Cetamura: 400 vinaccioli potrebbero rivelare il DNA del Chianti

Dopo più di 40 anni di scavi, potremmo essere a un punto cruciale nel mappare la storia del vino toscano.

la scoperta
Da sinistra: Lorenzo Cecchini, Andrea Violetti e Francesco Cini
Cetamura del Chianti scavo (7)
L’interno del pozzo di Cetamura

Sono oltre 40 anni che si scava a Cetamura, insediamento etrusco di proprietà della Badia a Coltibuono che, dal 1973, è oggetto di studio della Florida State University.
Lo scavo nella roccia arenaria, originariamente scoperto da Alvaro Tracchi di San Giovanni Valdarno, è stato esplorato sotto la direzione dell’università americana, con l’ausilio della società archeologica italiana Ichnos, diretto da Francesco Cini di Montelupo Fiorentino insieme a Lorenzo Cecchini, Andrea Violetti e Eva Cincar.

Un pozzo profondo 32 metri, al cui interno sono stati rinvenuti reperti appartenenti ad epoche storiche diverse e, in particolare, 14 vasi di bronzo. Uno di essi è, in realtà, un antico contenitore per il vino, all’interno del quale sono stati trovati circa 400 vinaccioli. Conservati ottimamente, i semi potrebbero fornire un valido aiuto per rivelare il DNA del Chianti; in particolar modo, le analisi genetiche e le datazioni con il carbonio 14, potrebbero andare a rappresentare un tassello fondamentale nella storia del vino toscano, in un periodo che va dal III secolo A.C. al I secolo D.C.

Attualmente, i semi sono oggetto di studio da parte di Gaetano De Pasquale e Mauro Buonincontri dell’Università Federico II di Napoli.

“Grazie ad un rigoroso approccio metodologico – ha spiegato la professoressa Nancy T. De Grummond della Florida State University- oggi si

Alcuni dei vinaccioli rinvenuti nel pozzo
Alcuni dei vinaccioli rinvenuti nel pozzo

può dire che Cetamura è il primo insediamento archeologico che testimonia una differenza nella coltivazione della vite tra periodi culturali differenti. Questa è la prima volta che l’archeologia studia la storia della viticoltura nel Chianti basandosi su un’analisi attenta delle fonti materiali, ed i risultati ottenuti, certamente preliminari, sono assai promettenti».

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