Romagna mia, Romagna in fiore

Questa primavera godetevi un weekend alla scoperta del Sangiovese di Romagna

 

Degustazione Riserva Storica Sangiovese di Romagna Da sempre sinonimo di convivialità, negli ultimi anni questa regione ha iniziato a vedere riconosciuta anche l’identità dei propri vini, a partire dal Sangiovese di Romagna. Un vitigno quello del Sangiovese che qui sa esprimere una stupefacente “croccantezza” di frutto, anche in annate che risalgono a metà anni ’80, come emerso durante “Vini ad Arte”, l’evento cardine per la produzione enologica romagnola che si tiene a febbraio nello spettacolare scenario del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Se vi siete persi questa due giorni di approfondimenti dove è stata presentata l’anteprima del Romagna Doc Sangiovese Superiore Riserva 2011 – un’annata chiusasi in leggero anticipo che ha dato vita a vini con tannini ancora ruspanti, buona acidità e alcol in grado quindi di invecchiare a lungo – non lasciatevi sfuggire un giro fra i vigneti di queste zone.

Anteprima Sangiovese di Romagna 23-24 febbraio 2014 al Museo Internazionale Ceramiche di FaenzaLa tradizione enologica locale si è mantenuta intatta nel tempo tanto da conservare ancora oggi il tradizionale allevamento ad alberello. La varietà pedoclimatica va dal calcare di Bertinoro, a Marzeno e Brisighella con terreni rispettivamente argillosi-ferrosi e argillosi-calcarei, fino all’eterogeneo Predappio dove compare anche la matrice marnoso-gessosa, consentendo così di ottenere vini dal variegato profilo sensoriale. Oltre al Sangiovese, questa è la patria del Romagna Docg Albana Secco – vinificato anche nella versione passita e con centro storico nella zona di Bertinoro – e di numerosi autoctoni, fra cui il Pignoletto e il Famoso.

E se vi va una divagazione, il Museo Internazionale delle Ceramiche offrirà alla vostra vista la più grande raccolta mondiale di ceramiche, con esemplari che spaziano dall’America pre-colombiana a produzioni classiche e mediorientali, dal Medioevo, attraverso il Rinascimento e l’Ottocento, per giungere sino agli stili novecenteschi.

Uovo in Raviolo del ristorante San Domenico di ImolaPer una cena in stile romagnolo, il San Domenico di Imola coniuga gastronomia locale in chiave creativa – l’uovo in raviolo San Domenico con burro di malga, parmigiano dolce e tartufi di stagione – e una fornitissima cantina costruita dai monaci francescani più di cinquecento anni fa che merita una visita.

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