Da lunedì 24 novembre giro di vite sulle oliere truccate in bar e ristoranti

Un tappo anti-rabbocco per i contenitori di olio evo e messa al bando delle oliere tradizionali. Un divieto che, se non rispettato, può costare multe fino a 8 mila euro.

Olive_toscaneAddio all’oliera nei ristoranti, pizzerie, bar: da lunedì 24 novembre entra in vigore l’obbligo del tappo anti-rabbocco per i contenitori di olio extra vergine di oliva, servito nei pubblici esercizi. A ricordarlo a tutti (clienti ed esercenti) è la Coldiretti: la legge europea 2013 bis, pubblicata sul supplemento n. 83 della Gazzetta Ufficiale 261, fa scattare il divieto di utilizzare le tradizionali oliere, con multe fino a 8 mila euro. Lo scopo della legge è impedire che i recipienti vengano riempiti o allungati con prodotti diversi da quelli indicati, come purtroppo avviene. Si vuole anche evitare che venga servito olio nuovo misto a olio stantio, altra pratica per niente rara.

Così da ora in poi gli oli di oliva proposti nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata, e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato nell’etichetta.

“Lo stop alle oliere truccate nei locali pubblici – dice il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – salvaguarda un prodotto base della dietaTappo antirabbocco-kZeF-U10406210001399HC-640x360@LaStampa.it mediterranea come l’olio di oliva, che offre un contributo determinante alla salute dei cittadini e rappresenta una realtà produttiva da primato nazionale, che può offrire importanti sbocchi occupazionali e opportunità di sviluppo sostenibile al Paese. In ambito europeo l’Italia ha svolto il ruolo di leader nella tutela della qualità e della sicurezza alimentare”.

Non dimentichiamo che l’Italia è il primo importatore mondiale di oli di oliva, che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire il lustro di italianità, magari dietro qualche grande marca commerciale. Sotto accusa è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge in etichetta dal primo luglio 2009 la provenienza. A testimoniare l’emergenza olio che sempre più necessità di interventi a tutela del prodotto sono anche le frodi di cui si è occupata la cronaca nazionale proprio in  questi giorni (vai all’articolo). 

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