Vediamo com’è andata.
Quest’anno la vendemmia ha seguito la solita scadenza temporale. Per anni abbiamo assistito ad una raccolta anticipata per colpa di estati troppo torride e per la conseguente maturazione accelerata dell’uva.
L’annata 2016 è invece tornata a scandire i ritmi consueti di un tempo. Tra le prime regioni a vendemmiare troviamo le isole di Sicilia e Sardegna e la Puglia, che hanno iniziato nel mese di agosto.
In tutto il resto della penisola la vendemmia si è svolta regolarmente tra settembre e ottobre.
Se guardiamo alla Toscana in particolare, la vendemmia ha chiuso la sua raccolta alla fine di ottobre con le uve di Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Ma rispetto ad altre regioni d’Italia che hanno riportato un segno positivo sulla quantità della raccolta rispetto all’anno precedente come Piemonte (+3%), Veneto (+7%), Emilia Romagna (+ 3%), Abruzzo (+ 12%), Puglia (+12%), la Toscana ha segnato un trend negativo: paragonata ai risultati del 2015 la quantità si è abbassata del 7%.
Si dichiara finora una quantità complessiva che si aggira intorno ai 2,5 milioni di ettolitri. Da cosa è causata una tale diminuzione?
Il fattore principale è stato il clima, che ha determinato un’assenza di precipitazioni soprattutto in estate. Insieme alla morfologia degli acini, sono state necessarie differenziazioni e gestioni mirate per ogni tipologia di vigneto. Prima le uve bianche, poi quelle di Bolgheri e del Modellino di Scansano. Per concludersi infine con la zona del Chianti e del Nobile di Montepulciano.
Dati alla mano, le aspettative di quest’anno sono state confermate: l’annata 2016 porta buone acidità regalando l’ipotesi di vini equilibrati e raffinati. Nonostante una produzione meno intensa, quindi, l’alta qualità resta una certezza garantita.