Vino vegano, aumentano la produzione e la richiesta

Aumentano la produzione e la richiesta di vino vegano: ma quali sono le caratteristiche di questo vino?

Crescono la domanda e la produzione di vino vegano.

I dati Eurispes 2022 fotografano in Italia un 1,3% della popolazione che si dichiara vegan mentre il 6,7% degli italiani è vegetariano. Numeri che diventano più alti in alcuni paesi quali il Regno Unito: qui il numero di vegani è quadruplicato in cinque anni arrivando a costituire una comunità di 600.000 persone.

Negli ultimi anni in Europa la produzione di vini vegani sta crescendo velocemente, di pari passo con lo sviluppo di stili di vita orientati in tal senso. È un fatto ormai assodato che il vegan sia una tendenza che sta coinvolgendo sempre più il mondo occidentale.

In Italia, le aziende vitivinicole che hanno scelto di aderire a questo standard si trovano principalmente nel nord Italia e, in particolar modo, in Friuli Venezia Giulia.

Le caratteristiche del vino vegano

Si può definire vegano quel vino realizzato senza l’utilizzo di prodotti o derivati di origine animale.

L’assenza di prodotti di origine animale deve necessariamente accompagnare tutte le fasi di produzione. Il riconoscimento di vino vegano, infatti, si ottiene dopo rigorose verifiche effettuate da marchi privati, come Ceviq o VeganOk.

A differenza del vino biologico – organic nei paesi di cultura anglosassone –  non è certificato da normative europee o nazionali.

Per assurdo, quindi, un vino vegano potrebbe non essere biologico, essendo le due certificazioni totalmente slegate tra loro. 

Quella biologica è una certificazione garantita da una normativa europea per un prodotto a residui zero, nel rispetto dell’ambiente, delle risorse e del clima. Le certificazioni vegane sono di tipo volontario e, dunque, non normate e non standardizzate. Non hanno, perciò, nulla a che vedere con le Doc, Dop, Igp.

Il procedimento produttivo del vino vegano

Se si vuole produrre vino vegano, già dal vigneto va evitato qualsiasi tipo di contaminazione con sostanze di origine animale.

Si devono, pertanto, evitare concimazioni a base di letame e pollina per sostituirle con sovesci (concimazioni vegetali) di leguminose e composti a base di humus, da compiere durante l’anno, a seconda delle esigenze colturali.

Anche durante il processo di trasformazione in cantina, si devono eliminare tutti i derivati animali che servono per la stabilizzazione e chiarificazione del vino per sostituirli con estratti di origine vegetale. Per ottenere la certificazione di “vino vegano”, inoltre, non si possono utilizzare le colle, a base di caseina, per etichettare le bottiglie e, quindi, vanno utilizzate esclusivamente etichette adesive. Da ultimo il vino deve essere analizzato da un laboratorio accreditato che stabilisca l’assenza totale del Dna animale (bovino, suino e ittico). In breve, il riconoscimento di vino vegano si ottiene dopo una rigorosa verifica dell’assenza di prodotti di origine animale negli ingredienti e, a seconda della certificazione, anche nel packaging.

Il packaging vegano

Se si vuole realizzare un packaging certificato vegano, è vietato chiudere le bottiglie con la cera prodotta dalle api. Allo stesso modo sono bandite colle e inchiostri di origine animale per le etichette, che possono essere solo adesive.

Vegano e vegetariano: quale differenza?

I prodotti vegetariani non devono contenere carni, di qualunque tipo, e più in generale ingredienti o loro derivati ottenuti dall’uccisione diretta di animali. Il vino è un prodotto idoneo al consumo da parte dei vegetariani solo quando non contiene nessuno degli ingredienti “vietati” né loro derivati, come possono essere la colla di pesce o di ossa o la gelatina animale. Nei prodotti destinati all’alimentazione vegana, invece, oltre al divieto di utilizzare carni e loro derivati è vietato anche l’impiego di derivati di origine animale non necessariamente ottenuti dall’uccisione di animali, usati non solo come ingredienti, ma anche come additivi o come coadiuvanti tecnologici.

Vino biodinamico: quali certificazioni?

Anche il vino biodinamico non gode di una legislazione ad hoc. Sostanzialmente a definirne norme e  e muove dai principi formulati dall’austriaco Rudolf Steiner: così come tutti i prodotti biodinamici anche i vini hanno associazioni come Vini Veri e VinNatur a fissare una serie di regole che gli associati devono seguire. Caratteristiche imprescindibili sono le fermentazioni spontanee e senza alcuna aggiunta di lieviti.

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