Il Classico della Berardenga: il racconto di chi l’ha voluto e organizzato

Elena Gallo di Fattoria di Corsignano ci racconta l’origine del convegno tenutosi a fine gennaio alla Certosa di Pontignano.

Quando al Prowein, Giovanni Poggiali (Fèlsina) e Valeria Losi (Querciavalle) si sono avvicinati e hanno cominciato a parlare di mappa-castelnuovo_lat_MED-1“Berardenga”, non sospettavano di poter arrivare in meno di un anno a un risultato oltre “qualsiasi aspettativa”. Il loro desiderio era forte, ma non aveva un preciso disegno, il loro intento era soprattutto di conoscersi.
Sei mesi fa, a giugno, ci siamo incontrati proprio alla Certosa di Pontignano. Dico “proprio” perché, questa splendida cornice che è la Certosa di Pontignano, nella sua evocativa e storica eloquenza, ha firmato la bozza di questa iniziativa. Eravamo in quattro: Giovanni, Valeria, Alessandra Casini (Bindi Sergardi) ed io (Elena Gallo, Fattoria di Corsignano).
Mi ricordo, era una bella serata d’estate, ammiravamo il giardino all’italiana della Certosa e degustavamo i nostri vini. Sapevamo poco l’uno dell’altro ma già incominciavamo a conoscerci. La prima regola che ci siamo dati era quella di portare a ogni incontro una bottiglia dei nostri Chianti Classico.

Alla riunione successiva eravamo in dieci, a Fèlsina. Questa riunione ha segnato il passo, perché è stato allora che abbiamo stabilito la data del 29 gennaio 2015 per il nostro convegno. Ebbene, incredibile, quella data non è mai stata cambiata e l’intento neanche: far conoscere i prodotti e l’unicità della Berardenga. Di volta in volta ci incontravamo presso una o l’altra azienda in un’atmosfera di euforia goliardica. I nostri incontri erano contrassegnati da tanto entusiasmo, pietanze prelibate e i naturalmente i nostri vini.
La bozza di progetto cominciava ad avere un disegno definito: c’era chi si occupava di redigere l’ordine del giorno, chi scriveva il resoconto, “chi” avrebbe fatto “cosa”. Poi in pieno periodo di vendemmia, scegliemmo il nome del convegno: Il Classico della Berardenga. Il passo successivo fu la decisione della veste: un convegno solo per addetti ai lavori, giornalisti e autorità territoriali, tutto finanziato da noi, location la Certosa di Pontignano.

_MG_8769Eravamo già tutte le ventotto aziende partecipanti: una fucina d’idee in fermento. Il disegno era firmato da più mani.
L’aspetto eccezionale è che tutti i produttori davano quello che potevano sempre con un innegabile entusiasmo. Finalmente il 29 gennaio! Ci piace pensare che, nella suggestiva Certosa di Pontignano, i produttori del Chianti Classico di Castelnuovo Berardenga abbiano piantato un ceppo perché questo cresca e si invigorisca con l’apporto di tutti. Quando Valeria Losi, nel suo discorso introduttivo, ci ha ricordato che questa data non era un traguardo ma una partenza, abbiamo capito quanto lungo e impervio poteva essere il nostro cammino. Quando però, sempre lei, ha citato suo bisnonno Tranquillo Losi, già viticoltore e mezzadro in questo comune prima delle guerre, dicendo che sarebbe stato orgoglioso perché a quel tempo già diceva a suo padre: “ O nini, vedrai che questi terreni così aridi e sassosi faranno la fortuna dei vignaioli”, allora i nostri animi si sono riscaldati di entusiasmo.

