La biotecnologia applicata al contesto viticolo a favore della sostenibilità e l’uso di Piwi e Tea come rimedio a lungo termine al cambiamento climatico
Nell’ultimo numero del Corriere Viticolo si trova un interessante articolo sulla genetica della vite, con un punto di vista più favorevole all’utilizzo di soluzioni biotecnologiche, ossia PIWI e TEA, per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e per fornire nuovi strumenti innovativi al settore e contribuire ai raggiungimenti degli obiettivi europei della Farm to Fork.
Nello specifico si specifica che la genetica applicata alla viticoltura riguarda “Da una parte piante autonomamente resilienti alle malattie ottenute da incroci; dall’altra piante in cui la mutagenesi naturale è accelerata tramite nuove biotecnologie ecosostenibili. Entrambe le soluzioni daranno il loro contributo, perché non sono in concorrenza ma alternative. Ciò che è certo è che il panorama viticolo che conosciamo muterà molto nei prossimi 10-20 anni, esprimendo una nuova biodiversità viticola, fino ad oggi sconosciuta e inespressa”.
Una possibilità che viene data al settore viticolo che meno di altre categorie ha avuto una evoluzione in questo senso. Tra gli obiettivi dell’Europa per una agricoltura ecosostenibile si richiede il dimezzamento delle quantità di fitofarmaci e in questo la genetica può essere un valido supporto, unito ad una buona gestione del vigneto, grazie alle piante autonomamente resilienti alle malattie ottenute da incroci, le così dette PiWi, o a piante le cui caratteristiche genetiche sono mutate come avviene in natura, le così dette Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), dove la mutagenesi naturale è accelerata tramite nuove biotecnologie ecosostenibili.
Cosa ne pensa il mondo enologico e agronomico? Siamo difronte a due fronti. Da un lato chi sostiene una filosofia “purista” e che ripudia l’incontro con le innovazioni scientifiche, soprattutto quando si parla di agricoltura; Dall’altro troviamo una discreta quantità di produttori che iniziano a puntare sulle biotecnologie, sia applicate a realtà produttive storiche, sia applicate a nuove realtà.
Che differenza c’è tra le TEA e i PIWI? Si parla nel primo caso di Tecniche di Evoluzione Assistita che sono in grado di accelerare l’evoluzione di una specie per ottenere sostanzialmente un clone. Nel caso di PIWI invece si parla di incroci tra due specie differenti per dar vita a una nuova specie geneticamente diversa dai due “genitori”. La prima garantisce l’evoluzione e il perdurare della specie originale, la seconda invece da vita a nuove varietà e quindi alimenta la biodiversità. Alle 36 varietà iscritte nel RNVV (altre 16 si sono aggiunte negli ultimi 10 anni) si aggiungeranno altre decine di nuove varietà resistenti