Con il motto “La Biodiversità che ci unisce” il Biodistretto Marche presenta la prima rassegna
Marche e il distretto biologico più esteso in Europa in termini di dimensioni, estensione delle aree agricole e volume d’affari, una rete che unisce i coltivatori e gli agricoltori biologici delle Marche, una iniziativa nata nel mese di dicembre 2021.
“Oltre la frammentarietà che ha sempre contraddistinto il territorio marchigiano, quello che per numeri, superfici agricole e fatturati si presenta come il più grande d’Europa entra finalmente in piena operatività”.
È il Distretto Biologico Marche che ha presentato i suoi obiettivi nel corso di un incontro che si è tenuto a Palazzo Raffaello alla presenza del presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini.
“Il biologico nasce qui nelle Marche e da qui diventa protagonista – ha esordito il presidente della giunta regionale, Francesco Acquaroli – Oggi rappresenta una grande opportunità e sono convinto che lavorando in sinergia con i territori si riescano a valorizzare le nostre eccellenze anche utilizzando quelle strategie di crescita previste dalla nuova programmazione europea, strumento per affermare non solo la nostra agricoltura ma anche la qualità di un territorio che finora è stato poco conosciuto. L’agricoltura rappresenta la qualità della vita, il benessere alimentare, l’identità, la tradizione, il nostro modo di essere: non è solo il prodotto finale ma è il testimonial del territorio”.
“La Regione – ha spiegato Antonini – ha favorito la nascita del Distretto Biologico Marche e ne ha sostenuto l’avviamento perché consapevole delle potenzialità di questo strumento che oltre a rappresentare un presidio territoriale per la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale, si offre anche come nuovo modello di sviluppo per l’agroalimentare attraverso una strategia mirata che favorisce lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale oltre all’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale”.
All’incontro ha preso parte anche il presidente del Distretto, Giovanni Battista Girolomoni. Al suo fianco i membri del comitato esecutivo: Tommaso Di Sante, Andrea Passacantando e Federico Marchini.
I numeri del Bio nelle Marche
Un podio che si conferma quello dell’impegno degli agricoltori marchigiani verso il biologico. Secondo l’ultimo report del Sinab (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) le Marche hanno il 26,6% di terreni bio rispetto al totale della superficie agricola. Cifra che, oltre a decretare il raggiungimento dell’obiettivo del 25% chiesto dall’Ue entro il 2030, ci pone anche di gran lunga sopra la media italiana (18,7%) ed europea (9,6%).
Il merito va all’incessante dedizione dei produttori e alla sinergia di tutte le forze in gioco, dalle amministrazioni alle associazioni di settore, che la regione ha sempre dimostrato di saper portare avanti, con concretezza e organizzazione. Al lavoro ci sono più di 4200 operatori impegnati in vari settori produttivi: dai cereali (22mila ettari) al vino (6800 ettari), dall’ortofrutta (oltre 5mila ettari) all’olio (più di 3mila ettari).
Insieme per il Bio
“Il Distretto Biologico Marche presenta ‘Insieme per il Bio‘ come primo evento, sottolineando l’unione d’intenti che ha portato alla sua creazione – ha detto Girolomoni – L’agricoltura biologica, cresciuta da una nicchia a un movimento sempre più ampio nel corso degli anni, ha visto la nostra regione in prima linea. Ora, la sfida è far diventare il biologico la normalità nel consumo delle persone. Il nostro obiettivo principale è informare e promuovere, sottolineando l’importanza dell’agricoltura biologica. Nonostante il primato mondiale nell’export di prodotti bio sia italiano, per sostenere il consumo dobbiamo focalizzarci sul territorio, trasmettendo il messaggio che il biologico e il locale sono la scelta ideale”.
Un ambito di rilevante significato, quello dei Distretti, è stato introdotto ai partecipanti attraverso l’analisi condotta da Alberto Sturla e Laura Viganò presso Crea, finalizzato a indicare che le Marche presentano la maggiore presenza di ettari biologici all’interno di un organismo di questo genere.