Nel 2020 il Chianti punta alla Cina

Il 2019 chiude le vendite con un + 0, 5% rispetto all’anno precedente

Il presidente Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi ha così commentato l’aumento delle vendite rispetto al 2018: “Un segno più che riveste un’importanza particolare in questo momento di mercato complessivamente non felice, soprattutto a livello europeo dove il nostro principale acquirente, la Germania, è di fatto in crisi. La vendemmia 2019 – spiega ancora Busi – è andata bene, abbiamo raggiunto l’obiettivo della riduzione del 10% delle quantità che ci eravamo dati per mantenere i magazzini in linea con l’andamento commerciale. Abbiamo magazzini capienti per affrontare il mercato e la qualità 2019 è ottima. Il merito di questo risultati è delle aziende che negli anni scorsi hanno fatto importanti investimenti, come dimostra il fatto che ad oggi il 75% dei vigneti è stato rinnovato”.
Il mercato statunitense si è confermato nel 2019 il mercato di riferimento per le esportazioni del Chianti, ma i volumi sono in aumento anche in Cina dalla quale provengono segnali molto importanti. Poche soddisfazioni invece dai tradizionali bacini europei, Germania e Regno Unito. “Le nostre aspettative per il 2020 partono da questo quadro – prosegue Busi -. Sicuramente aumenteranno le esportazioni verso la Cina dove si consolideranno i rapporti con nuovi clienti avviati nel 2019. L’altra partita è quella per l’accordo Mercosur: attualmente paghiamo dazi altissimi per vendere in America Latina: la liberalizzazione dei commerci spalancherebbe per noi degli scenari incredibili”.
Riguardo agli Usa “bisogna capire se la minaccia di dazi resterà tale o se c’è davvero una volontà di applicarli – conclude Busi -. Al momento regna l’incertezza”.

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