LE NOZZE D’ORO DEL BIANCHELLO DEL METAURO DOC

A Fano l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini celebra il

“Vino da Mare”

L’8 giugno nell’illustre scenario della Corte Malatestiana, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, si sono tenuti i festeggiamenti per i 50 anni del Bianchello del Metauro Doc. Il convegno dal nome “Vino da Mare”, curato dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, è stato visto come opportunità per magnificare i vigneti di questa splendida regione: autoctoni e di costiera.

IL CONVEGNO: A partecipare diversi volti del panorama marchigiano: Il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, Il Presidente dell’IMT Antonio Centocanti, l’enologo Umberto Trombelli, il Presidente di Assoenlogi Marche Giuliano D’Ignazi, il Responsabile di Nomisma Wine Monitor Denis Pantini e il moderatore Roberto Fiori. Presente anche Alberto Mazzoni, Direttore dell’IMT la cui parola d’ordine è stata collaborazione perché come spiega: “Inizialmente non è stato facile convincere i produttori ad aggregarsi poiché credevano che il maxi-consorzio non avrebbe preservato le singolarità individuali”. Ma ciò che si riteneva una debolezza si è poi rivelata una forza e dopo dodici anni è stata realizzata l’associazione. Questa è un’eccezione nel contesto italiano dei consorzi: quello marchigiano abbraccia 3 territori provinciali, conta 472 aziende associate e contiene 15 denominazioni di cui 4 DOCG.

I CONSUMI: come spiega Denis Pantini “Negli ultimi diciotto anni i consumi mondiali di vino bianco hanno registrato una crescita da 226 a 246 milioni di ettolitri” anche se l’incremento non è stato uniforme: a scendere sono i consumi dei paesi maggiormente vocati come l’Italia -9%, la Francia -11% ma anche la Germania -8% mentre a crescere sono le richieste di Stati Uniti +14% e Cina +7%. Se poi consideriamo le tipologie di vini consumati in Italia: i vini fermi rappresentano l’87% di tutti i consumi ma dal 2008 al 2018 calano del -2,3%. Le bollicine con 3,1 milioni di ettolitri ed un peso del 13% sull’intero consumo, stanno aumentando nella richiesta registrando un +4,6%. I dati relativi ai consumi non sono così deludenti per il Bel Paese perché si beve meno ma si beve meglio.

A crescere sono le vendite dei vini biologici che passano da 7,2 milioni a 32,3 milioni di euro. Capofila del bio sono proprio le Marche che riservano a questa tipologia il 30,9% del totale del vigneto. Anche l’export è cambiato molto: nel 2010 le esportazioni toccavano i 4 miliardi di euro di cui il 46% si legava ai vini rossi, il 22,7% ai bianchi e l’11,4% agli spumanti; nel 2018 l’export raggiunge i 6,2 miliardi di euro di cui “solo” il 38% è legato ai rossi, il 21% ai bianchi fermi e il 26% agli spumanti. I vini bianchi e soprattutto gli spumanti sono le categorie che riscontrano maggior successo.

IL BIANCHELLO DEL METAURO DOC: E’ il Presidente di Assoenologi sezione Marche a descrivere il Bianchello del Metauro Doc come un vino di “grande beva, elegante e raffinato, caratteristiche possibili grazie all’escursione termica che ha permesso di raggiungere una buona acidità” spiega D’Ignazi. Nelle sue versioni dalla più tradizionale alla più sperimentale dove la conservazione avviene in botti di rovere, questo vino lo troviamo come Bianchello Del Metauro DOC, nella veste Superiore, come Spumante ma anche come Passito e, in ogni declinazione, ne rintracciamo la sua profonda identità: la freschezza. Le uve, poi, hanno una precisa base ampelografica: Biancame per il 95% e Malvasia bianca per un massimo di 5%.

Ma le Marche sono anche e soprattutto la regione del turismo balneare, ricorda il moderatore Roberto Fiori che chiude il simposio ricordando le realtà artistiche, enogastronomiche e paesaggistiche della zona dove i vigneti assurgono ad essere un’attrazione turistica tout court. Ora la vera sfida per le Marche è quella di riuscire a legare costa e vigneti, puntando tutto sull’enoturismo.

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