Sardegna, l’enoturismo per valorizzare l’entroterra

Non solo mare. La Sardegna punta sull’enoturismo per valorizzare l’entroterra e sviluppare tutte le sue potenzialità. Le criticità da risolvere? I trasporti e la formazione dei lavoratori.

La Sardegna è nota soprattutto per la bellezza delle sue coste e del suo mare. La Sardegna, però, ha tanto altro da offrire. Il suo entroterra, per esempio, offre il ritratto più tipico della cultura e delle tradizioni sarde, i cui simboli sono i nuraghi, antiche costruzioni tipiche dell’isola, e la pastorizia. L’enoturismo può essere la linea che congiunge tutto questo, offrendo un turismo esperienziale e sostenibile che tocca località meno note della Sardegna.

I vini della Sardegna

Il vino sardo più famoso è sicuramente il Cannonau ma la cultura vitivinicola sull’isola ha una storia che affonda le radici nel passato.

La coltivazione della vite in Sardegna risale al tempo dei fenici, ma testimonianze di presenze greche, romane e cartaginesi hanno lasciato traccia nei secoli successivi. Alla fine del XIV° secolo, con l’importazione del vitigno Vernaccia, la Sardegna vitivinicola inizia ad avere una svolta importante, anche grazie al vitigno Vermentino introdotto poco più tardi. Poi, nel secolo successivo, è stata la volta del Cannonau, introdotto dagli Spagnoli (che da loro prende il nome di Alicante), e, a seguire, i vitigni Bovale, Monica e Nasco. L’annessione della Sardegna al Piemonte diede nuovo vigore e fama all’enologia sarda, soprattutto grazie all’estensione nei territori vinicoli degli altri vitigni Nuragus di Cagliari, Malvasia e Torbato, che hanno contribuito notevolmente all’esportazione dei vini sardi verso il Piemonte, l’Austria e la Francia.

In epoca più recente, nuove tecnologie enologiche messe a punto dai viticoltori sardi hanno consentito il rinnovamento del settore vitivinicolo, migliorando qualitativamente la produzione con vini rossi eleganti e strutturati e vini bianchi freschi e sapidi come il Vermentino di Gallura, molto apprezzato nelle tavole internazionali.

Il Cannonau

Come detto, il Cannonau è il vino sardo più noto. Si tratta di un vino di colore rosso rubino e rappresenta il vino rosso più indicato per gli abbinamenti con i piatti di carne tipici della cucina sarda (porceddu, agnello e capretto arrosto) e con i formaggi stagionati. Rappresenta il vitigno a bacca nera più diffuso nell’isola. Viene prodotto nell’intero territorio della Sardegna: prevalentemente in Ogliastra, nelle Baronie, nel Nuorese e zone limitrofe, nella Romangia ed in altre aree minori; tra queste meritano menzione: il Mandrolisai ed il Burcerese.

Jerzu, la capitale del Cannonau

Jerzu è considerata la capitale del Cannonau. E’ un piccolo borgo di circa tremila abitanti, situato nella provincia dell’Ogliastra. Sorge a 450 metri d’altitudine nella vallata del rio Pardu, incorniciato da altopiani calcarei dalle forme singolari, i Tacchi di Porcu ‘e Ludu e di Troiscu. Si arrampica su vari livelli con ripide strade che conducono a scorci suggestivi. Il suo territorio ha rilievi con pareti scoscese ideali per il free climbing e sentieri di trekking (o mountain bike) nella natura incontaminata con boschi di lecci e aceri, mirti e ginestre, fichi, castagni e mandorli.

Il paesaggio è dominato da aspre colline con oliveti, coltivazioni cerealicole e, soprattutto vigneti, che si distendono a perdita d’occhio, specie nelle valli del Pardu e del rio Quirra e nella piana di Pelau. Annualmente vengono prodotti centomila quintali d’uva, da cui deriva il cannonau rosso che fa di Jerzu la ‘città del vino’. La cantina sociale nata a metà XX secolo è tappa d’obbligo per i visitatori. Sin dal XVI secolo c’erano le ‘vie del vino’, che già da allora era esportato anche oltralpe.

Al cannonau sono legati due imperdibili appuntamenti di inizio agosto. Durante la sagra del vino sfilano antichi carri usati per le vendemmie e costumi tradizionali di Jerzu e di gruppi folk isolani e si degustano vino e piatti tipici, culurgiones e coccoi prenas. Compresa nella sagra c’è Calici sotto le Stelle: dal tramonto, in giro per le cantine ‘storiche’, si potranno assaggiare i vini più pregiati, con accompagnamento musicale di tenores e launeddas. Altre prelibatezze sono su pani conciu (pane cotto nel vino), e is tacculas (tordi aromatizzati col mirto).

Jerzu, non solo cannonau

Per la valorizzazione (e salvaguardia) del patrimonio ambientale in paese è nato il museo naturalistico. Alla natura si aggiunge poi l’archeologia. Quanto all’arte, nell’ex stazione ferroviaria jerzese è ospitato il museo Stazione dell’arte di Ulassai, dove sono esposte le opere dell’artista internazionale Maria Lai. Jerzu è anche città del teatro: grazie al festival Ogliastra Teatro. La festa di Sant’Antonio da Padova è la più sentita: il 13 giugno, dalla parte alta del paese il simulacro del santo viene portato in processione alla chiesetta campestre a lui intitolata, in un suggestivo scenario circondato dai Tacchi.

Le criticità da superare

I problemi da affrontare per facilitare un’esplosione dell’enoturismo in Sardegna sono sostanzialmente due: i trasporti e la formazione degli operatori.

Questi i due fronti su cui è necessario investire. E’ necessario rendere più agevoli gli spostamenti tra una località e l’altra, potenziando il trasporto pubblico interno all’isola. E non solo. La vera svolta può arrivare dal turismo lento ed ecologico che utilizza la bicicletta per gli spostamenti.

La formazione degli operatori è un aspetto sul quale la stessa Regione Sardegna e i Gal stanno investendo. Un progetto degno di nota è, ad esempio, “Enotria: paesaggi e percorsi del vino”. La produzione agricola, la cultura e la gastronomia sono i cardini del programma dedicato ai professionisti del settore. L’obiettivo è rilanciare il made in Sardegna delle eccellenze enogastronomiche, salvaguardando la bontà dei prodotti identitari che rendono l’isola tempio di stile di vita salutare e longeva. Uno dei traguardi da raggiungere è la costituzione di un modello di circuito delle strade del vino in Sardegna, strategico per il turismo enogastronomico dalle grandi potenzialità in tutta l’isola che vanta innumerevoli possibilità attraverso sentieri e cantine di produzione DOC, DOCG e IGT.

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