Soave da visitare: vino, paesaggi, storia e gastronomia

Soave, situata nell’Est veronese, è una destinazione imperdibile per gli amanti del vino, dei paesaggi, della storia e della gastronomia.

Veste fascino ed eleganza la Soave di oggi, bandiera arancione dei Touring, una perla nel cuore del Veneto in cui l’agricoltura rappresenta una delle economie più importanti. Non a caso, nel 2018 tutta la zona è stata riconosciuto dalla Fao come “Patrimonio Agricolo di rilevanza Mondiale”.

La Soave di oggi è storia, territorio, vino e prodotti tipici. Difficile sapere da dove iniziare. Ma parlando con le persone che mi hanno accompagnato in questo intenso viaggio, non ho potuto non apprezzare la coesione e compartecipazione di tutti i player legati al turismo ed enogastronomia. 

Benvenuti a Soave, dove la storia e i paesaggi si intersecano con il vino e la gastronomia

Il borgo di Soave è tra i più belli della regione. Arrivando dall’autostrada, uscita “S.Bonifacio-Soave”, dopo un paio di rotonde ti ritrovi a percorrere via San Lorenzo, come il nome di uno dei Santi protettori della città, e ti rendi subito conto di come il paesaggio sia diverso da quello che ti ha accompagnato per tutto il viaggio.

Circondata da verdi colline ricamate di rigogliosi vigneti, Soave si svela a poco a poco, mentre le vai incontro, mostrando al contempo le imponenti mura medievali e i sorrisi ospitali di chi dentro e fuori queste mura ci vive o ci lavora.

I vigneti di Soave

Soave e Dante

Nella ufficiale versione, Soave deve il suo nome agli Svevi o Suaves, che si stabilizzarono nel settentrione dopo l’invasione dei Longobardi. Ma la storia di questo borgo si interseca con quella del Sommo Poeta e racconta tutta un’altra versione. “Soave” era appunto l’impressione che Dante ebbe del borgo e della quiete che lo circonda e del suo gioiello enologico dalla delicata e seducente organolessi: il Soave per l’appunto!

Alla scoperta di Soave, storica, esoterica, panoramica

Cinto da mura e 24 torri del 1375, merlate a coda di rondine (Ghibelline), il borgo è accessibile dalle tre antiche porte: Aquila, Verona (la principale via di accesso al paese) e Vicentina.

Quest’ultima si affaccia su Borgo Covergnino da dove inizio il tour esoterico di Soave accompagnato da Daniela, di Verona Autoctona.

L’atmosfera che ci ruota intorno ad ogni passo è intrisa di simboli che sembrano tanti piccoli occhi di chi ha vissuto e percorso quelle stesse vie secoli addietro.

La prima tappa è la Chiesa di San Giorgio, dei padri Francescani, dalle semplici forme e con un piccolo campanile che svetta non più in alto dei cipressi che lo circondano.

Chiesa di San Giorgio

Lo spirito che regna all’interno di questo luogo di preghiera è profondo e riflette ancora l’etica dei francescani che lo fondarono. Curiosità: all’interno troviamo la costola di un animale preistorico. Si narra che questa cadrà in testa a colui che è penitente.

A ridosso dello storico centro, di fronte alla Residenza ai Capitelli e, più in là, alla Cantina Rocca Sveva gli occhi si perdono ad ammirare il possente castello Scaligero.

La fortezza medievale che domina il borgo fu presumibilmente costruito nel secolo X, per difendere la valle dalle invasioni degli Ungheri. Due secoli più tardi fu la volta del dominio della dinastia degli Scaligeri, con Mastino I della Scala che conquistò la fortezza ed i suoi successori che furono determinanti nel rafforzare il castello e la città con le mura, tutt’ora visibili.

A fare gli onori di casa non trovo i Cangrande ma il Sig.Maurizio (Verona Autoctona), che al termine di un percorso lungo la Via dei dieci Capitelli, immersa nella natura e nei vigneti, alla scoperta del territorio del Soave Classico, mi racconta come prosegue la storia.

Come possiamo immaginare ha tutto il fascino di secoli e secoli di invasioni, lotte e vicende che ancora si respirano nell’aria e che hanno scandito il tempo di questi luoghi.

Curiosità: Lungo il sentiero natura, che percorre il Monte Tenda, incorniciato dai tipici muretti a secco, si raggiunge Piazza Scheeti. Il nome deriva dai nummuliti, fossili presenti sul suolo a forma discoidale simili a monetine, in veneto “scheeti”.

Gli Scheeti

Entrando nel borgo, lungo la via principale, si incontrano numerosi edifici storici che narrano il passato di Soave.

