Alle origini dell’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg

Mario Maffi, storico enologo della zona, racconta l’ascesa dell’ Oltrepò Pavese e le difficoltà burocratiche che lo hanno frenato

Il territorio pavese, a sud del Po, racconta una storia vinicola che parla anche un po’ francese, attraverso quel vitigno, amato da tanti, che è il pinot nero: è così che nasce l’ Oltrepò Pavese  Metodo Classico Docg.

Due secoli fa, Carlo Gancia individuò qui il terreno più simile a quello della Champagne e nella metà dell’800 il Conte Giorgi di Vistarino portò in Oltrepò delle barbatelle di pinot nero ed il sistema di allevamento a guyot, dimostrando una visione moderna e innovativa del vino.

Più tardi, Gancia e Vistarino iniziarono una produzione sperimentale di “champagne” italiano ma non credettero fino in fondo nel progetto e sul momento rinunciarono. Intorno al 1870 Domenico Massa di Montelio produsse “Champagnino”, un vino spumante con risultati sorprendenti, tanto che nel 1892 gli fu conferito un riconoscimento dai francesi.

La svolta

La svolta decisiva si ebbe nel 1904, quando 4 giovani enotecnici, Ballabio, Odero, Riccadonna e Sernagiotto crearono la Società Vinicola Italiana Casteggio con l’obiettivo di produrre spumante metodo classico.

Lo esportarono anche negli Stati Uniti e nel 1909 fu posta una bottiglia del loro vino ai piedi della statua della Libertà, insieme ad un cartello con scritto “Bevete spumante italiano”. La società si sciolse con la 1^ guerra mondiale; Ballabio andò avanti con la produzione di metodo “champenoise”, ma solo fino al 1978, quando venne proibito l’uso di tale nome. Dal 1958 la famiglia Pontiroli di Canneto proseguì con il progetto metodo classico da pinot nero e solo dopo la 2^ guerra mondiale altri vignaioli lo seguirono.

Il cambio di passo vero e proprio si ebbe negli anni ‘70 con l’avvento di grandi aziende da fuori, che investirono nell’Oltrepò: era evidente che fosse una zona di eccellenza per il pinot nero.

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In foto l’enologo Mario Maffi

Oggi a che punto è l’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg?

“L’Oltrepò ha pagato per anni il frazionamento del territorio e l’individualismo dell’uomo- interviene il Dr. Mario Maffi, famoso enologo della zona – negli anni ’70 il disciplinare fu fatto dai politici e non dai tecnici. Il valore di un territorio si rappresenta con la qualità dei suoi prodotti. Era in atto uno studio di zonazione tra la Regione e il Prof. Attilio Scienza, ma è sospeso”.

 

(Sara Cintelli)

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