2016, l’anno più caldo a livello mondiale. Lo sapevi?

Quali sono le ricadute sull’agricoltura?

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) ha lanciato l’allarme sulla concentrazione media di CO2 nell’atmosfera.
Nel 2015 è stato toccato il picco di 400 parti per milione (ppm). Mentre il 2016 si va classificando come “l’anno più caldo di sempre a livello mondiale“, da quando sono iniziate le rilevazioni della temperatura sulla superficie della terra. Ovvero, 137 anni fa.

sole in vigna

Tutto questo ha ricadute (anche) sull’agricoltura, sui prodotti tipici regionali e sul nostro amato vino.

Qualche esempio?
Stanno cambiando le condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, l’affinamento dei formaggi e, come è noto, l’invecchiamento dei vini.
Non è cosa da poco, se si pensa che il nostro patrimonio di tipicità Made In Italy è quasi sempre legato a caratteristiche inerenti l’ambiente geografico (si pensi a tutte le Dop e le Igp della Penisola).
Dalla temperatura all’umidità, dall’esposizione al vento e alla luce, sono tantissimi i fattori peculiari dei territori di produzione.

L'affinamento del prosciutto San Daniele
L’affinamento del prosciutto San Daniele

Oggi, per esempio, l’effetto serra ha tagliato la resa di orzo e luppolo in Belgio e Repubblica Ceca, mentre i produttori di Champagne denunciano l’aumento delle temperature di 1,2° negli ultimi 30 anni. A questo proposito, autorevoli studiosi hanno già lanciato l’ipotesi che la zona di coltivazione più idonea sarà in futuro l’Inghilterra e non più la Francia.
In Italia il discorso è del tutto simile: negli ultimi 30 anni il vino italiano è aumentato di un grado e il caldo ha cambiato la distribuzione dei vigneti sul territorio. Le viti tendono ad espandersi verso l’alto, fino ad arrivare ad uno dei casi più estremi, quello del comune di Morgex et de La Salle, in Valle D’Aosta, dove i vitigni toccano tranquillamente i 1200 metri di altezza.

Oltre a fare i conti con l’innalzamento delle temperature, vignaioli e coltivatori agricoli dovranno sempre di più far fronte agli sfasamenti stagionali. Eventi estremi e anomali che si succedono in modo piuttosto rapido. Si può passare dalla siccità all’alluvione, con precipitazioni brevi e violente.
La nostra agricoltura negli ultimi 10 anni ha subito danni “dovuti al meteo” per un totale di 14 miliardi di euro.

Il proverbio popolare è sempre più profetico: “un occhio al cielo, uno alla terra”…

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