Le misure per il rilancio del settore vino: export, fiscalità e cultura del bere

È andato in scena negli scorsi giorni l’evento pubblico di Federvini in cui si è discusso, tra l’altro anche delle misure necessarie per il rilancio del settore vino e le sfide che lo attendono nei prossimi anni. Presente anche la nuova Presidente dell’Associazione Micaela Pallini e il Presidente Gruppo Vino Albiera Antinori.

Recuperare dopo il 2020

Il 2020 è stato un anno difficile per il vino italiano – così come per tanti altri settori della nostra economia. Le perdite maggiori si sono registrate, come già più volte analizzato, nel settore Horeca. Secondo uno studio di TradeLab, i ricavi del 2020 sono stati inferiori addirittura di circa un 1 miliardo e 250 milioni di euro rispetto al 2019.

Non è andata meglio lato export vino italiano. Diminuzione in valore di 261 milioni di euro (fonte Istat), per una perdita complessiva di ricavi pari a circa 1 miliardo e 500 milioni di euro.  Un andamento, questo, soltanto mitigato dalle vendite attraverso altri canali, come l’ecommerce, con numerosi consumatori che si sono abituati a comprare vino online, mentre le cantine hanno capito l’importanza di investire nel digitale e nei social.

misure sostegno vino ristorazione

Nel 2019 Italia primo produttore mondiale di vini

Di fronte a un quadro del genere, per Federvini è fondamentale proporre misure di rilancio per il vino italiano partendo da alcuni punti ritenuti fondamentali. A maggior ragione pensando la rilevanza che tale settore ha all’interno dell’economia italiana.

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Fonte: Federvini

Secondo i dati della Fondazione Edison riportati da Federvini, nel 2019 l’Italia è stato in volumi:

  • il primo produttore mondiale di vino in volumi
  • secondo esportatore di vini e mosti in volumi
  • il primo esportatore mondiale di aceti in valore (302 ml. USD) e di vermouth e amari (223 ml. USD)
  • secondo esportatore mondiale di vini in bottiglia (4.950 ml. USD), di vini spumanti (1.768 ml. ) e di liquori e cordiali (489 ml.) in valore

“Un patrimonio inestimabile che supera la dimensione strettamente economico-produttiva – continua la nota -. E che richiede di essere tutelato e rilanciato”.

Promozione, semplificazioni e cultura del bere: il rilancio del vino italiano parte da queste misure

I punti toccati vanno dall’enoturismo alla fiscalità, dalla promozione all’export. Vediamoli nel dettaglio.

Semplificazione e fiscalità

“È necessario ridurre gli innumerevoli adempimenti e competenze amministrative a cui il settore è assoggettato. A partire dall’abolizione del contrassegno fiscale per gli spiriti” sottolinea ancora la nota. Necessario un sistema di controllo e certificazioni adeguato a sostenere la qualità e la sicurezza dei prodotti. Senza, però, che l’impianto burocratico-amministrativo ostacoli la vita di impresa.

“Occorre arrivare ad un organo unico di controllo: le aziende – ha sottolineato la presidente – spesso sostengono verifiche che potrebbero essere facilmente eliminate se solo le amministrazioni pubbliche riuscissero a “parlarsi”. I documenti sono disponibili ma basta una discrepanza tra i diversi software per impedirne il trasferimento da un ente all’altro”. 

Federvini sollecita non solo una semplificazione delle procedura, ma anche interventi fiscali quali la rimodulazione mirata dell’aliquota IVA. Per il settore degli spiriti la richiesta è quella di una riduzione del 5% delle accise”.

Sostegno all’export vino italiano

Per far tornare i vini, i distillati, i liquori e gli aceti italiani a correre sui mercati esteri, Federvini chiede misure di sostegno. La domanda va verso la difesa degli spazi commerciali, ostacolati ad esempio dai dazi Usa. Ma anche – continua la nota – con misure di defiscalizzazione del fatturato realizzato con l’export e/o di detrazione fiscale per le spese legate alla comunicazione e alla promozione sui mercati esteri. Federvini chiede infine misure di promozione di ampio respiro, progettate insieme alle imprese e condotte con uniformità e continuità pluriennale.

No alla lotta al cancro in etichetta

La promozione dell’arte del bere e di un corretto consumo degli alcolici sono fondamentali, ma no alla demonizzazione. Un aspetto che rischia di penalizzare vini e spiriti europei, vista la nuova discussione sul Cancer Plan. “Dobbiamo evitare la demonizzazione del consumo dei nostri prodotti – ha detto Pallini – e lavorare per raggiungere un accordo sull’etichettatura che non ci penalizzi”.

Il modo di agire può e deve essere un altro. “L’Italia e il suo stile mediterraneo sono un modello di consumo anche per le autorità sanitarie – continua la nota. – Federvini ritiene che l’educazione, l’informazione e la formazione, insieme ai dovuti controlli, siano la strada più saggia ed efficace da intraprendere. E opera da anni contro ogni forma di consumo sbagliato e non responsabile attraverso iniziative tese a sviluppare iniziative di educazione del consumatore“.

Infrastrutture per trasporti nel mondo del vino

“Occorre promuovere lo sviluppo di infrastrutture di rete anche al di fuori dei centri urbani – continua Federvini.  È inutile chiedere alle imprese di dotarsi di adeguati sistemi di e-commerce e di sfruttare i social network per comunicare con il mondo se poi in larghe aree delle nostre campagne la banda larga è assente. O al più appena sufficiente a inviare una semplice email”

Enoturismo, la soluzione per le vacanze estate 2021. E non solo

Sul valore dell’enoturismo si sofferma in particolare Albiera Antinori, imprenditrice del vino da poco eletta Presidente del Gruppo Vini di Federvini.

 “Il comparto dei vini, in questa lunga crisi, ha sofferto delle enormi difficoltà del canale Horeca e del blocco del turismo. Al turismo sono legate dimensioni di particolare rilevanza per i produttori e per la loro filiera: ospitalità, contatto diretto con il consumatore, cultura del prodotto. Per questo è per noi importante lavorare insieme al sistema italiano della promozione turistica, in modo coeso e coordinato e con una pianificazione di lungo periodo.”

Sulla stessa linea anche il ministro Garavaglia, convinto della intensa connessione tra turismo e settore enogastronomico. “Per il rilancio del turismo, l’enogastronomia rappresenta un enorme potenziale – ha spiegato, come riportato da Federvini -. La nostra priorità è far tornare i turisti stranieri, la cui assenza lo scorso anno è costata all’Italia oltre 27 miliardi di euro.

Intanto, proprio l’enoturismo si sta risvegliando. È in programma questo weekend – con replica a metà giugno – Cantine Aperte 2021, mentre diverse regioni si stanno attrezzando per eventi del vino in estate. Dal Veneto all’Oltrepo’ Pavese.

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