Cosa influenza la degustazione del vino?

Il metodo proposto dal calendario biodinamico Thun.

A influenzare la degustazione del vino non sono solo i fattori inerenti la bottiglia e il degustatore ma anche fattori atmosferici ma anche astrali fra cui, secondo il calendario lunare Thun, il tipo di giorno, ovvero se si tratta di un giorno fiore, frutto, foglia o radice.

downloadSviluppato da Maria Thun e dal figlio Matthias, il calendario biodinamico asserisce che il vino avrà un migliore sapore nei giorni frutto, quando la luna passa nei segni dello zodiaco del Sagittario, Ariete e Leone, mentre avrà un sapore più amarotico nei giorni radice quando la luna attraversa i segni della Vergine, Capricorno o Toro. I Thun pubblicarono nel 2010 un report dettagliato intitolato When Wine Tastes Best: A Biodynamic Calendar For Wine Drinkers, che è oggi una guida annuale.

Tuttavia – come individuato da Meininger.de che ha recentemente (qui) svolto una dettagliata analisi sullo stesso e sulla sua validità, seguendo l’esito di una ricerca ad hoc di cui riporto per sommi capi lo sviluppo (vedi  sotto) – il calendario Thun, lungi dall’essere un strumento per un pubblico ristretto di amanti dell’esoterico, viene seguito anche da soggetti rilevanti del mondo del vino, quali, ad esempio, le catene Tesco e Marks & Spencers come riporta un articolo del Guardian del 2009 (qui) che organizzano degustazioni per la stampa solo nei giorni frutto. Lo stesso accade per nome importanti dello Champagne, Pol Roger in primis il cui vino è prodotto seguendo principi biodinamici e che ha pubblicato sul proprio sito un calendario da degustazione che si rifà a quello lunare.

A ciò si aggiungono varie app che aiutano gli appassionati del vino a capire quando aprire la le loro bottiglie pregiate, fra queste ad esempio When Wine.

new-cyber-wheel-low-res-561-x-561Un recente studio neozelandese, riportato per l’appunto da Meininger, sembra però aver smentito tali assunti. La ricerca – avviata dal Master of Wine australiano Phil Reedman che riteneva necessario verificare la validità di uno strumento usato anche a livello commerciale – ha reclutato 19 professionisti del vino neozelandesi e ha organizzato una degustazione alla cieca di 12 Pinot Noir. I degustatori hanno assaggiato ogni vino 4 volte, due volte in un giorno frutto e altrettante volte in un giorno radice, usando 20 descrittori forniti dai ricercatori, inclusi aroma, sapore e le sensazioni di bocca. I ricercatori hanno adattato il calendario lunare per l’emisfero australe e hanno anche controllato se la pressione atmosferica incideva sulla percezione sensoriale. “I risultati riportati nel presente studio non forniscono alcuna evidenza in supporto dell’assunto che la degustazione di un vino venga influenzata dal calendario lunare”. “Il Pinot Nero varia in maniera notevole e per una serie di caratteristiche – asseriscono i ricercatori – tuttavia, il giorno in cui sono stati degustati i vini non ha influito sui giudizi dati.”

Lo studio è stato condotto dalla Dott.sa Wendy V. Parr del Centro di Viticoltura ed Ebologia della Lincoln University in Nuova zelanda,, da Claire Grose and James A. Green della Nuova Zelanda , dal francese Dominique Valentin e dal Master of Wine australiano Phil Reedman. Intitolato Expectation or Sensorial Reality? An Empirical Investigation of the Biodynamic Calendar for Wine Drinkers lo studio è stato pubblicato la scorsa settimana dalla testata scientifica PLOS One e ha ovviamente incendiato le parti, sia quella tradizionalista che quella biodinamica.

Fra queste ne riportiamo in particolare una, rilasciata a Meininger: l’obiezione di Jo Ahearne MW produttrice di vino ed ex responsabile acquisti per Mark’s & Spencer che afferma come lei ed una college siano state “forzate” ad accettare la teoria dell’influenza dei giorni frutto e radice dopo aver degustato 150 vini che conoscevano a perfezione, alcuni dei quali prodotti da loro. In maniera indipendente entrambe le degustatrici hanno riscontrato che i vini stranamente spenti e sono state costrette a chiedere una seconda bottiglia. “Capisco le ragioni che hanno portato i ricercatori a scegliere il Pinot Noir – dichiara Jo Aherne – ma noi abbiamo riscontrato che gli effetti negativi delle giornate radice siano più forti sui bianchi aromatici e i vini tannici come Bordeaux e Barolo”.

Related Posts

Ultimi Articoli