BERLUCCHI, FERTILIZZANTE MIRATO

Agricoltura 4.0 ed innovazione sostenibile nei suoi vigneti.


Berlucchi, azienda pioniera dell’innovazione sostenibile negli 85 ettari dei suoi vigneti, bio dalla vendemmia 2016, ha presentato i primi risultati di Life Vitisom, il progetto europeo di Agricoltura 4.0 su emissioni GHG e fertilizzazione mirata di cui l’azienda franciacortina è partner. Ad inizio estate vengono realizzate delle mappe ad infrarossi del vigneto dall’alto che evidenziano la vigoria vegetativa delle varie zone, che vengono poi caricate sul Gps installato su due prototipi di trattori che l’azienda sta sperimentando per distribuire fertilizzante (che è letame, come stabilito dal protocollo bio) in modo mirato. Un sistema pensato per nutrire non solo la pianta, ma anche il suolo, con benefici per la qualità delle uve e dell’ambiente.

In altre parole un’elettrovalvola, collegata al Gps (che ne “percepisce” quindi gli spostamenti nello spazio), aumenta o riduce le quantità in base alla necessità del vigneto: viene quindi rilasciato in maggiore quantità nelle zone meno vigorose e, viceversa, nelle zone più vigorose. In questo modo si riducono gli sprechi e si aiuta l’equilibrio del suolo viticolo. Il sistema di distribuzione a rateo variabile della concimazione organica che ne migliora la distribuzione costituisce una vera novità per il settore viticolo perché implica un incremento della sostenibilità e dell’efficienza ed un miglioramento della qualità dei terreni in termini di struttura, contenuto di sostanza organica (+5%) e biodiversità (+5%) e porta ad un’omogeneizzazione del vigore dei vigneti ed a una conseguente maggior qualità nei vini, con una riduzione di circa il 10% delle emissioni provenienti dai suoli rispetto all’utilizzo di fertilizzanti chimici e con una diminuzione dei costi legati alla distribuzione del concime di almeno il 20%.


Inoltre, l’azienda franciacortina leader nella spumantistica italiana sta conducendo su una porzione del vigneto San Carlo a Provaglio d’Iseo un’indagine specifica che prevede analisi sulla qualità chimica e biologica dei suoli, monitoraggio delle emissioni CO2 e fertilizzazione mirata con ben tre diverse “matrici organiche”: letame, compost, digestato.

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