Liv-Ex riguardante l’Italia. E’ formato dalle ultime 10 annate in commercio di:
- Barolo Bartolo Mascarello
- Barbaresco Gaja
- Barolo Cascina Francia Giacomo Conterno
- Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno
- Masseto, Ornellaia
- Sassicaia Tenuta San Guido
- Solaia
- Soldera Case Basse 100% Sangiovese e Tignanello
L’indice risulta in crescita dell’ 1%, e tra le 10 migliori performance mensili del mese di giugno ci sono ben tre etichette italiane:
- Ornellaia 2018: +9,5% con un prezzo di 1.755 sterline a cassa. Si tratta del terzo vino più scambiato a giugno 2022, che segue Romanee-Conti 2017 Domaine de la Romanee-Conti (+20,1%) e Dom Pérignon 2010 (+14,7%)
- Brunello di Montalcino 2016 di Poggio di Sotto: +7,1%, 2.200 sterline
- Masseto 2016:(+6,6%, 9.540 sterline).