Export: cresce il fatturato cala la quantità

Unica eccezione, gli spumanti, che hanno ottenuto oltre all’aumento dell’export in valore (+18%) anche un’eccellente performance in termini quantitativi (+13%)

[dropcap]L[/dropcap]e rilevazioni 2013 di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) fanno registrare un nuovo successo per l’export del comparto vitivinicolo: nel 2013 c’è stato un +7% degli introiti provenienti dalle vendite oltre frontiera, con un fatturato di oltre 5 miliardi di euro, rileva l’Ismea. Le esportazioni in termini quantitativi invece subiscono una battuta d’arresto del 4%. I volumi spediti oltre i confini nazionali si sono attestati comunque sopra i 20 milioni di ettolitri, confermando ancora una volta il ruolo di traino della domanda estera, che assorbe quasi il 50% della produzione vinicola nazionale.

Ismea
Ismea

Aumenta il fatturato diminuisce la quantità. L’aumento del fatturato è legato all’aumento dei prezzi alla produzione registrato all’inizio della campagna produttiva 2012-2013. Rincari che sono andati progressivamente esaurendosi nel corso del 2013. Inoltre quasi tutte le tipologie hanno subito una flessione dei quantitativi esportati e una progressione dei corrispettivi monetari, dicotomia particolarmente evidente nel caso dei vini sfusi (+11% in valore vs -12% in quantità).

Ci salvano gli spumanti. Unica eccezione, gli spumanti, che hanno ottenuto oltre all’aumento dell’export in valore (+18%) anche un’eccellente performance in termini quantitativi (+13%). In questo segmento a trainare la domanda estera è stata la voce “altri spumanti Dop” (che comprende il Prosecco), con incrementi in volume e in valore di circa il 27%. Meno dinamico l’Asti che in volume si è fermato a un più 3%, affiancato da un più 16% degli introiti.

Direzione Regno Unito. Tra i principali mercati di destinazione delle bollicine italiane, spicca il Regno Unito che, con un balzo in avanti del 40% degli ordinativi, diviene il primo acquirente sotto l’aspetto quantitativo. Gli Usa mantengono invece il primato tra i big spender con un incremento della domanda del 13% e della relativa spesa del 18%. La Germania, attualmente terzo cliente per importanza sempre parlando di bollicine, ha invece ridotto del 16% le sue richieste, a fronte di una domanda russa molto dinamica (+29% in quantità, +53% in valore). Cresce, infine, anche l’apprezzamento nei mercati scandinavi e nei Paesi Baltici.

Related Posts

Ultimi Articoli