Il turista enogastronomico, l’anima delle cantine italiane

Il turista enogastronomico, che unisce l’interesse per il vino a quello della buona cucina, è l’anima delle cantine italiane. È quanto emerge dal report Enoturismo e Vendite direct-to-consumer 2023 dell’azienda tecnologica Divinea, specializzata in servizi digitali per il settore vitivinicolo.

L’indagine ha coinvolto 129 cantine distribuite su tutto il territorio italiano, di cui un 25,7% proveniente dal Nord-Est, un 33,1% dal Nord-Ovest, un 23,5% dal Centro e un 17,7% dal Sud e le Isole.

L’enoturismo abilita le vendite dirette

Dal report emerge come l’azienda vinicola sia in assoluto il luogo migliore per vendere vino ai privati e contestualmente il momento più efficace per la raccolta dati dei visitatori, una volta terminata l’esperienza di degustazione in cantina.

Per il visitatore, in realtà, l’esperienza eno-turistica comincia anche prima e potenzialmente potrebbe finire ben dopo il momento che intercorre tra l’arrivo in azienda e la sua partenza verso la destinazione successiva. C’è tutta una fase pre-visita che lo ha portato a scegliere di vivere quell’esperienza e una fase post-visita dove continua ad interagire con il brand diventando così nel tempo un cliente fidelizzato.

Credits: Divinea

Sempre più aziende si sono strutturate per migliorare l’interazione dei visitatori con la cantina sia online che offline, tramite sito web e social.

Nel 2021 i siti web delle cantine dotati di sistema di prenotazione e pagamento anticipato delle visite erano il 5,7%. Nel 2022 le aziende che si sono dotate di un sistema professionale sono il 7,5. In termini relativi è un dato sicuramente incoraggiante. Se analizzato in termini assoluti, si denota che le aziende tendono ancora a sottostimare l’importanza del sito web come canale di conversione oltre che vetrina.

Le cantine italiane prediligono la tradizione

In generale, l’offerta enoturistica italiana resta fortemente focalizzata sulle degustazioni tradizionali che si attestano al 70,8%, in linea con l’anno precedente. Crescono le esperienze speciali, vista la presenza sempre maggiore di proposte eno-gastronomiche e pic-nic che rappresentano il 18% dell’offerta. Gli eventi e le esperienze online rappresentano ciascuna circa il 5% del totale.

Durante la settimana l’offerta è crescente tra il lunedì e il venerdì, dove sono prenotabili il 75,4% delle esperienze. È possibile prenotare il 60,3% delle proposte nella giornata di sabato e solo il 31,8% di domenica. Pur essendo la giornata più richiesta, solo un’azienda su tre è strutturata per accogliere persone l’ultimo giorno della settimana.

Crescono le esperienze personalizzate

Se da un lato l’offerta enoturistica è concentrata sulle degustazioni, dall’altra le
aziende stanno sempre più personalizzando le loro proposte in funzione del loro pubblico. A conferma di ciò, l’85,5% delle aziende dichiara di segmentare il loro portfolio di esperienze enoturistiche.

Le esperienze consigliate a wine lover e sommelier sono il 73,3% mentre sono
in forte crescita quelle pensate per coppie e clienti alto spendenti che si attestano rispettivamente al 48,1% e 47,3%. A seguire troviamo le esperienze per persone in cerca di momenti di relax e benessere.

In arrivo 10 milioni di enoturisti dall’estero

Il numero di persone straniere è probabilmente calato rispetto agli anni pre Covid ma, in termini qualitativi, “restano un bacino prezioso con un potere di spesa alto, che tende ad acquistare significativi quantitativi di vino”. Secondo i recenti calcoli di Cna Turismo e Commercio, nell’estate 2023 sono attesi circa 10 milioni i vacanzieri che pernotteranno fuori casa “grazie al vino”. Circa tre milioni saranno stranieri, per un movimento economico quantificabile intorno ai 2,5 miliardi di euro.

Gli stranieri arriveranno principalmente da Francia, Germania, Regno Unito, Austria, per quanto riguarda l’Europa, e da Stati Uniti d’America e Giappone, fuori dal vecchio Continente. Il picco si raggiungerà nelle settimane della vendemmia. Infatti, sempre più turisti, soprattutto provenienti da centri urbani italiani e stranieri, chiedono di essere coinvolti in questo momento importantissimo dell’annata agraria.

Cantine Aperte. Credits: Divinea

Al quinto posto entrano i neofiti con sempre più aziende che stanno adattando la comunicazione per avvicinare persone curiose di scoprire per la prima volta cosa c’è dietro una bottiglia di vino. Subito dopo gli sportivi che coniugano la bellezza dei luoghi del vino alle visite in cantina, in particolare quelle che si sono attrezzate per venire incontro alle loro esigenze con proposte dedicate e strutture dotate dei servizi necessari.

Al settimo posto ci sono le famiglie, che soprattutto nel fine settimana e durante la stagione estiva, scelgono di passare in cantina una giornata in famiglia o dedicano alla visita un turismo di prossimità. All’ottava posizione c’è il turista casuale che non pianifica la visita, mentre al nono posto i visitatori con animali domestici che premiano le aziende che hanno l’accortezza di prendersi cura degli animali. All’ultimo posto il visitatore ricorrente, ovvero persone che hanno vissuto un’esperienza positiva in una cantina e sono i migliori candidati a diventare ambasciatori di un brand del vino. 

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