Non si ferma la crescita dell’enoturismo in Italia: 14 milioni di turisti per un giro di affari di 2,5 miliardi di euro.
Continuano la crescita dell’enoturismo in Italia: 14 milioni di enoturisti, che rappresentano il 20% del totale dei turisti nel nostro Paese, per un giro di affari che ha toccato i 2,5 miliardi di euro. E si tratta soltanto di un punto d partenza per un settore che ha un potenziale di sviluppo enorme.
I dati illustrati da Angelo Radica, presidente di Città del Vino
L’enoturismo attira ogni anno un numero sempre più alto di turisti nel nostro Paese. Si parla, infatti, di 14 milioni di turisti – il 20% del totale dei turisti in Italia – per un giro di affari di 2,5 miliardi di euro. I dati sono stati illustrati da Angelo Radica, presidente dell’associazione nazionale Città del Vino, insieme a Giuseppe Festa, docente di Economia e Gestione delle imprese dell’Università di Teramo, nel corso di un convegno alla quinta edizione di Eruzioni del Gusto. Si tratta di un evento culturale ed espositivo sull’enogastronomia e le eccellenze delle terre vulcaniche d’Italia aperto al pubblico, promosso dall’associazione culturale Oronero – Dalle scritture del fuoco, al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, tra Portici e Napoli.
Sebbene le cantine attirino un pubblico variegato, rimangano da migliorare alcuni aspetti basilari. In primo luogo, è necessario formare imprenditori e figure addette all’accoglienza.
La dichiarazione del sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo
Il vino italiano ma anche cibo italiano sono stati al centro della giornata. Vino e cucina tipica sono, infatti, un binomio indissolubile. “Il turismo enogastronomico è in forte ascesa: circa il 20% di turisti che decidono di passare uno o più giorni di vacanza in un determinato posto, piuttosto che in un altro, lo fanno esclusivamente per quello che dal punto di vista dell’agroalimentare viene prodotto o trasformato in piatti unici”, ha detto in collegamento video Luigi D’Eramo, sottosegretario all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste. “Quindi continuiamo a pensare quanto sia importante potenziare e unire turismo, buon cibo e ottimi prodotti perché questo ci dà la possibilità di moltiplicare anche le presenze turistiche e far conoscere sempre più le nostre bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche” ha concluso il sottosegretario.
La crescita del turismo enogastronomico
Oggi i viaggiatori mostrano un forte desiderio di scoprire e vivere l’enogastronomia, e sono i dati a dimostrare la centralità nell’esperienza di viaggio.
Quasi 6 italiani su 10 (circa 9,6 milioni) hanno svolto un viaggio con il food & wine come ragione principale – un valore cresciuto di ben 37 punti percentuali rispetto al 2016. E Il 67% ha svolto almeno 5 esperienze a tema cibo, vino, olio a prescindere dal motivo del viaggio, un dato in crescita sul 2021, quando era al 42% (fonte: Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2023).
Questo interesse diffuso si ravvisa anche tra i viaggiatori del Vecchio Continente. Le proposte legate ai paesaggi naturali e le attività enogastronomiche sono le più ricercate per i viaggi della seconda metà dell’anno 2023. Sono indicate rispettivamente dal 17,4% e dal 16,3% degli europei, ossia circa 21,3 e 19,9 milioni; 6,2 milioni, invece, chi viaggia con motivazione primaria l’enogastronomia (fonte: European Travel Commission).
Un’opportunità per le guide turistiche
Nei giorni scorsi al Senato è stata discussa la riforma della disciplina della professione di guida turistica, figura che può dare un grosso contributo alla crescita dell’enoturismo. Hanno partecipato alle audizioni Roberta Garibaldi (Associazione Italiana Turismo Enogastronomico), Michele Sonnessa (Associazione nazionale Città dell’Olio) e Angelo Radica (Associazione nazionale Città del Vino). Tutti e tre hanno evidenziato l’opportunità di arricchire e ampliare le conoscenze delle guide turistiche – oggi centrali nella divulgazione del patrimonio italiano – anche all’agroalimentare e ai territori rurali.
“Il nostro 21 Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sul turismo del Vino 2023 realizzato da Nomisma – ha evidenziato Angelo Radica Presidente Città del Vino – fa rilevare che la formazione per oltre il 75 % degli intervistati è strategica per lo sviluppo dell’enoturismo. Inoltre, il 65 % delle aziende de vinicole intervistate dichiarano che stanno assumendo ma il 69 % di esse ha difficoltà a trovare personale specializzato. Anche il Decreto (2019) ‘sull’esercizio dell’attività enoturistica’ ricorda l’importanza di personale addetto competente e formato, anche sulla conoscenza delle caratteristiche del territorio, e per lo svolgimento delle attività di degustazione e commercializzazione. A nostro parere, quindi, è opportuno che il profilo professionale di guida turistica debba contenere materie didattiche che attengono alla conoscenza dei territori, caratteristiche e localizzazione di prodotti, vino e oli tipici”.
Un seminario sulle tecniche di evoluzione assistita
Eruzioni di gusto ha trattato tanti temi. Di vino e viticoltura si è discusso anche in un seminario moderato da Antonio Corbo sulle Tecniche di evoluzione assistita, Si tratta di tecniche per l’evoluzione genetica delle piante ancora poco note ma capaci di essere una alternativa all’uso della chimica. All’ncontro al quale hanno partecipato Vincent Renzo, delegato Onav Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino per Napoli; Luigi Frusciante, emerito di Genetica Agraria Università di Napoli Federico II; Eugenio Pomarici Università degli studi di Padova e membro della delegazione italiana presso l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino; Paolo Sabbatini Università di Torino; Stefano Sequino Unione Giuristi della Vite e del Vino.