Giovanni Poggiali, in quanto unico consigliere del Consorzio del Chianti Classico nel comune di Castelnuovo Berardenga ha evidenziato, nel suo intervento, “lo spirito giusto”, “la buona volontà nel lavorare meglio e insieme”, atteggiamento che sempre più si intravede nei passi del Consorzio del Chianti Classico e così pure in quelli dei produttori vitivinicoli della Berardenga.
L’intento che volevamo raggiungere era quello di condividere il complesso di valori storici, economici, paesaggistici, vitivinicoli e antropologici di questa terra.
Pensiamo orgogliosamente, anche se forse solo in parte, di esserci riusciti grazie al contributo di importanti ospiti che ci hanno reso più consapevoli delle nostre radici, la nostra storia e le nostre risorse. Italo Moretti, storico dell’architettura, ci ha ricordato che la storia della Berardenga è antica e ed è legata strettamente a Siena. Vista la forma “ad ali” dei confini, Leopoldo di Lorena ribattezzò la Berardenga “La farfalla del Granducato”. “Questa porzione di campagna senese, per esser vicina alla città, si presenta come un’area fortemente umanizzata, prodotto della mezzadria … Si tratta di quel paesaggio agrario definito come “il più commovente che esista” (F. Braudel). Ma già Ambrogio Lorenzetti lo aveva raffigurato in quell’eccezionale documento di vita civile costituito dal Buon Governo, affrescato intorno al 1340 nel Palazzo Pubblico di Siena: La Bella Campagna Senese”.

Giovanni Brachetti Montorselli, vice presidente Centro Studi Chiantigiani, ha evidenziato che i confini, se diventano muri inaridiscono DJI01596_1lo scambio e l’interconnessione tra valori e culture e che i prodotti delle terre della Berardenga si fortificano e arricchiscono nella loro diversità. Ha anche ricordato che noi non viviamo in un bicchiere di Chianti Classico ma, è il bicchiere che vive nella terra del Chianti.
Alessandra Casini Bindi Sergardi ci ha rivelato la grande importanza della viticoltura di questo territorio in termini di PIL, produttività e occupazione. Non parlano solo i numeri ma anche la qualità. Una riprova di impegno nella produzione di qualità è che “il 90% dei viticultori di Castelnuovo Berardenga sono sia produttori che imbottigliatori del loro prodotto: dunque i produttori credono nella qualità del loro vino.
Se da una parte l’estensione del territorio e le sue caratteristiche geografiche possono sembrare ad uno sguardo poco attento, disomogenee e penalizzanti, è risultato indubbio che queste stesse caratteristiche sono l’ innegabile ricchezza di Castelnuovo Berardenga. Così Maurizio Castelli, enologo, ha più volte evidenziato nel suo intervento. “La grande risorsa di Castelnuovo è di avere tante ricchezze nascoste lì, in quella terra dura, a volte sassosa, ricca di galestro, calce e arenaria.”

Dopo il convegno, la degustazione dei nostri Chianti Classico, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione si è svolta nelle stanze d’epoca della Certosa. Dalle finestre si poteva apprezzare il giardino all’italiana, e, se lo sguardo si spingeva oltre le mura di cinta, anche le delicate colline con sullo sfondo il profilo medioevale della città di Siena.
Il paesaggio “il più commovente che esista” inevitabilmente ha evocato in tutti noi un forte e struggente legame con i nostri vini.
Mi auguro che i nostri vini daranno una voce forte e chiara alla terra della Berardenga, la Bella Campagna Senese, questa magnifica farfalla in volo.

AZIENDE PARTECIPANTI AL CONVEGNO
Bindi Sergardi, 
Borgo Scopeto
, Canonica a Cerreto, 
Carpineta Fontalpino, 
Castell’in Villa
, Castello di Bossi
, Castello di Selvole, 
Dievole
, Fattoria di Corsignano, 
Fattoria di Petroio
, Felsina
, La Casaccia
, La Lama, 
Lecci e Brocchi
, Losi Querciavalle, 
Miscianello
, Podere Le Trosce
, Podere Scheggiolla
, Poggio Bonelli
, San Felice
, Tenuta Cappellina, Tenuta Casuccio Tarletti
, Tenuta di Monaciano, 
Tenuta di Arceno, 
Terra di Seta
, Tolaini
, Villa a Sesta
, Villa di Geggiano

di Elena Gallo (Tenuta di Corsignano)

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