Cina: calo del 31% delle importazioni di vino nei primi mesi del 2020

Regge l’Australia ma le bottiglie di vino spedite in Cina nel primo periodo del 2020 sono state il 32% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019

Calano di un terzo le importazioni di vino in Cina, sia in valore che in volume. Nei primi sei mesi dell’anno 2020, le bottiglie di vino spedite a Pechino sono state il 32% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019: un totale di 213 milioni di bottiglie per un giro d’affari che ha segnato un negativo -31% (752,9 milioni di dollari). 

Come raccontano i dati della China Association for Imports & Export of Wine & Spirits, tra i Paesi esportatori è l’Australia a confermarsi primo partner enoico della Cina registrando un valore unico e inalterato nelle spedizioni per i primi sei mesi del 2020: volumi in calo del 17% ma, a giungo, l’imbottigliato ha perso solo il 5,8% sullo stesso mese dell’anno precedente. 

In netto calo, invece, la Francia che con un giro d’affari di 219,6 milioni di dollari, ha registrato una netta diminuzioni delle proprie spedizioni: si parla di un ribasso del 32% in volume e del 37,7% in valore. A fare di peggio, solo gli Usa, con un calo del 35% a volume e del 46,4% in valore. 

Se per gli Stati Uniti il brusco stop di spedizioni è da far risalire principalmente alla guerra dei dazi Washington-Pechino e alle conseguenti tensioni commerciali, per gli altri Paesi il calo ha visto come principale causa le importanti restrizioni del Governo cinese per contenere gli effetti della pandemia. Dalla cancellazione del Capodanno nel mese di febbraio ad una riapertura cauta, lenta e ponderata a partire dal mese di giugno. 

Tra aprile e maggio le settimane più dure, a giungo il calo delle vendite, a valore, è rimasto fermo al -28,2%: tradizionalmente poco rilevanti per il consumo di vino importato i mesi di luglio ed agosto, mentre si spera di poter tornare alla normalità, periodo pandemico permettendo, nei prossimi mesi autunnali.

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