Per superare questo difficile momento di emergenza, il mondo del vino degli spirits italiano chiede misure energiche alle Istituzioni: servono aiuti concreti e piani più efficaci per la promozione
A preoccupare c’è anche Vinitaly, slittato ormai alla fine di giugno; le incognite sulla diffusione del virus sono tante ed è difficile ipotizzare se, nelle nuove date previste, sarà possibile assicurare la stessa presenza di operatori internazionali a cui la fiera ci ha abituati nelle edizioni passate.
Tanti i pareri espressi dai rappresentanti di alcune delle più importanti associazioni del mondo del vino. Per Sandro Boscaini, Presidente di Federvini, “sono necessarie misure in grado di fornire risposte concrete ad una situazione di emergenza attraverso un approccio sistemico che consenta di non perdere terreno”.
Piero Mastroberardino Presidente del Gruppo Vini, sottolinea, invece, come in questo particolare momento sia possibile testare l’efficacia dell’iniziativa del Tavolo del Vino costituito dalla Ministra Bellanova: “la situazione che si è venuta a creare è evidentemente eccezionale: è necessario un intervento immediato ed ampio che affronti le diverse criticità emerse, che rischiano di produrre effetti gravi a ogni stadio della filiera, in termini di accesso ai mercati dei vini prodotti, di investimenti in promozione, neutralizzati dall’immobilità determinatasi sui mercati, di impegni assunti e in corso da affrontare senza il sostegno dei flussi di cassa derivanti dall’ordinaria gestione commerciale, di appesantimento delle giacenze con conseguenti prevedibili effetti sui valori alla produzione della prossima vendemmia. È necessario pensare ad una programmazione che accompagni il settore nei prossimi mesi in modo strutturato e coordinato: ad esempio creare degli eventi ad hoc nei Paesi chiave, con la collaborazione della rete delle Ambasciate e delle sedi ICE. Portare i nostri prodotti direttamente nei singoli Paesi con eventi ‘tailor made’”.
Anche il mondo dei liquori italiani fa sentire la propria voce. Micaela Pallini, Presidente del Gruppo Spiriti, dichiara: “Anche nel caso dei liquori chiediamo che gli operatori vengano messi in grado di svolgere al meglio il loro ruolo di ambasciatori del sapere fare italiano nel mondo E’ vivo auspicio che il Governo lavori seriamente su una defiscalizzazione dei fatturati realizzati con l’export; sull’abolizione del contrassegno fiscale applicato sulle confezioni di prodotti destinati al mercato nazionale, non più necessario alla luce degli importanti investimenti realizzati per collegare digitalmente l’operatore alle Autorità̀ di controllo; nonché una diminuzione, anche minima del 2%, delle accise sugli spiriti e sui prodotti intermedi per lasciare alle imprese delle risorse economiche, indispensabili per affrontare l’attuale crisi”.