Lazio, approvata la legge regionale sull’enoturismo

L’assessore all’Agricoltura Righini: “L’enoturismo può contribuire alla crescita economica del Lazio. Una legge che va in questa direzione”.

Il Consiglio regionale del Lazio, guidato dal presidente Antonello Aurigemma, ha approvato all’unanimità dei presenti, 43 voti favorevoli su 43 consiglieri presenti, la proposta di legge regionale n. 38 del 21 giugno 2023, riguardante la disciplina delle attività enoturistiche ed oleoturistiche. Si tratta di un’iniziativa legislativa della Giunta regionale, illustrata in Consiglio dall’assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini.

L’assesore Righini: “Una legge che favorisce la crescita dell’enoturismo”

“Questa proposta di legge – ha esordito Righini – deriva dalla necessità di implementare e rafforzare in ambito regionale quanto normato in materia di turismo del vino e dell’olio dalla legge n. 205 del 27/12/2017, dalla legge 27 dicembre 2019 n. 160 e dai decreti del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo del 12 marzo 2019 (Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica) e del 26 gennaio 2022 (Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleo turistica)”. L’assessore ha spiegato che “tale esigenza nasce dalla consapevolezza che una normativa regionale chiara ed efficace su tali materie sia indispensabile per favorire la crescita di un comparto, come quello del turismo del vino e dell’olio, che oltre a rappresentare dei prodotti d’eccellenza della Regione Lazio, può, se validamente supportato, contribuire alla crescita economica ed occupazionale della Regione. A fine di definire un quadro esaustivo dello specifico settore – ha aggiunto Righini – la proposta di legge è predisposta anche per coordinare le disposizioni nazionali vista la presenza di una rilevante legislazione regionale in materia”.

I contenuti della legge

La proposta di legge prevede anche “un organico coordinamento con le disposizioni regionali in materia di diversificazione delle attività agricole indirizzate alla disciplina delle attività multifunzionali e multimprenditoriali, siano esse esercitate da imprese agricole, da un imprenditore non agricolo all’interno di una azienda agricola o da soggetti imprenditoriali non ricadenti nelle precedenti fattispecie, quali, ad esempio, le imprese titolari di frantoi e cantine che non svolgono attività di produzione primaria”, ha spiegato l’assessore.

“In tale ottica – ha aggiunto Righini – vengono quindi disciplinati in questa proposta di legge regionale, oltre a diversi requisiti squisitamente tecnici (inizio attività, modalità d’esercizio, vigilanza e controllo, sanzioni), anche una serie di misure volte ad una effettiva promozione ed implementazione delle attività legate all’enoturismo e l’oleoturismo, che si ravvisano nell’offerta formativa volta a qualificare, informare e riqualificare gli operatori del settore e nella promozione delle attività tramite la creazione di percorsi enoturistici e oleoturistici“.

Alla seduta e alla votazione era presente anche il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.

La soddisfazione dell’assessore Righini

“L’approvazione all’unanimità della prima legge nel Lazio sull’eno-oleoturismo è una grande notizia per tutto il settore. Un sentito ringraziamento va ai colleghi consiglieri, ai miei collaboratori e ai dirigenti dell’agricoltura per l’ottimo lavoro svolto. Si tratta di una proposta di legge, composta da 19 articoli, che ha duplici obiettivi: in primis quello di far conoscere e indirizzare i visitatori verso mete alternative o complementari alla città di Roma”. Questa le parole dell’assessore Righini, subito dopo l’approvazione della legge proposta dalla giunta regionale del Lazio.

“Recenti studi, infatti, hanno evidenziato le straordinarie potenzialità del turismo legato all’enogastronomia e soprattutto la voglia sempre più crescente da parte dei turisti di voler conoscere e scoprire i luoghi e le aziende dove si producono le eccellenze del territorio” ha sottolineato.

“Un altro punto cardine della suddetta legge è la formazione degli operatori del settore che, a nostro avviso, debbono acquisire una profonda conoscenza del territorio che rappresentano affinché l’offerta turistica sia estremamente esaustiva e competente. Siamo convinti, quindi, che grazie a questo provvedimento il settore agricolo possa finalmente imboccare la strada del rafforzamento del suo ruolo all’interno dell’economia regionale diventando uno straordinario volano di sviluppo e occupazione”.

Il commento del presidente del Consiglio regionale Aurigemma

“È stata approvata oggi in aula, alla Pisana, la proposta di legge sulla disciplina delle attività enoturistiche e oleoturistiche. Si tratta di un provvedimento concreto, importante, che oltre a tutelare la qualità dei nostri prodotti, valorizza e rafforza l’indotto turistico, e quindi anche quello economico. Nella nostra regione, l’ambito agroalimentare ha un patrimonio di eccellenze, di ricchezze, che rappresentano la storia e le tradizioni dei nostri territori”. Così il presidente del consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, dopo l’approvazione della legge. “Questo atto conferma l’attenzione dell’amministrazione regionale verso le istanze degli operatori del settore, e può generare ricadute positive anche per lo sviluppo economico e il nostro tessuto produttivo locale”.

Le regioni vinicole del Lazio

La zona vinicola più importante del Lazio sono i rilievi che si innalzano a sud-est di Roma, denominati Castelli Romani. Qui predominano le uve a bacca bianca come Malvasia del Lazio e Trebbiano giallo; poi il Bellone e altre varietà locali. Tra quelle a bacca nera Cesanese, Sangiovese e Montepulciano, ma anche Merlot, Ciliegiolo e Bombino Nero. La Castelli Romani DOC è il riferimento della zona, altre sono Montecompatri Colonna DOC, Zagarolo DOC, Cori DOC e altre.

Tra Roma e Frosinone, in Ciociaria, vi è la zona del Cesanese, vitigno autoctono a bacca nera che dà origine a vini rossi di grande struttura, come nel caso del Cesanese del Piglio DOCG o del Cesanese di Affile DOC o di Olevano Romano (anch’esso DOC). La quarta denominazione della zona è la Genazzano DOC, nelle tipologie bianco e rosso.

In provincia di Latina prevalgono i vini rossi, ad esempio nella Aprilia DOC. Nel territorio costiero che va da Latina a Terracina vi è la denominazione Circeo DOC, con riferimento al promontorio che caratterizza il suo paesaggio.

In provincia di Viterbo, sui terreni di origine vulcanica attorno al Lago di Bolsena, si coltivano soprattutto uve bianche come Trebbiano Toscano e Giallo, oltre a Malvasia puntinata (del Lazio). Il vino più famoso è l’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone DOC. Tra i vini rossi l’Aleatico di Gradoli DOC. Le altre due denominazioni della zona sono la Tarquinia DOC e Cerveteri DOC.

I vigneti della provincia di Rieti si trovano sulla fascia pedemontana dell’Appennino. La Colli della Sabina DOC è condivisa con la provincia di Roma, e comprende quasi per intero la riva destra del Tevere.



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