Il Susumaniello, tra i vitigni autoctoni più conosciuti e caratteristici della Puglia

La storia del Susumaniello

Il Susumaniello è un vitigno autoctono della Puglia a bacca nera, tra i più caratteristici e rappresentativi della Regione. Nonostante la Puglia sia tra le regioni con maggiore produzione di vino in Italia, gran parte di essa non avviene secondo disciplinare, e dunque, i vini ed i vitigni pugliesi pagano spesso il prezzo con uno scarso riconoscimento tra i vini italiani.

Il nome Susumaniello, deriva dalla grande quantità di grappoli che il ceppo è in grado di produrre in giovane età e che permetteva, appunto, di “caricare il somaro”, ma viene annoverato con altri nomi quali: “Somarello nero”, “Zuzomaniello”, “Susomaniello” o “Susomariello nero”, “Cozzomaniello”, “Grismaniello”, “Uva nera”, “Cuccipaniello”, “Zingariello”.

Questo vitigno ha rischiato l’estinzione – evitata grazie ad una successiva rivalorizzazione del territorio – principalmente per due motivi:

1- il passaggio da una coltivazione ad alberello tipico pugliese ad una coltivazione a spalliera;

2- la perdita di interesse nei confronti di questo vitigno che in casi di produttività elevata, dona uve meno concentrate.

È chiaro che, per ottenere vini che esaltino le caratteristiche organolettiche del vitigno e di qualità fine, sia necessario produrre un quantitativo più scarso di uva con grande concentrazione di terpeni, antociani e polifenoli: questo porta alla riscoperta del Susumaniello i cui ceppi, in età matura, producono minor quantitativo di uva.

Purtroppo il Susumaniello è stato considerato a lungo come vino da taglio, ovvero destinato a correggere il tiro di altri vini poco appetibili.

Questo vitigno è stato registrato nel 1974 con codice 229 nel Registro Nazionale varietà di vite.

Zone di produzione e caratteristiche del Susumaniello pugliese

Il susumaniello è un vitigno diffuso principalmente nel Brindisino e nel Leccese, ma ormai riconoscibile e riconosciuto anche nel territorio della Valle d’Itria. Questa varietà infatti, è idonea alla coltivazione in tutta la Puglia, esclusa la provincia di Foggia.

Per Brindisi e Lecce è annoverato nel disciplinare di produzione dei vini Doc.

Il suo acino è piccolo e tendente al nero/blu, dotato di una bassa acidità. Pare perfettamente miscelabile con altre uve come il Negroamaro – che presenta invece un’acidità molto alta – e la Malvasia nera.

Queste uve garantiscono la produzione di vini rossi in purezza o miscelati con il Negroamaro, rosati e spumanti.

Il vino prodotto si mantiene attorno ad un tasso alcolico del 10,5% – 13%.

Secondo il disciplinare di produzione Doc Brindisi, il Susumaniello presenta un colore rosso rubino con riflessi violacei, sentori di frutti di bosco, un sapore vellutato, persistente ed armonico con un tasso alcolemico che si attesta attorno al 12%.

Il clima tipicamente mediterraneo della Puglia ed il territorio di coltivazione del Susumaniello

Il clima pugliese è prevalentemente mediterraneo, il quale risulta caldo ed asciutto in estate e con inverni poco intensi e poco piovosi. La brezza marina, invece, favorisce uve dagli aromi unici.

Il terreno è calcareo-argilloso e presenta piccole differenziazioni da provincia a provincia.

L’abbinamento al cibo del Susumaniello

Ecco i principali abbinamenti del vino Susumaniello:

  • il vino rosso, più corposo e tannico ma con bassa acidità, presenta sentori di frutti rossi e prugna e si abbina bene ai tipici gnumerieddi e bombette, così come ai funghi o ai primi di carne;
  • il vino rosato, dagli aromi più delicati fruttati – talvolta tendenti all’agrumato – ed erbacei, è molto apprezzato in Puglia poiché perfettamente abbinabile a piatti di pesce con un sapore un po’ più intenso come il baccalà. Potrebbe essere abbinato anche al tipico piatto pugliese di fave bianche e cicorie;
  • la versione spumante può essere abbinata al tipico aperitivo pugliese con friselle, latticini e salumi.

Insomma, per un abbinamento perfetto, ricordate di provare tutti i piatti della tradizione pugliese.

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