Bisol: quando l’immagine diventa icona di un territorio

Gruppo Lunelli lancia la nuova era del marchio Bisol, simbolo del Prosecco Superiore

 

Gianluca Bisol con Matteo Bruno Lunelli

 

Sono tre gli elementi che contraddistinguono la nuova immagine e il progetto ambizioso di Bisol: il 1542, data di un documento che attesta i possedimenti della famiglia sul territorio di Valdobbiadene come viticoltori, una ripida collina, simbolo del Cartizze e il verde, il colore delle colline di Valdobbiadene. Sulla nuova fase di sviluppo dell’azienda Bisol, presentata in anteprima a Vinitaly, abbiamo chiesto a Matteo Lunelli, Amministratore delegato del Gruppo, di spiegarci il rilancio strategico del marchio, mentre a Gianluca Bisol Presidente di Bisol, di raccontare la storia, i valori e l’alta qualità della viticoltura eroica strettamente legata alla produzione del Prosecco Superiore Docg.

Come nasce il progetto di rilancio del marchio Bisol e qual è la mission strategica del Gruppo Lunelli?

Matteo Lunelli: “Quattro anni fa abbiamo avviato l’acquisizione di una quota dell’azienda Bisol di cui oggi possediamo il 100%. E’ stato l’ultimo passo di un percorso iniziato negli anni ottanta e che stiamo portando avanti per la creazione di un gruppo che io amo definire “l’eccellenza del bere italiano”. L’obiettivo era quello di affiancare al marchio Ferrari altri prodotti di eccellenza legati al proprio territorio, Bisol rispondeva a questi requisiti. L’azienda è stata acquisita nel 2014 ma l’idea è stata quella di svilupparla in continuità con il suo passato. Abbiamo voluto fin da subito coinvolgere la famiglia: Desiderio oggi lavora come enologo e Gianluca come Presidente e ambasciatore del marchio. Per quattro anni abbiamo lavorato in sinergia per far nascere un nuovo progetto di sviluppo e una nuova era del marchio. Bisol è un nome che evoca e porta con sé una grande tradizione, ma è anche proiettato verso il futuro, cosmopolita. Dopo gli investimenti sul prodotto volti a migliorare tutta la struttura produttiva, ci siamo dedicati al restyling e quindi al completo rinnovamento dell’immagine del marchio che abbiamo recentemente battezzato a Vinitaly. Con le due nuove linee, Bisol e Jeio, abbiamo messo in atto una trasformazione del logo aziendale e delle etichette, in più la gamma è stata arricchita da due referenze, due prosecchi superiori denominazione Rive che danno ancor di più l’idea di come Bisol voglia raccontare tutte le sfumature del prosecco. Ogni etichetta esprime la particolare identità di certi terroir. Nel logo aziendale abbiamo enfatizzato alcuni elementi, in primis la data 1542, che si riferisce a un documento storico che testimonia come la famiglia Bisol fosse già in possesso di un vigneto a Valdobbiadene; al vertice c’è l’immagine della collina ripida, tipica della viticoltura eroica e simbolo del Cartizze; infine il colore verde – il verde Bisol – filo conduttore e tonalità predominante di Valdobbiadene. Questa immagine coordinata è il fil rouge che unisce tutte le etichette Bisol e Jeio, le identifica come prosecchi superiori Docg: vogliamo che il marchio Bisol diventi riconoscibile al consumatore e un punto di riferimento del Prosecco Superiore di Valdobbiadene”.

 

Il processo di rinnovo e restyling di Bisol sottolinea un messaggio importante: rendere più consapevole il consumatore nella scelta del prosecco Superiore Docg. Quali sono le caratteristiche di Jeio e quali sono state le innovazioni apportate in vigna e in cantina dal punto di vista produttivo?

Gianluca Bisol: “Sono appena tornato da un Road Show negli Stati Uniti, dove ho incontrato molti buyer ed è stata l’occasione per raccontare la mission di Bisol. Il mondo del Prosecco è cresciuto negli ultimi trent’anni enormemente, oggi è una realtà “impegnativa” da capire e raccontare: la parola “prosecco” presenta tante sfumature. Vorrei sottolineare che Bisol dal 1542 (da 21 generazioni) rappresenta il viticoltore dell’alta collina del Valdobbiadene. A tal proposito, l’unicità del territorio è valorizzata da tutte le etichette che produciamo: Jeio ha una forte identità e mission, mentre Bisol vuole essere il Prosecco Superirore da singolo terroir. Jeio è il prosecco da una cuvèe e tre terroir diversi, è nato nel 1999 per celebrare i 100 anni dalla nascita di mio nonno Desiderio. Abbiamo deciso di dedicargli una bottiglia che avesse al suo interno la caratteristica di rappresentare l’unicità del territorio. Se con Bisol rappresentiamo il singolo terroir, con Jeio rappresentiamo l’armonia dei tre suoli diversi delle colline del Valdobbiadene. Tutto ciò è stato possibile grazie agli investimenti degli ultimi tre anni: abbiamo creato un centro vinificazione, ampliato gli spazi con una superfice che oggi ci consente di lavorare in una modalità ancor più raffinata le uve: puntare sulla prima macerazione, pigiatura soffice, tutta una serie di tecniche che ci permettono di elevare il potenziale del prosecco ad un livello ancor più interessante”.

 

 

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