Comité Champagne e le prospettive per i prossimi 10 anni

Per il Comité Champagne nel prossimo decennio le prospettive includono 10 milioni di euro in più per ricerca e sviluppo.

I copresidenti del Comité Champagne, Maxime Toubart e David Chatillon hanno delineato il progetto e le prospettive dell’Associazione per i prossimi dieci anni durante un evento tenutosi questa settimana a Wine Paris & Vinexpo Paris.

Dopo l’annuncio che lo Champagne ha continuato a crescere lo scorso anno, con 326 milioni di bottiglie spedite nel 2022 (+1,6% rispetto al 2021), sono arrivati ​​gli ambiziosi piani del Comité per il futuro.

Toubart e Chatillon hanno ulteriormente spiegato che difendere la denominazione e la reputazione dello Champagne rimane una “grande priorità”. Hanno promesso di lottare contro il “continuo e crescente uso improprio della denominazione e di sviluppare nuovi supporti e tecnologie per combatterlo“.

champagne

Quali sono le prospettive per lo Champagne?

In cima all’agenda dell’associazione di promozione e tutela c’è il lancio di un nuovo centro di ricerca, innovazione e sviluppo all’avanguardia, che dovrebbe aprire i battenti nel 2025. La struttura aumenterà del 40% le dimensioni del laboratorio esistente della denominazione e include una sala di fermentazione più grande e una cantina sperimentale, oltre a raddoppiare le dimensioni della sua sala di degustazione.

Spiegando la logica alla base della decisione, Comité Champagne ha affermato che “la ricerca varietale è un forte strumento di adattamento ai cambiamenti climatici” oltre ad essere una risposta alle “aspettative della società per la riduzione dei prodotti fitofarmaceutici”.

Pertanto, il Comité Champagne nelle prospettive future ha deciso di aumentare il suo budget annuale di ulteriori 10 milioni di euro (8,9 milioni di sterline) nei prossimi cinque anni, da investire in ricerca e sviluppo e sostenibilità. Tra i lavori da fare c’è: la ricerca di nuove tecniche per contrastare le varie forme di degrado del vigneto, la definizione di nuovi protocolli di manutenzione del suolo e l’attuazione di nuove strategie enologiche per anticipare gli effetti del cambiamento climatico.

terroir champagne

Per la regione Champagne approfondimento sul tema della sostenibilità.

Nel 2003, la Champagne è diventata la prima regione vinicola al mondo a effettuare una valutazione dell’impronta di carbonio e la denominazione prevede di accelerare il suo piano per contribuire a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di carbonio entro il 2050. Parte della strategia prevede una riduzione significativa delle sue emissioni, sviluppando pozzi di carbonio e, “come ultima risorsa”, compensando le emissioni inevitabili”, ha affermato il Comité.

Ad oggi, la denominazione è già riuscita a riciclare il 90% dei rifiuti industriali e il 100% dell’acqua utilizzata. Ha inoltre ridotto la sua impronta di carbonio del 20% per bottiglia (con l’obiettivo di ridurla del 75% entro il 2050).

“Non si tratta solo di rispondere alle mutevoli esigenze dei consumatori, si tratta di garantire la produttività e la sostenibilità dei vigneti dello Champagne, progettare e promuovere una viticoltura in equilibrio con l’ecosistema e produrre una quantità sufficiente di uve di qualità”, ha affermato Toubart. “Questo è l’obiettivo del nostro piano industriale e il corso che ci stiamo prefiggendo”.

champagne tasting

Focus on sull’associazione Comité Champagne.

Il Comité Champagne è l’interprofessione della filiera Champagne. Dal 1941, assicura l’interesse comune dei Vigneron e delle Maison di Champagne e contribuisce all’equilibrio e alla diffusione di tutta la filiera Champagne e della sua denominazione. L’ente di tutela ha l’ambizione di essere uno strumento di progresso economico. Tende a mettere le due famiglie, quella dei Vigneron e quella delle Maison di Champagne, in un rapporto di partnership e di ricerca del consenso. Il Comité Champagne lavora quotidianamente a favore di circa 16.200 Vigneron, 130 Cooperative e 370 Maison di Champagne, mettendo su un piano di parità e riunendo attorno allo stesso tavolo sia i piccolissimi elaboratori che le grandi aziende internazionali.

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