Istat: crolla il prezzo del vino

I problemi “atavici” uniti alla “zavorra” dei costi produttivi, mettono in crisi le imprese agricole

” [dropcap]A[/dropcap]nche se si attenua la morsa dei costi di produzione, gli agricoltori continuano a subire la discesa dei listini all’origine. Ma così le aziende non possono andare avanti, c’è bisogno di misure “ad hoc” per far fronte alle criticità” è questo il commento della Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai recenti dati Istat.

diciassettesimo congresso uva da tavolaLa morsa. I primi mesi del 2014 si allenta la morsa dei costi agricoli, ma non abbastanza da compensare la contestuale flessione dei listini praticati sui campi. Torna, dunque, ad ampliarsi il divario tra i prezzi corrisposti agli agricoltori e i costi da loro sostenuti, erodendo i margini di redditività delle imprese del settore primario, che già lottano con la crisi e il calo dei consumi interni.

Crolla il prezzo del vino. In particolare, tra i prodotti venduti dagli agricoltori, registrano veri e propri crolli i prezzi di vino (-7,6 per cento), cereali (-11,2 per cento), la frutta (-8,9 per cento), l’olio d’oliva (-7,1 per cento).

I costi lievitano. “Tra gennaio e marzo, infatti, i costi produttivi del settore calano dell’1,1 per cento tendenziale -sottolinea la Cia- ma tornano a salire dello 0,7 per cento rispetto all’ultimo trimestre del 2013, con incrementi sostanziali ad esempio per gli antiparassitari (+2,5 per cento). Nello stesso periodo i prezzi agricoli, invece, subiscono una doppia “debacle” con una riduzione del 2,3 per cento tendenziale e dello 0,7 per cento congiunturale.

Nulla di nuovo. Ma il problema non riguarda solo questi mesi, è da tempo che l’agricoltura vede ridursi la sua partecipazione agli utili di filiera, a vantaggio degli operatori più a valle come il sistema distributivo: secondo una recente analisi di Ismea, infatti, su 100 euro di spesa in prodotti agricoli freschi, solo 1,8 euro, al netto di salari e ammortamenti, rimangono nelle tasche dei produttori.

“E’ chiaro che questi problemi atavici, uniti alla “zavorra” dei costi produttivi, mettono in crisi le imprese agricole, che fanno fatica ad andare avanti, soffocano il loro potenziale e spesso non riescono a investire, a innovarsi. Eppure restano sul mercato e, stringendo i denti, continuano a creare occupazione. Per questo oggi servono precise strategie per far fronte alle criticità. Per questo oggi – conclude la Cia – la politica deve impegnarsi sul serio per il settore, mettendo in campo misure “ad hoc” per la crescita in agricoltura”.

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