Lo Champagne punta sul biologico

La nuova strada è biologica e biodinamica, una scelta vincente in un mercato in forte espansione.

L’iconica bollicina francese ha fatto la sua scelta. Quello del biologico è un mercato in costante crescita e sono sempre più le superfici in conversione o convertite alla filiera ed allo stesso tempo aumentano la domanda di mercato.

La nuova frontiera del Bio

Nel 2019, secondo L’Association Des Champagnes Biologiques, la produzione biologica è stata portata avanti da 260 maison con 1148 ettari di vigne, di cui 618 ettari in conversione. I vigneti biologici rappresentano il 3,4% della superficie della denominazione, una cifra inferiore a quella di altre regioni vitivinicole francesi, ma che corrisponde a un aumento della superficie del 24% rispetto al 2018. Nella prima metà del 2020 l’Agence Bio ha già registrato l’inizio della conversione di 137 nuove cantine, vale a dire 685 ettari supplementari di vigne.

Certificazioni

Una decisione che sta convincendo anche le grandi Maison che con approcci cauti e graduali si stanno adeguando alle esigenze di mercato. La strada è ardua: sono necessarie certificazioni, il Comité interprofessionnel du vin de Champagne (CIVC) ha recentemente creato la VDC, la certificazione di viticoltura sostenibile in Champagne che vede certificate circa 335 aziende. Molte di queste sono contemporaneamente certificate HVE (High Environmental Value), l’HVE è una certificazione francese creata e supervisionata dal Ministero dell’Agricoltura Agroalimentare e Forestale per promuovere la produzione di aziende agricole che si impegnano volontariamente in pratiche rispettose dell’ambiente.

Lo scopo è comunque quello di orientarsi verso una viticoltura sostenibile con azioni orientate a valorizzare e tutelare la biodiversità prendendosi cura di vigneti preziosi che si tramandano da generazione in generazione.

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