Partendo da porta Verona si percorre la via principale, fulcro delle attività e della vita sociale dei soavesi. Raggiungendo Piazza Antenna si scoprono numerosi palazzi d’epoca come Palazzo di Giustizia, Palazzo Cavalli, Palazzo dei Conti Sambonifacio e Palazzo del Capitano; Le chiese: Il Duomo di San Lorenzo Martire, Chiesa di S. Maria Assunta della Bassanella, Chiesa di San RoccoChiesa di Sant’Antonio e Santa Maria dei Padri Domenicani; Le cantine all’interno del centro storico: Pieropan, Cantina Coffele, Cantina del Castello, Rocca Sveva e molte altre.

L’antica via Postumia

Soave si trova lungo la antica via Postumia, via consolare romana costruita da Postumio Albino per scopi militari, console romano, nel 148 a.C. nei territori della Gallia Cisalpina (Pianura Padana).

In realità risalgono a questa data solo i tratti Genova-Tortona e Cremona-Alpi Giulie, mentre il resto fu costruito dall’imperatore Augusto circa un secolo dopo, ivi compreso il tratto che raggiungeva l’area di Verona.

Il tracciato collegava, perpendicolarmente allo stivale, Aquileia a Genova, due dei più importanti porti nel nord della penisola:

Oltre 900 chilometri tuttora più o meno percorribili, in parte sulla via originale, che accompagnano il viaggiatore alla scoperta di città d’arte, paesaggi rurali, colline e pianure fino alle coste.

Data la sua estensione e direzione, la via Postumia ha assunto una importanza sempre maggiore come punto di collegamento di numerosi altri percorsi che oggi sono stati recuperati a scopo turistico e di rivalutazione ambientale.

La antica Via Postumia

Soave nel bicchiere

Degustare e comprendere il Soave richiede una attenta conoscenza del territorio. Questo si presenta estremamente variabile sia nella struttura e composizione del suolo che nella esposizione e tecniche di allevamento ed agronomiche.

I suoli sono estremamente variabili a volte anche all’interno dello stesso vigneto. Si sono identificati 4 tipologie principali:

  • Colline vulcaniche, vini con maggiore acidità, complessi e strutturati
  • Colline calcaree, vini più eleganti, terpenici, aromi di frutta matura
  • Pianura vulcanica, vini freschi, equilibrati, persistenti
  • Pianura calcarea, vini con estrema finezza, intensità e persistenza

Il disciplinare distingue geograficamente la zona classica (comuni di Soave e Monteforte) dal resto della denominazione.

Questo variegato panorama si riflette nel bicchiere rendendo ancor più affascinante il mio viaggio alla scoperta della denominazione con Chiara Mattiello, Consorzio Tutela Vini Soave, una delle firme al lavoro di zonazione dell’intera area di Soave.

Lavoro non facile se si ragiona sulla enorme variabilità del territorio, che ha portato alla identificazione di 4 macroaree e ben 33 UGA (Unità Geografiche Aggiuntive). Di fondamentale importanza per la rivalutazione qualitativa dell’intera denominazione, oggi ben diversa dalla Soave delle generazioni precedenti.

  • Soave panorama dal castello scaligero
  • Soave panorama

Enoturismo a Soave

Buone proposte per l’enoturismo sono quelle che ho trovato nelle aziende della denominazione.

Il paesaggio collinare ampiamente vitato conduce verso il borgo e nasconde qua e là le cantine, come dei piccoli fari, in mezzo a questo distesa verde.

Sembra proprio che chiunque passi di qua non possa non apprezzare il nettare di Bacco e cercare occasioni uniche di degustazione. Ai numerosi eventi che propongono i vini di Soave si uniscono le proposte delle singole cantine:

  • Soggiorni nelle stanze degli agriturismi ricavati da vecchi casolari adiacenti alle cantine, come quelle di Monte Tondo, arredate in sintonia con il contesto rupestre dove si immerge la cantina.
  • Collezioni di attrezzi e documenti “vintage” che hanno fatto la storia dell’agricoltura degli ultimi due secoli, un tuffo nella storia per tutte le età, come si può vedere nel Museo del Vino di Villa Canestrari.
  • Attività all’aperto, come Pic-Nic, trekking a cavallo, percorsi “Botanic” alla scoperta della flora spontanea del luogo ed esperienze gourmet o luxury, come nella Cantina Sveva, alle porte di Soave.
  • Ma lo stesso borgo storico è pieno di antiche cantine che ancora oggi ospitano i passanti per le visite e le degustazioni (come Cooffele e Pieropan).

Il turista non può non apprezzare i colori della campagna e i profumi delle cantine. Un autentico rifugio per gli sguardi e la mente per chiunque transiti da queste parti e i percorsi che portano alla conoscenza del Soave (vino) si sposano con le numerose risorse che il territorio offre. Ciò che ne nasce è un’offerta davvero intrigante.

Related Posts

Ultimi Articoli