Giappone: il vino italiano è al primo posto nel mercato del Sol Levante

I dati di Ice Tokyo confermano la crescente passione dei giapponesi per i vini del Bel Paese

Nonostante quest’anno non sia stato dei migliori, nel 2018 il Giappone ha importato 39,6 milioni di litro per un totale di 21,6 miliardi di Yen (intorno ai 173 milioni di euro). Il calo si è registrato soprattutto per i vini fermi in bottiglia, mentre è cresciuto in consumo dello spumante confermando l’Italia come il secondo fornitore di bollicine dietro la Francia, con cui condivide però l’altissima considerazione della qualità dei prodotti.
C’è una novità positiva per i vini italiani in Giappone: dal 1 febbraio 2019, dopo l’accordo di libero scambio tra Giappone ed Unione Europea, anche l’Italia potrà beneficiare dell’esenzione fiscale che tanto ha giovato ai vini cileni.
Una grande opportunità per un Paese che possiede una storia millenaria nella produzione del vino e un gran numero di varietà di vitigni. In Giappone, proprio per far conoscere la ricchezza enologica italiana non solo ad un pubblico di nicchia ma a tutti i consumatori, bisogna spingere sulla promozione commerciale ma anche su quella culturale. A tal proposito sono state create delle iniziative ad hoc come il progetto “6.000 anni di vino italiano”, attivo dal 2011, che vuole ampliare l’entrata dei vini italiani nel mercato giapponese. Il progetto vede la collaborazione delle aziende italiane con gli organizzatori di tutte le manifestazioni promozionali, culturali, commerciali e di immagine riferiti ai vini italiani, che si svolgono in tutto il Giappone.
Dopo gli investimenti in Cina, il primo mercato orientale per le cantine italiane, ora lo sguardo è volto verso il Sol Levante.

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