Il Carso, a cavallo tra Italia e Slovenia, è un territorio unico per la sua natura e la sua storia. Alle bellezze paesaggistiche si aggiungono i vini e i prodotti tipici per un percorso tra natura e sapori, tra grotte e cantine.
Il Carso, a cavallo tra Italia e Slovenia, è una regione del Friuli Venezia Giulia, in provincia di Trieste, nota soprattutto per i suoi paesaggi unici al mondo, per le sue grotte, ed anche per le sue cantine. Alle bellezze paesaggistiche si aggiungono i vini e i prodotti tipici per un percorso tra natura e sapori ideale per chi, come gli amanti dell’enoturismo, vuole assaporare un territorio e conoscerne i gusti e le tradizioni. In una full immersion nella bellezza di ogni tipo.
Il Carso
Il Carso è un territorio unico per la sua natura e per la sua storia. E’ un altopiano roccioso calcareo che si estende lungo tutto il confine orientale del Friuli Venezia Giulia, dai dintorni di Gorizia fino all’Istria passando per Trieste. Il suo paesaggio è caratterizzato da un gran numero di doline, grotte, sentieri scavati tra le pietre modellate dal vento e dalla pioggia e falesie che si gettano in verticale nelle acque del mare Adriatico.
Percorrendolo, si può scoprire un territorio straordinario e ricco di sorprese: dalla flora alpina che nell’arco di pochi chilometri diventa mediterranea allo spettacolo meraviglioso che offrono ad esempio la Grotta Gigante o il corso del misterioso fiume Timavo. Non meno affascinanti sono la cultura, gli usi ed i costumi in cui si mescolano il retroterra latino, germanico e slavo. E, ovviamente, non possiamo dimenticare la città di Trieste.
I vini e le cantine del Carso
Gli elementi caratteristici di questo territorio sono il vento di bora e l’esposizione ai raggi del sole. I fattori climatici favorevoli hanno fatto sì che, proprio su questa terra color rosso mattone, sia cresciuta una vite che produce uve eccellenti da cui si ricavano vini di prima qualità.
I vini più tipici di questo territorio sono:
- Vitovska, un vitigno autoctono a bacca bianca, coltivato in provincia di Trieste e nelle zone limitrofe
- Malvasia istriana, un vino secco, non aromatico a bacca bianca
- Refosco, vino rosso
- Terrano, vino rosso della famiglia dei refoschi
Altro importante tassello nel mosaico dell’identità di questa regione sono le cantine (hrami in sloveno), che non mancano di lasciare i visitatori senza fiato. Alcune sono scavate nella roccia viva, altre sono ricavate in grotte carsiche, altre ancora sono invece opera del sapiente lavoro dell’uomo. Le cantine, inoltre, vengono utilizzate anche per la stagionatura dei salumi e dei formaggi.
Una vacanza in questa terra non può, quindi, prescindere da una tappa nelle tante cantine presenti nella zona.
Trieste
Vicinissima al confine con la Slovenia, Trieste è la città più cosmopolita d’Italia: qui si respira il passato asburgico e si coglie l’incrocio di culture che contraddistingue la città, mitteleuropea e mediterranea nello stesso tempo.
Cuore della città è piazza Unità d’Italia. I palazzi che vi si affacciano sono una sintesi perfetta della storia di Trieste. Il lato più spettacolare della piazza è quello rivolto al mare, su cui si allunga per oltre duecento metri il Molo Audace. Da qui, lo sguardo va oltre piazza Unità e si apre su palazzi monumentali, sulla chiesa greco-ortodossa di San Nicolò, sul Canal Grande, centro di quello che fu il borgo voluto da Maria Teresa d’Austria e che con le sue chiese testimonia la felice convivenza di religioni diverse.
In lontananza, si intuisce il bianco profilo di Miramare, il romantico castello di Massimiliano e Carlotta d’Asburgo. Trieste è anche note per essere la città del caffè. Porto franco per l’importazione del caffè sin dal Settecento, il porto di Trieste è tuttora il più importante del Mediterraneo per il suo traffico. Da segnalare anche il Museo della Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio nazista presente sul territorio italiano.
La Grotta Gigante
La Grotta Gigante è la grotta turistica a sala unica più grande del mondo: è uno spazio alto 114 metri, lungo 280 e largo 76,3. E’ situata sull’altopiano del Carso a pochi chilometri da Trieste e dal confine con la Slovenia. Il percorso turistico è lungo 850 metri e porta fino a 101 metri sotto la superficie. E’ un’antichissima galleria fluviale, ricca di affascinanti stalattiti e stalagmiti.
Il fiume Timavo
Il Timavo è un fiume misterioso e affascinante: il suo percorso sotterraneo, non ancora perfettamente noto, è un fenomeno carsico fra i più interessanti. E, con i suoi soli 2 km di percorso in superficie in territorio italiano, è il più corto fiume della penisola che sfoci in mare.
Nasce alle pendici del Monte Nevoso in Croazia e percorre con il nome di Reka (“Fiume”) 37 chilometri prima di precipitare in una grande voragine nei dintorni del paese di Vreme, in Slovenia. Sotto i ruderi del castello di Noviscoglio/Školj, il fiume si insinua in una stretta gola, tra pareti strapiombanti, prima di inabissarsi a 250 metri sotto terra, nelle spettacolari Grotte di San Canziano (Škocjanske Jame). Prosegue il suo corso sotterraneo per circa 40 chilometri passando per l’Abisso di Trebiciano, dove scorre a 329 metri di profondità, per tornare alla luce a San Giovanni di Duino, nel Golfo di Trieste. Qui il Timavo riappare, con tre sorgenti, in tutta la sua tranquilla bellezza, nei pressi della basilica di San Giovanni in Tuba, a circa due chilometri dal punto in cui si tuffa nel mare.
I sapori del Carso
Le osterie tradizionali sono chiamate osmize. Tanti i piatti da assaporare, a partire dalla jota, la tradizionale minestra di fagioli e crauti. Ci sono poi il formaggio jamar, stagionato per almeno quattro mesi in fondo a una grotta carsica (che in sloveno si dice appunto jama) e gli altri prodotti caratteristici del Carso: i sottaceti, il prosciutto crudo del Carso, i formaggi tipici, magari accompagnati dal miele di Marasca, molto diffuso nella zona, la porcina, il pane fatto in casa. Il tutto abbinato ad un calice di Terrano o di aromatica Vitovska, ricavata dall’omonimo vitigno a bacca bianca. Nasce qui anche il formaggio Monte Re (Nanos in sloveno), oggi prodotto in un unico caseificio.
Oltre alla carne, si possono gustare i pedoci, cioè le cozze, i caperozzoli (vongole) e i sardoni (alici).