Veneto Agricoltura: previsioni vendemmiali e dati sulla produzione biologica

La situazione in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.

Che i vini biologici siano una tendenza in aumento lo si capisce non solo dallo spazio crescente che viene loro riservato nelle corsie dei supermercati americani, ma anche dal fatto che bollettini tecnici quali le previsioni vendemmiali di Veneto Agricoltura ritengano opportuno inserire, accanto a voci quali “andamento climatico” e “stato vegetativo e fitosanitario” delle uve, i dati relativi alla produzione biologica.

download (6)Ecco allora quanto emerso dall’ultima relazione di Veneto Agricoltura che ha preso in analisi non solo le province venete ma anche Bolzano, Trento e il Friuli Venezia Giulia.

A Padova, rispetto al 2014, le superfici che seguono i metodi di produzione biologica sono sensibilmente aumentate e raggiungono oggi il 7%: gli ettari  che aderiscono al PSR biologico sono 328, di cui 148 in conversione e 180 per il mantenimento dell’agricoltura biologica. A Treviso i dati parlano di un 5% mentre è esattamente il doppio, per un totale del 10%, in provincia di Venezia. Situazione opposta invece per il veronese dove tale pratica ammonta solo allo 0,5% della superficie nonostante la richiesta degli importatori esteri stia portando verso un progressivo aumento di tale soglia. A Vicenza si tocca un punto percentuale, a Belluno il 2% con due aziende riconosciute su una superficie vitata complessiva di mq. 15.933 e di poco superiore, per un ammontare del 3% risulta la superficie coltivata a biologico nel rodigino, con l’adesione al PSR di 7 ettari.

Nelle province montane ed autonome le superfici coltivate a biologico sono mediamente più alte: 255 ettari, corrispondente al 4,7% della superficie vitata dell’Alto Adige, nella provincia di Bolzano, mentre Trento tocca il 5%.

Quanto al Friuli, stando ai dati forniti dal Sinab, il Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica, in regione gli ettari coltivati a biologico sono attualmente oltre 700, pari al 3-4% dell’intera superficie regionale, e l’interesse verso questa pratica coinvolge sempre più produttori.

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