Collezioni di vino ispirate da Leonardo

La Leonardo da Vinci S.p.A presenta il suo progetto culturale

La 53° edizione di Vinitaly ha ospitato quest’anno un progetto culturale di ampio respiro a cura della Leonardo da Vinci S.p.A. che ha portato alla realizzazione di collezioni di vino ispirate dal Genio e dal titolo “Leonardo Genio del Vino”.

Un momento importante per la società che, proprio nell’anno delle celebrazioni Leonardiane, ha raccontato in anteprima a Verona i risultati del lavoro di ricerca, indagine e analisi, nato dalla scoperta di un lato inedito di Leonardo come winelover e winemaker e del suo interesse per la produzione di un vino perfetto, dalla coltivazione della vigna alla vinificazione stessa.

“Si tratta di studi destinati a non rimanere sulla carta, ma volti a realizzare le intuizioni di Leonardo – ha spiegato SimonPietro Felice, amministratore delegato della Leonardo Da Vinci S.p.A. Un progetto culturale che nasce dal desiderio di far conoscere l’amore di Leonardo per il mondo del vino e le sue indicazioni per produrre il vino ideale, che il Genio auspicava, nei migliori territori italiani. Eravamo alla vigilia di Expo 2015, con Luca Maroni, grande appassionato di Leonardo che stava riportando alla luce la vigna di Leonardo a Milano, che gli regalò Ludovico il Moro. Da lì nacque l’idea di non parlare solo della vigna, perché è evidente che chi ha una vigna produce vino, e lì si scoprì che Leonardo era un proprio e vero winemaker. L’idea è stata quella di portare alla luce questo aspetto di Leonardo, ancora poco conosciuto, per far innamorare le persone di Vinci, dei vini e dell’Italia”

Non tutti sanno infatti che Leonardo aveva un rapporto autentico e quotidiano con il vino derivato dalle sue origini in Vinci, borgo della campagna toscana, immerso in un territorio fortemente bucolico e vocato alla viticoltura, dove la famiglia aveva possedimenti e vigne. Il Genio, tra i tanti suoi studi, si era dedicato anche all’arte di fare buon vino: la conoscenza, l’osservazione e il rispetto della natura erano la premessa fondamentale per fare la differenza in vigna e dall’indagine dei processi naturali aveva intuito una serie di buone pratiche per poter ottenere un vino privo di difetti.

“Leonardo era un antesignano dei suoi tempi – ha aggiunto SimonPietro Felice. Studiò il volo 300 anni prima che altri capissero come funzionava il volo degli uccelli e delle macchine, ed imparò come fare un buon vino 300 anni prima di altri che iniziarono a fare le stesse sperimentazioni. Quando ci approcciamo al suo genio dobbiamo avere un grande rispetto, non siamo capaci di andare più avanti di lui, ma possiamo trarre spunto dai suoi insegnamenti per fare un vino che a lui oggi piacerebbe e di cui Leonardo andrebbe fiero. E lui vorrebbe un vino che ricordasse bene il frutto da cui deriva”.

La Leonardo da Vinci S.p.A si è dedicata al recupero del contributo del Genio al mondo del vino, attraverso il coinvolgimento di un gruppo di studiosi ed enologi come Alessandro Vezzosi, importante studioso di Leonardo Da Vinci, che ha setacciato la letteratura leonardiana, dedotto il suo rapporto con la natura, l’agricoltura e il mondo del vino e Luca Maroni, noto analista sensoriale, che ha tradotto le indicazioni di Leonardo in un metodo a cui riferire le tecniche odierne.

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