Attilio Scienza, genoma editing e cisgenetica le strade per il futuro della viticoltura

Il biologo e genetista della vite, in occasione del trentennale dell’Associazione Città del Vino al Campidoglio, interviene sulle strade più promettenti per il futuro della viticoltura

L’Italia perde ogni anno dal 3 al 5% del potenziale produttivo vinicolo per l’invecchiamento degli impianti o per l’abbandono della vigna perché non rende più. Nei prossimi 15 anni si perderà il 45% del potenziale, mentre in alcune regioni, come Lazio e Umbria, hanno già perso, secondo Scienza, il 50% della loro viticoltura.

Per arginare il declino del nostro patrimonio vinicolo, Scienza sottolinea come la viticoltura biologica e biodinamica, che puntano sul mantenimento delle risorse e il ritorno al passato, che però non garantisce sempre un futuro. La viticoltura è fin dalle sue origini una fatto di genetica, perché l’uomo ha scelto le tipologie più adatte per essere coltivate.

L’innovazione e la ricerca mettono a disposizione dei viticoltura soluzioni capaci di migliorare la resa dei vitigni e di preservarne il patrimonio, come la cisgenetica e il genoma editing, capaci di contestare le principali malattie che colpiscono la vite, attraverso una selezione di quelle tipologie più resistenti. Questo comporta numerosi vantaggi perché riduce l’uso di sostanze chimiche e dei fitofarmaci, con vantaggi significativi per qualità del prodotto e la salute del consumatore.

L’aspetto fondamentale per Scienza è far copiare ai produttori e alle istituzioni l’importanza e l’apporto significativo che queste nuove tecniche possono dare per tutelare l’enorme della ricchezza del patrimonio vinicolo.

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