Alleanza Cooperative Agroalimentari chiede che si faccia chiarezza sull’utilizzo del termine “vino naturale“
Occorre giungere presto alla definizione di un unico standard di sostenibilità per il settore vitivinicolo, al fine di razionalizzare e valorizzare al tempo stesso gli standard già esistenti al fine di esaminare in maniera più controllata e disciplinata i requisiti di sostenibilità.
Lo chiede l’Alleanza Cooperative Agroalimentari che in questi giorni ha riunito il Coordinamento del Settore Vitivinicolo.
E’ molto importante che al fianco dei requisiti ambientali si sviluppino anche quelli legati alla sostenibilità economica e sociale e che a chi gli rispetta si possa dare un marchio distintivo. La riconoscibilità nei confronti del consumatore è un aspetto fondamentale per valorizzare e tutelare il lavoro delle imprese.
In tale contesto, l’Alleanza ha espresso attraverso una lettera al Ministero, le sue perplessità riguardo alla poca chiarezza che ruota intorno alla terminologia dei «vini naturali» nell’etichettatura e nella presentazione dei vini.
Luca Rigotti, Coordinatore Nazionale dell’Alleanza Cooperative Italiane per il settore vino nella lettera scrive: “La mancanza di una procedura o di un sistema regolamentato come invece è previsto per i vini biologici o quelli certificati con lo standard volontario SQNPI, consente di fatto un utilizzo potenzialmente ingannevole della terminologia vino naturale, tenuto conto dell’assenza di regole condivise. A differenza di quanto avviene per gli altri standard, per i quali esiste un’attività di riscontro dei requisiti rivendicati affidata ad enti terzi di certificazione, per i vini naturali non esiste un sistema predisposto a livello nazionale”.