Asia e Nord Europa si rivelano i mercati più quotati per il Vino Italiano

E’ ciò che emerge osservando i dati di “Wine by Numbers” di Unione Italiana Vini e Corriere Vinicolo: il primo trimestre 2015 vede, l’Asia e il Nord Europa, spuntare un prezzo medio al litro maggiore rispetto ai partner storici.

La bilancia commerciale del vino italiano strizza l’occhio sempre più ai Paesi d’oltreconfine e se, Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna mantengono la loro storica leadership di mercati fondamentali, in termini di valore e volume, tanto per i vini fermi, che per gli spumanti, i mercati asiatici e nordeuropei, magari più marginali, garantiscono una maggiore redditività grazie ad un più alto prezzo medio per litro. L’osservazione nasce da una fotografia analitica sviluppata sugli andamenti del mercato dell’ultimo trimestre 2015, raccolti e pubblicati da “Wine by Numbers” di Unione Italiana Vini e Corriere Vinicolo.

Nello specifico, sul fronte dei vini fermi, il gradino più alto del podio va ad Hong Kong, con ben 9,04 euro al litro, seguito da Singapore, a 7,53 euro, e dalla Svizzera, terza, a 6,08 euro. In questa particolare “top 10″, seguono Corea del Sud con 4,99 euro al litro, Norvegia con 4,88, Canada con 4,35, Danimarca con 4,21, Usa, con 4,04, Svezia con 3,89, e Finlandia con 3,78. Una classifica condotta dai mercati asiatici e nordeuropei, magari più marginali di altri in termini di volume ma che, grazie ad un consumo concentrato tra le classi più abbienti e tra gli appassionati della loro popolazione, garantiscono una redditività maggiore a chi riesce a ricavarsi uno spazio. Sopra la media, che è di 3,26 euro a litro, anche Cina (3,59), Giappone (3,48) e Belgio (3,28). La Germania, che è il Paese numero due per volumi, è “appena” a 2,7 euro al litro, il Regno Unito, numero 3 per quantità, a 2,13. Come la Russia, che spunta le quotazioni peggiori in assoluto con Repubblica Ceca (2,1 euro) e Spagna (1,84). Il miglior approdo per le bollicine tricolore, a sorpresa, invece, è l’Olanda, dove un litro di sparkling wine made in Italy spunta 6,14 euro al litro, davanti di un’incollatura ad Hong Kong, con 6,12 euro, e a Singapore con 5,31, con i due mercati asiatici che si conquistano anche il podio dei vini frizzanti. A seguire Svizzera, Canada e Belgio, dove un litro di spumante italiano si esporta a 4,81 euro al litro, poi Giappone, con 4,79, Norvegia, con 4,42, Spagna, la terra del Cava, con 4,05 euro, ed Irlanda con 3,85, a chiudere la classifica dei primi 10. Sopra la media di 3,52 euro al litro anche Irlanda (3,85), Austria (3,83), Svezia (3,77), Brasile (3,63), Danimarca e Corea del Sud (3,62), Germania (3,59) e Usa (3,53). Le destinazioni peggiori, sul fronte del prezzo medio al litro, per le nostre bollicine, invece, sono Russia e Repubblica Ceca, con Cattura3,01 euro, Regno Unito (Paese n. 2 in volume), con 2,96, e la Cina, con 2,57. Paesi in cui, evidentemente, sul fronte del posizionamento di prezzo c’è ancora molto da lavorare.

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