Ecco il 2020 per Wine Intelligence

Sostenibilità, meno consumo di vino ma sempre più di qualità, affermazione dei mercati emergenti. Ecco i trend per il prossimo anno

Il consumo di vino, a livello globale, diminuirà, ma si sposterà sempre più su vini di maggior qualità e valore; tutto quello che è legato alla sostenibilità continuerà a crescere di importanza nelle scelte di acquisto dei consumatori; si assisterà ad una rinascita di vini da Paesi meno celebrati per la produzione di qualità, dalla Germania alla Grecia, dal Sudafrica al Portogallo; cresceranno gli investimenti sul packaging e le modalità di servizio; i vini e le bevande alla cannabis saranno sempre più protagoniste sugli scaffali nei Paesi in cui è legale: sono le previsione sul mercato del vino nel 2020 dell’agenzia inglese Wine Intelligence, firmate dal direttore operativo Richard Halstead.

Su tutto, ovviamente, incombe l’incertezza del quadro economico, da una possibile nuova ondata di recessione economica sia nell’Eurozona che negli Stati Uniti e in Cina, sottolinea Wine Intelligence, senza, chiaramente, tralasciare la Brexit e la politica dei dazi Usa che cambia di giorno in giorno. Ma dei main trend, in ogni caso, sono individuabili. A partire da quello che si può sintetizzare con il vecchio slogan “meno ma meglio”.

Perchè i consumi di vino, secondo Halstead, sono destinati diminuire, con la crescita dei nuovi Paesi consumatori e delle economie emergenti che non basterà, in quantità, a compensare il calo, lento ed inesorabile, dei mercati più maturi. Nondimeno, questo calo in volumi sarà accompagnato da uno spostamento dei consumi verso vini di maggior prezzo, anche in mercati storicamente legati al prezzo basso, come la Germania, per esempio. Altro aspetto che emergerà sempre più forte è quello legato alla “sostenibilità”, in ogni suo aspetto: ambientale, sociale e non solo, e ad essere premiato sarà soprattutto chi si occuperà di tutti questi aspetti contemporaneamente, e sarà ovviamente in grado di comunicarlo. Tuttavia, restano delle criticità sul fronte dei vini “sostenibili”, come il fatto che non ci sia una singola definizione condivisa a livello globale di quello che è il vino biologico, biodinamico o naturale.

Ancora, secondo Wine Intelligence, sebbene le produzioni di Paesi come Francia, Italia e Spagna non perderanno di interesse, così come i grandi vitigni internazionali quali Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Pinot Grigio, ma il 2020 sarà un anno di rinascita anche per i vini di qualità di Paesi meno sotto i riflettori, come la Germania, soprattutto con i Riesling, o il Portogallo ed il Sudafrica, in particolar mondo con i vini rossi, e la Grecia, con i bianchi, mentre continuerà anche la crescita dei vini rosè, e non solo dalla Provenza. Il tutto legato da una tendenza comune, ovvero la voglia dei consumatori di vini più aromatici, freschi e con meno alcol, soprattutto quando si parla di bianchi, e di vini meno tannici, ma comunque interessanti, sul fronte dei rossi. Ma il 2020 sarà un anno di innovazione sul fronte del packaging e delle modalità di servizio, in parte legate alla necessità di trovare soluzioni tecnologice in grado di preservare la meglio il vino nei suoi spostamenti intorno al mondo, in parte al grande e già citato tema della sostenibilità, in parte anche alla volontà di ricercare i formati più adatti alla tendenza a bere meno vino, ma di maggior valore.Infine, l’anno che verrà, sarà, probabilmente, quello del vero boom dei vini e delle bevande infuse alla cannabis, nei Paesi in cui questa è legalizzata.

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