Presidi Slow Food, un cibo spaziale!

Non più alimenti in pillole o liofilizzati, basta con polverine: ecco la rivoluzione della gastronomia spaziale. Made in Italy.

Stefano Polato nella sua cucina "spaziale"
Stefano Polato nella sua cucina “spaziale”

Dal talk show al cooking show, stavolta il cibo “buono” si appresta a un vero e proprio salto e tra meno di un mese sbarcherà in orbita. A far arrivare nello spazio il made in Italy culinario, seppure in formato un pò inusuale, sarà l’astronauta Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana in procinto di soggiornare nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per 6 mesi, a partire dal prossimo 23 novembre. Samantha porterà avanti degli esperimenti scientifici e il suo menù quotidiano sarà il frutto della sapiente tecnica dello chef Stefano Polato: oltre a lavorare nel suo ristorante a Campiello di Monselice (PD), è infatti il Resposabile dell’Argotec Space Food Lab di Torino. La Argotec è un orgoglio italiano di cui forse si conosce poco: da lì arriva lo “space food” per l’ESA (Agenzia Spaziale Europea).
In collegamento dal Salone Del Gusto, Samantha ha detto: “ho scelto cibi che mandassero un messaggio di consapevolezza e importanza del cibo sano”, sottolineando così la centralità di una nutrizione sempre più pensata e ragionata, che pesca spesso e volentieri da produzioni molto piccole.

Cece nero della Murgia carsica
Cece nero della Murgia carsica

Nel menù infatti sono rientrati anche 4 legumi Presidio Slow Food: la piattella canavesana, la lenticchia di Ustica, la fava di Carpino e il cece nero della Murgia carsica. Il “cibo spaziale”, privo di additivi e conservanti e ricco di antiossidanti, sarà messo dentro apposite buste multistrato, impermeabili e idonee alla conservazione fino a 2 anni a temperatura ambiente.
Un passo enorme a livello di innovazione culinaria, pure entro paletti rigidissimi a cui attenersi. Gli alimenti saranno infatti totalmente privi di sale e zuccheri, non dovranno fare briciole, non dovranno essere liquidi o volatili. In pratica, per evitare inalazioni accidentali e particelle potenzialmente pericolose sparse in giro per l’atmosfera, tutto deve restare dov’è; “la giusta consistenza – precisa l’astro-chef Polato – è più o meno quella del risotto”.

I kit space food per Samantha Cristoforetti
I kit space food per Samantha Cristoforetti

Chi volesse seguire i progetti di ricerca portati avanti all’interno della Stazione, o semplicemente il momento del pranzo, potrà farlo su www.avamposto42.esa.int, dove non manca “L’Osteria”, un’intera sezione dedicata al cibo, con approfondimenti sulle modalità di preparazione, i criteri di scelta e molto altro.

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