Destinazione Gibellina

Tenute Orestiadi inaugura Cantine Aperte e firma la rinascita del territorio con “Scosse 2017”

 

Tenute Orestiadi ha  inaugurato sabato 27 maggio la stagione di “cantine aperte”, un momento cruciale per gli appassionati del vino ma anche per i curiosi che desiderano conoscere i retroscena della produzione vitivinicola. Cantine aperte non è soltanto un percorso a piedi tra i filari delle Tenute o degustare le etichette di punta dell’azienda, ma è un tuffo nella cultura e nell’arte del paese di Gibellina, culla natia della cantina.

Fiore all’occhiello dell’azienda e simbolo di Tenute Orestiadi è il Barriques Museum, voluto all’interno di una barriccaia attiva. Qui sono stati dipinti da artisti provenienti da ogni parte del mondo, i tondi che chiudono le barrique: è un’esplosione felice di colori, rappresentazioni uniche, stili disparati, in cui per la prima volta si parla di un “estetica della cantina”.

 

Le Barriques Museum  – Tenute Orestiadi

 

Il programma lanciato da Tenute Orestiadi è vario, divertenete e coinvolgente anche per i più piccoli, ed è l’occasione per conoscere un patrimonio artistico di inestimabile valore. Degustando un Cataratta si può procedere sull’altro versante  di fronte alle Tenute ed immergersi nei capolavori dell’arte contemporanea:  a pochi passi infatti si erge il Baglio con il suo museo “en plein air”.

A sinistra Stefano Pizzi docente di Pittura all’Accademia delle Belle Arti di Brera; a destra Alessandro Parisi responsabile Marketing di Tenute Orestiadi – sullo sfondo da sinistra Cosmo Laera docente di Fotografia all’Accademia di Brera e l’architetto Pietro Maltese 

I Simboli di Arnaldo Pomodoro                                                                                          Al centro Ludovico Corrao

 

Appena entrati si attraversano i portici e ci si trova nella piazza, fulcro di questo antico edificio seicentesco che un tempo accoglieva i contadini con le loro famiglie come una grande azienda agricola. La spettacolarità di tale edificio è enfatizzata dalla scenografica “Montagna di Sale” di Mimmo Paladino che campeggia sullo sfondo a ribadire la presenza “velata” del sindaco che volle chiamare a sè i più importanti esponenti di quel periodo: Ludovico Corrao. Tutto il percorso  di Tenute Orestiadi è ispirato al suo “grande mecenate”, ed è collegato da un sottile  fil rouge costruito sulle solidi radici di un connubio indissolubile, quello tra terra e arte.

Montagna di Sale – Mimmo Paladino – Piazza del Baglio

 

Il terremoto che distrusse la Valle del Belice nel 1968 fu una catastrofe ma non riuscì ad abbattere lo spirito delle sue genti: la stessa forza di ricostruzione è evidente oggi nel progetto “Destinazione Gibellina, Scosse 2017”, discusso in  conferenza stampa lo scorso 26 maggio,  presso Palazzo Belmonte Riso, sede del museo di Arte Moderna e Contemporanea di Palermo.

 

I rappresentanti del protocollo d’intesa siglato durante Conferenza Stampa presso Palazzo Belmonte Riso di Palermo

In quest’occasione ha ufficialmente preso il via il rilancio di Gibellina promosso dal piano di marketing territoriale voluto da Tenute Orestiadi. Si tratta di un protocollo d’intesa a cui partecipa in primis la Cantina, il Comune di Gibellina (www.gibellina.gov.it), la Fondazione Orestiadi (www.fondazioneorestiadi.it), il Cresm (www.cresm.it) centro di ricerche economiche e sociali per il Meridione e, come partner l’Accademia delle Belle Arti di Brera, le Barriques Museum e Il Polo Museale.  L’Accademia di Brera, il cui esponente è Stefano Pizzi (docente di Pittura) è uno degli attori fondamentali del progetto “Gibellina Restaura”, fortemente voluto da Tenute Orestiadi per il restauro delle opere del Museo della Fondazione e per tutte le istallazione artistiche di cui è disseminata la città di Gibellina. La prima opera ad essere restaurata e in questo caso tinteggiata, sarà proprio la “Montagna di sale” di Paladino, grazie alla donazione dei materiali da parte del Colorificio Atria, che ha sposato il progetto.

Il prossimo evento in calendario sarà lo “Scirocco Wine Festival”, un’altro elemento “il vento”, che parte dalla Siria e arriva in Francia, lasciando la sua forte influenza in tutte le culture che attraversa, riuscendo ad accomunare usi e costumi di diversi paesi del Mediterraneo. L’obiettivo è alto ed evoluto: avvicinare i popoli attraverso un prodotto che trova in questa terra la sua condizione ideale, fatta dal clima e dalla tradizione, il vino.

Concetto illuminato di questi tempi, quale esempio di “scambio” tra culture diverse, al fine di rispettare e imparare a conoscere i reciproci usi e costumi. Una globalizzazione delle culture che parte dal vino, rispettando e salvaguardando le proprie unicità per arricchire l’uomo e la conoscenza, come è avvenuto nel passato della Sicilia e nel suo fecondo intreccio di etnie arabo-normanne.

                                                         Un momento di Cantine Aperte – Tenute Orestiadi

 

 

 

Info e contatti:

www.tenuteorestiadi.it

www.facebook.com/tenuteorestiadi/

 

 

 

 

 

 

 

 

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