EXPORT FRANCESE: LA FEVS PUBBLICA I DATI DEFINITIVI DEL 2014

E’ la Wall Street del vino, Bordeaux, a mostrare un risultato negativo. Sullo stesso trend anche gli Château della Borgogna.

CatturaLa FEVS, principale associazione francese di aziende esportatrici di vini e alcolici, ha presentato a Parigi, negli scorsi giorni, il consuntivo delle esportazioni del settore in merito l’anno da poco concluso. Rappresentativa dell’85% dell’export nazionale di settore, conta circa 550 soci ed ha raggiunto nel 2014 un volume di vendite complessive di 10,78 miliardi di euro, con 7,44 miliardi per il solo settore vino, registrando -3,3% in volume e -1,7% in valore rispetto al 2013. Nonostante questo trend annuale negativo, l’ente sottolinea il conseguimento di una delle migliori prestazioni di sempre.

A riportare i valori più sfavorevoli sono le due grandi denominazioni di vini fermi di Francia, Borgogna e Bordeaux, che perdono, in volume, il 13% ed il 9,5%, assestandosi, rispettivamente, a 75 e 279 milioni di bottiglie esportate e in valore l’1% e il 17% (per Bordeaux la perdita in valore rappresenta 1,77 miliardi di euro), mentre le Igp segnano +2,4% in valore con volumi stabili. A sostenere il comparto, con performance e crescite positive sui mercati esteri, si confermano, le prestigiose bollicine della Champagne con +5,2% in volume ed +7,8% in valore.Vineyards of Saint Emilion, Bordeaux Vineyards

Cambiano anche gli equilibri tra i principali buyer interessati al vino francese: crescono sia i clienti americani, con +4% in valore, che quelli tedeschi con +6,2%. Da notare è la flessione del fatturato francese verso il Regno Unito -10,4% (quasi 1,4 miliardi di euro in meno rispetto al 2013), che riflette il calo sviluppato nei volumi -6%. La Cina, quinto mercato di sbocco, conferma un nuovo arretramento, -7%, causato soprattutto da politiche governative restrittive. L’export verso l’Italia invece è di segno positivo, pur rappresentando il dodicesimo Paese cliente dopo la Svizzera, con +5,8% rispetto al 2013.

Il primo attore di Fevs, nonché presidente dell’associazione, Christophe Navarre, mostrandosi soddisfatto, sollecita i protagonisti del settore ad analizzare le debolezze registrate ed inquadra questi andamenti in un’ottica produttiva-commerciale, dovuti ad annate decisamente scarse e problematiche, deficitarie di materia prima di qualità, e alla crescita delle capacità dei competitor di offrire un miglior rapporto qualità/prezzo.

Related Posts

Ultimi Articoli