“Futuro vino legato a riaperture ristorazione”, Uiv chiede misure di sostegno

Le riaperture dei ristoranti all’orizzonte sono un primo segnale, ma sono necessarie misure a sostegno della ristorazione, a cui il settore vino è da sempre legato. È quanto emerge da una nota di Unione Italiana Vini che, con il suo Presidente, Paolo Castelletti, commenta la discussione sul Dl Riaperture. Tema che proprio ieri era all’ordine del giorno in Consiglio dei ministri.

Ristoranti e vino, in un anno di Covid 500 milioni di euro di crediti non incassati

La crisi del settore Horeca non è una novità. Nell’ultimo anno, le chiusure a intermittenza di bar e ristoranti hanno fortemente penalizzato quelle aziende che vedono nella ristorazione il principale sbocco di mercato. Secondo l’analisi di Tradelab riportata da Federvini, ad esempio, nel 2020 la vendita di vini nel canale horeca ha perso il 37% sul 2019.

misure sostegno vino ristorazione

“I lockdown hanno fortemente penalizzato la ristorazione e con essa il mondo del vino, che solo in Italia registra nell’ultimo anno crediti non corrisposti dall’horeca per 500 milioni di euro. A questo si aggiungono le mancate vendite vino nel ‘fuori casa’. Per un totale di 1,5/1,8 miliardi di euro – commenta Paolo Castelletti -. Ora, con le riaperture a singhiozzo previste nelle bozze del Dl Riaperture, la normalità è ancora lontana. E le tensioni finanziarie si fanno sempre più forti”.

Sull’argomento era intervenuto, all’inizio del mese di Aprile, anche il Ministro dell’Agricoltura Patuanelli, che aveva posto l’attenzione sui produttori di vino legati al’Horeca. “A loro – aveva detto il Ministro – deve andare grossa parte di quei 300 milioni di sostegni complessivi stanziati per le filiere”. 

Misure sostegno vino e ristorazione, promozione e leve fiscali

Dopo il tanto auspicato bonus ristorazione, i provvedimenti suggeriti da Uiv guardano da un lato ad aiuti economici, dall’altro alla promozione del vino italiano. “Chiediamo al Governo – continua Castelletti – di attivare con il ‘Fondo filiere in crisi’ misure di sostegno per far fronte alla sofferenza dei mancati pagamenti e strumenti a sostegno dei ristoranti”.

“La ristorazione – ha aggiunto – è da sempre la migliore alleata del vino. Anche in questa congiuntura condividiamo le difficoltà di uno dei settori più colpiti dalla crisi, certi che una volta tornati alla normalità il binomio torni a essere il principale testimonial del made in Italy. Uiv ritiene che in vista delle riaperture – in particolare le più imminenti degli Stati Uniti e del Regno Unito – il settore necessiti anche di una forte azione di promozione per capitalizzare la propria immagine nel mondo e intercettare il ‘rimbalzo’ dei consumi. Rimbalzo che dovrebbe arrivare più velocemente in alcuni mercati internazionali. È necessario, dunque, aumentare il budget della misura Ocm promozione e semplificare le regole”.

Paolo Castelletti Uiv
Paolo Castelletti

Proprio a proposito di mercati esteri, diverse le denominazioni del vino italiane che in questi ultimi mesi hanno portato le proprie etichette in giro per il mondo. Qualche esempio è dato dal Brunello di Montalcino e il Primitivo di Manduria in promozione negli Usa o dal Fuorisalone di Vinitaly in Cina.

Aumentano giacenze di vino in cantina. Ma è “colpa” della vendemmia

Sempre Unione Italiana Vini pone l’accento sulla crescita delle giacenze di vino in cantina. Un fenomeno che, però, è legato soltanto in minima parte alla crisi dell’Horeca.

“Secondo l’Osservatorio di Unione italiana vini, la maggior presenza di vino in cantina è determinato dalla vendemmia 2020, in crescita del 3,2% – riporta una nota -. Ne consegue che gli attuali 200mila ettolitri di vino in eccedenza siano quasi totalmente un effetto della maggior produzione”.

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Lo scorso anno il mercato interno (-24% a valore) ha perso dieci volte più dell’export (-2,3%, a 6,3 miliardi di euro). L’horeca era a -38%, le enoteche a -23%, la vendita diretta a -19%. A crescere, solo le vendite di vino nella grande distribuzione (+12%).

“I numeri nel complesso, attenuati dalle performance delle grandi aziende che lavorano con la Gdo, non svelano però le forti difficoltà di migliaia di piccoli e medi produttori – conclude la nota -. Loro, spina dorsale del prodotto Italia, da sempre legati al comparto della ristorazione”.

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