Tenute Orestiadi ti accompagna nella terra dei piaceri dell’enonauta

Con una nuova etichetta lanciata a Vinitaly, tour di degustazioni e grandi collaborazioni.

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I Tondi delle Botti dipinti

Uno stand originale che esula dalle vetrine tipiche di Vinitaly, decorato con i “tondi” delle botti dipinte da artisti contemporanei appesi alle pareti: il legame con l’arte e la cultura è fin da subito chiaro; è potente e con un impatto estetico che invita l’addetto ai lavori ad approfondire. Così si è presentata Tenute Orestiadi a Verona 2016: una cantina unica i cui vini sono il frutto di una terra che accompagna l’enonauta nel pieno godimento dei “piaceri”, in un territorio ricco d’arte, architettura, paesaggio e storia. Ecco che il vino diventa la vera “eccellenza”, il protagonista, il neo mecenate che non vuole nulla in cambio se non il proseguo della sua civiltà. Il superbo Ludovico è un po’ il simbolo di Orestiadi, è il vino che rispecchia un micro-cosmo, quello dell’uomo (Ludovico Corrao, sindaco) che volle la ricostruzione di Gibellina dopo la catastrofe del terremoto del 1968.

 

A Vinitaly è stata presentata la nuova etichetta: preziosa e simbolica. Com’è andata?

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L’incontro con Alessandro Parisi e Stefano Pizzi

“Il lancio è andato oltre le mie aspettative. Molti gli apprezzamenti ricevuti sulla nuova etichetta che dimostra semplicità, immediatezza, essenzialità ed eleganza. Volevamo rilanciare l’immagine delle Tenute Orestiadi centrando il focus sul nostro essere siciliani, sulla nostra identità. Questo il motivo dei sei monovarietali autoctoni e dell’utilizzo in etichetta dei segni appartenenti alla Fondazione Orestiadi, incastonati in etichetta come pietre preziose. Segni che idealmente rappresentano un alfabeto unico dei popoli del Mediterraneo, pensati per la prima edizione della trilogia dell’Orestea di Eschilo inscenata sui ruderi della Vecchia Gibellina”.

Orestiadi adesso è in tour degustazioni: siete già partiti con un gemellaggio nel Veneto, com’è stato concepito il rapporto con gli altri prodotti (e produttori) dell’agroalimentare?

“Il tour degustazioni va benissimo, siamo entusiasti, i riscontri sono più che positivi. L’idea è vincente perché, oggi, rappresentare un territorio è sempre più difficile, ma se si riesce a trovare la chiave di lettura giusta, tutto diventa più semplice. La chiave di lettura si chiama SINERGIA. Da questa necessità e voglia di sinergie è nato il tour “ Territori da gustare” dove protagonisti sono, oltre ai nostri vini, i prodotti del territorio belicino, comunicati come un unicum imprescindibile, come espressioni diverse della terra che li ha prodotti”.

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Prof. Stefano Pizzi docente di Pittura dell’Accademia di Brera

La collaborazione con l’accademia di Brera stà proseguendo. Quali saranno le prossime tappe?

“Il rapporto con Brera si rafforza sempre più. In questo preciso momento docenti, artisti e studenti stanno completando altre 50 opere che andranno ad arricchire il Barriques Musuem a settembre. Il percorso itinerante, di cui ti avevo parlato, sarà lanciato il prossimo novembre a Milano presso l’Enoteca Wine o’clock. Quindi prima tappa del “Barriques museum tour” sarà Milano; successivamente toccherà a Liguria, Piemonte, (Dusseldorf ProWein 2017) Veneto (Verona Vinitaly 2017) – Portobuffolè, New York ( Maggio)”.     

Una perla di Tenute Orestiadi è senz’altro il progetto del Barrique Museum: in questo l’azienda si è dimostrata un vero e proprio “mecenate”. E’ stato difficoltoso mettere in atto l’idea di una città universale, umanistica nel progetto globale, in cui vino, arte, storia, urbanistica e cultura sociale, si mescolano sinergicamente a rappresentare la contemporaneità (intesa come frutto del passato presente e futuro)?  

11215880_1658695737694813_5252682986023949828_n“Piuttosto che utilizzare il verbo al passato lo declinerei al presente e al futuro. Il progetto di città universale è un progetto in itinere che produce e continuerà a produrre tasselli che si aggiungeranno, man mano, e al meraviglioso  “Sogno Mediterraneo” iniziato da Ludovico Corrao dagli anni ‘90. Oggi la nostra azienda è uno dei principali esponenti, una parte di questo processo in atto. Insieme alla Fondazione Orestiadi cerchiamo di alimentare il motore culturale di Gibellina investendo sulle nuove “fabbriche della cultura”. Ecco il perché dell’idea del Barriques Museum, dell’ingresso delle Tenute Orestiadi nel consiglio di amministrazione della Fondazione Orestiadi. Noi attori di un territorio, protagonisti e nuovi mecenati di quell’arte che parte dal basso, che ascolta, interpreta e realizza”.

Prossimi appuntamenti?

“La scorsa settimana abbiamo presentato il programma della XXXV edizione del Festival delle Orestiadi di Gibellina. (http://www.fondazioneorestiadi.it/orestiadifestival/programma.html) .Per tutta la durata del Festival la cantina sarà impegnata in degustazioni notturne condotte da me ed accompagnate, come di consueto, da prodotti della Valle del Belice rigorosamente a km 0″.

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Alessandro Parisi Marketing Manager

Alessandro, vorrei chiudere con il tuo motto (me lo hai citato quando ci siamo incontrati a Vinitaly..)

“Non seguire il sentiero: tracciane uno nuovo e lascia la tua impronta da seguire”. Voglio chiudere questa mia anche con una frase di Ludovico Corrao che racchiude in se tutta la bellezza del suo sogno Mediterraneo: venite a Gibellina, facciamo crescere i fiori dell’arte e della cultura nel deserto del terremoto, del destino, dell’oblio”.

 

 

 

 

 

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