Gelate sui vigneti, preoccupazione in diverse zone d’Italia

Non c’è solo la Francia, con i suoi suggestivi falò accesi tra i le vigne di Chablis. Il breve, ma intenso, “ritorno” dell’inverno negli ultimi giorni ha portato non poche preoccupazioni anche ai viticoltori e agricoltori italiani. Episodi di gelate hanno interessato diversi vigneti in tutta Italia, con le temperature che, in molti casi, sono scese ben al di sotto dello zero. E ora si contano i danni.

Gelate sui vigneti, a Montefalco si teme per Sangiovese, Grechetto e Merlot

“Per fare un bilancio bisognerà attendere qualche giorno. C’è da capire se i nuovi germogli sono stati necrotizzati e bisogna aspettare le temperature delle prossime notti”. Parla così ad Ansa Filippo Antonelli, presidente del Consorzio vini di Montefalco. Nel territorio umbro, famoso per il suo Sagrantino – a maggio l’appuntamento con Anteprima Sagrantino 2021 – le temperature hanno sfiorato, in alcuni casi, addirittura i meno cinque gradi.

gelate vigneti

“L’aspetto positivo – ha osservato Antonelli – è che questa gelata non è stata particolarmente tardiva, rispetto, ad esempio, a quella del 26 aprile del 2017. Ma alcuni vigneti si erano già mossi, mentre altri erano più indietro. Il Sagrantino è il meno danneggiato, perchè è più tardivo, mentre si teme per il Sangiovese, il Grechetto, o il Merlot, che germogliano prima”.

“Generalmente – ha inoltre spiegato Antonelli – queste gelate colpiscono di più il fondovalle, mentre sembra che la scorsa notte sia arrivata anche sulle colline più alte. Se il danno c’è stato, è molto a macchia di leopardo”.

Gelate a Montalcino, i produttori accendono la paglia per “scaldare” i vigneti

Spostandoci più ad ovest rispetto a Montefalco e arrivando in Toscana, la situazione non cambia. Le gelate tardive degli ultimi giorni hanno colpito anche i vigneti di Montalcino, con i produttori costretti a scaldare l’aria bruciando grandi rotoli di paglia. L’obiettivo è generare fumo e calore a bassa altezza bruciando lentamente la paglia bagnata. Il risultato visivo è suggestivo, quello sui vigneti – dicono dal Consorzio – lo si scoprirà tra qualche giorno.

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Immagini dal Consorzio Vino Brunello di Montalcino

“Questa mattina all’alba – ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – la temperatura è scesa sotto lo zero ma i danni sono limitati. Buona parte delle gemme sono ancora dormienti e per le altre ci affidiamo a una seconda germogliazione. Il danno c’è stato – ha concluso – ma la seconda vegetazione rimetterà in parte le cose a posto”.

Il gelo scende tra i vigneti del Prosecco


“Uno sbalzo di temperatura di oltre 20 gradi nel giro di pochi giorni, una anomalia a cui purtroppo ci dovremo abituare e che porterà gravi conseguenze alle colture agricole“. A riportare le parole del presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini è un articolo di Treviso Today. Le basse temperature degli ultimi giorni non hanno, infatti, risparmiato il nord Italia, lì dove nascono alcuni dei grandi vini italiani come il Prosecco.

“Purtroppo, sono attese ancora alcune notti con temperature rigide – continua Passarini -. In collina, specialmente nelle aree dove si produce Prosecco, le piante erano attive con germogli vigorosi e il rischio è che possano collassare”

Oltre alle vigne, come ricorda anche Coldiretti, a rischio altre coltivazioni e piante che, proprio in questo momento, “si risvegliano” dal letargo invernale. Si parla, ad esempio, di fragole, ciliegi, albicocchi, peschi e mandorli, ma anche meli e peri già fioriti o in fiore.

Gelate sui vigneti del Lambrusco, Sos dal Consorzio

L’allarme arriva anche dalle terre del Lambrusco, in particolare dai vigneti del Grasparossa. Gelate “allarmanti”, tanto che il Consorzio di tutela Lambrusco chiede misure di sostegno straordinarie. A rischio, come riporta anche Ansa, fino all’80% della produzione.

“Le alte temperature di fine marzo hanno favorito il germogliamento e il risveglio della vite – spiega Claudio Biondi, presidente del consorzio -. Nelle scorse notti però le piante sono state sottoposte a un terribile shock termico, con effetti allarmanti sulle produzioni. Il quadro generale sarà più chiaro all’inizio della prossima settimana ma, per alcuni viticultori, si parla già di un danno che potrebbe arrivare all’80% della produzione”. L’ente di tutela sta raccogliendo riscontri dai consorziati a Modena e Reggio Emilia. Al momento le zone più colpite sono quelle del Grasparossa, con le varietà più precoci.

“Le polizze sono strutturate in maniera tale per cui anche i produttori di uve che hanno effettuato la copertura assicurativa contro gelo-brina – aggiunge Biondi -. Hanno in ogni caso una franchigia del 30% che l’assicurazione non risarcisce, e il massimale indennizzabile è pari al 50% del valore assicurato”


Barolo, danni gelate ai vigneti circoscritti

Meno preoccupante la situazione nei vigneti del territorio del Barolo. “Non ci sono elementi per creare allarmismi e che possano far presagire delle drastiche riduzioni sulla produzione dell’annata, che è appena iniziata”. Così il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, in una nota riportata ancora da Ansa.

Dopo i primi sopralluoghi svolti tra i filari. “i danni significativi” riguardano “solo alcuni vigneti. Ma si tratta di fenomeni circoscritti e non in alcun modo estendibili a tutta l’area di produzione. La situazione attuale è quindi sostanzialmente diversa da quella delle gelate del 2017, dove fenomeni simili si erano verificati due settimane più tardi nel mese di aprile, interessando anche le sommità delle colline e i fondovalle”.

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