I Colli Berici, Vicenza e Andrea Palladio

I Colli Berici si trovano a sud di Vicenza. Qui l’enoturista può fare un viaggio tra sapori e arte, tra i grandi vini del territorio e i capolavori di Andrea Palladio.

Se si pensa al Veneto, la mente subito ci porta a Venezia e alla sua laguna. Ma il Veneto è tanto altro. C’è, ad esempio, un territorio dove lo sguardo si perde tra i vigneti e si sofferma tra le ville, incantandosi davanti ai capolavori architettonici realizzati da Andrea Palladio. Stiamo parlando dei Colli Berici, terra di colline ed altipiani, in provincia di Vicenza.

I Colli Berici

La zona dei Colli Berici si trova a sud di Vicenza. Ne fanno parte numerosi comuni del vicentino:

  • Alonte
  • Altavilla Vicentina
  • Arcugnano
  • Barbarano Mossano
  • Brendola
  • Castegnero
  • Longare
  • Lonigo
  • Nanto
  • Orgiano
  • Sarego
  • Sossano
  • Val Liona
  • Vicenza
  • Villaga
  • Zovencedo

La storia di questo territorio è raccontata da borghi, eremi, ville e conventi. Ed anche dai vigneti e dai vini: da qui sempre qui l’uomo ha coltivato la vite. Proprio qui, inoltre, Andrea Palladio ha lasciato le testimonianze più alte del suo lavoro.

I vini dei Colli Berici

La zona dei Colli Berici è una terra di vini rossi, tra cui spiccano l’autoctono Tai Rosso, i bordolesi Cabernet e Merlot e il Carmenère. Tra i vini bianchi spiccano le interpretazioni di Garganega e Pinot Grigio.

Il simbolo del territorio è, con tutta probabilità, il Tai Rosso, in passato chiamato Tocai Rosso. Questo vino ha la stessa natura genetica del Cannonau sardo, del Grenache francese e della Garnacha spagnola. E’ un vitigno è considerato tipico sui Colli Berici, dal momento che la sua presenza nel territorio è testimoniata da centinaia di anni.

Il Tai rosso è un vitigno vigoroso che per esprimersi al meglio necessita di una particolare esposizione alla luce e al calore. È perfettamente adattato ai terroir più magri e più siccitosi, ragione per la quale ha trovato sui Berici un habitat ideale.

Vicenza

Il viaggio tra i vini e i piatti tipici dei Colli Berici non può che partire dalla città di Vicenza, patrimonio Unesco, dove Andrea Palladio ha lasciato numerose testimonianze della sua opera.

Tra le sue opere più note e significative troviamo il teatro Olimpico e la Basilica palladiana.

La Basilica Palladiana è un edificio pubblico che si affaccia su Piazza dei Signori a Vicenza. Il suo nome è indissolubilmente legato all’architetto rinascimentale Andrea Palladio, che riprogettò il Palazzo della Ragione aggiungendo alla preesistente costruzione gotica, ancora ben visibile sotto le arcate palladiane nella fascia sopra gli esercizi commerciali, le celebri logge in marmo bianco a serliane.

Un tempo sede delle magistrature pubbliche di Vicenza, oggi la Basilica Palladiana, dotata di tre spazi espositivi indipendenti, è teatro di mostre d’architettura e d’arte.

Il Teatro Olimpico è una delle meraviglie artistiche di Vicenza. Si trova all’interno del cosiddetto Palazzo del Territorio, che prospetta su piazza Matteotti, all’estremità orientale di corso Palladio, principale direttrice del centro storico. Nel 1580 il Palladio ha 72 anni quando riceve l’incarico dall’Accademia Olimpica, il consesso culturale di cui egli stesso fa parte, di approntare una sede teatrale stabile. Il progetto si ispira dichiaratamente ai teatri romani descritti da Vitruvio: una cavea gradinata ellittica, cinta da un colonnato, con statue sul fregio, fronteggiante un palcoscenico rettangolare e un maestoso proscenio su due ordini architettonici, aperto da tre arcate e ritmato da semicolonne, all’interno delle quali si trovano edicole e nicchie con statue e riquadri con bassorilievi. Palladio appronta il disegno pochi mesi prima della sua morte e non lo vedrà realizzato; sarà il figlio Silla a curarne l’esecuzione consegnando il teatro alla città nel 1583.

Villa La Rotonda

A pochi chilometri dal centro di Vicenza, si trova una delle più belle ville palladiane, Villa La Rotonda.

E’ l’esito felice dell’incontro tra il genio di Andrea Palladio, architetto all’apice della carriera, e il nobile vicentino Paolo Almerico(1514-1589), uomo colto, ambizioso e altero. Questi era un ecclesiastico che, dopo l’incarico a Roma come referendario apostolico dei papi Pio IV e Pio V, si ritirò a vita privata nella sua città natale. Nel 1565 affidò a Palladio il progetto per la sua nuova dimora sopra un colle alle porte di Vicenza, un rifugio bucolico dove trascorrere gli ultimi anni della propria vita lontano dall’ostilità dell’aristocrazia cittadina, ma allo stesso tempo un luogo di rappresentanza in posizione ben visibile. Si tratta di unicum nella produzione palladiana.

Lumignano di Longare e la palestra di roccia

Non solo Palladio. Situata pochi chilometri a sud di Vicenza, Luminagno è una delle località più conosciute in Europa dagli amanti del trekking e dell’arrampicata. Qui si trova, infatti, una falesia apprezzata per la bellezza dell’arrampicata e la qualità della roccia, ma anche per la difficoltà e il valore storico di molti itinerari. Infatti, proprio negli anni in cui la moderna arrampicata sportiva nasceva e si sviluppava, le striature di “Lumignano classica” hanno visto il massimo del loro fulgore e hanno attratto molti tra i più forti climbers.

Grotte di Oliero

Spostandosi a nord di alcuni chilometri, si trovano le Grotte di Oliero. Situate nella Valle del Brenta, a Valstagna, nel comune di Valbrenta, le sorgenti dell’Oliero sono tra le risorgive carsiche più grandi d’Europa. Le grotte attualmente aperte al pubblico sono quattro: dalle due più in basso scaturisce il fiume Oliero (Covol dei Veci e Covol dei Siori) mentre le due superiori (Covol dei Assasini e Covol dee Soree), antichi sbocchi delle medesime sorgenti, sono ora asciutte.

All’interno del parco un sentiero sale tortuosamente sino a raggiungere le prime due cavità asciutte, il Covol dei Assasini ed il Covol dee Soree, sovrastati da altissime pareti rocciose sulle quali si può ammirare un ricco campionario della flora rupestre, primo fra tutti in bellezza, il raponzolo di roccia. Si scende quindi a raggiungere la conca tra le due grotte principali, completamente circondata dalle freschissime acque sorgive ed immersa nel verde di piante secolari. Vicinissima, si apre l’imboccatura della grotta visitabile dai turisti, chiamata Covol dei Siori. L’ultima grotta, visitabile solo dagli speleosub che si immergono spesso nelle sue acque cristalline, è il Covol dei Veci. 

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